Catcher in the rye
Short stories for waiting rooms - Racconti brevi per sale d'attesa« MONTY GOT A RAW DEAL | A MERRY FUCK YOU » |
OPEN ALL NIGHT
Scese in cantina dove teneva il fucile nascosto dentro ad un baule chiuso con due lucchetti; a Mary aveva detto che era tutta roba di quando era militare in Irak nel ’91 e non sapeva nemmeno dove fossero le chiavi e lei gli aveva risposto che andava bene cosi’, con Mary non c’era mai bisogno di dilungarsi in spiegazioni o parole inutili.
Apri’ il baule e lo tiro’ fuori, un fucile da caccia .410 a canne mozze, lo puli’ per bene e lo lucido’ come al solito. Aveva comprato il seghetto per mozzare le canne giusto poche settimane prima, il lavoro gli era riuscito perfettamente; le pallottole erano quelle che aveva rubato con Frank, suo zio, quando erano andati nel Wyoming a caccia.
Prese la sacca nera, arrotolo’ il fucile dentro la vecchia coperta insieme alla scatola di pallottole e butto’ il tutto dentro la sua Ford.
Usci’ pianissimo in retromarcia dal garage, si fermo’ al Dunkin’ Donuts dove ordino’ un caffè cinnamon spice da portare via con un poppyseed bagel, il ragazzo che c’era a servire era uno nuovo e sembrava mezzo addormentato.
Ritornato in macchina si diresse verso la Interstate, la notte era stellata e ventosa ma non fredda anche se era ottobre inoltrato. Lui di notte dormiva pochissimo, Mary sapeva che soffriva di insonnia ed incubi da quando era tornato dall’Irak e congedato dall’esercito e si era abituata a dormire quasi sempre da sola.
In uno degli incubi più ricorrenti era ancora sotto le armi e controllava gli effetti personali di alcuni soldati morti in azione, gli toglieva la divisa intrisa di sangue e questi appena li toccava urlavano e le loro urla riecheggiavano per tutto quel maledetto deserto. Agghiacciante. Avrebbe preferito non chiudere più occhio per tutta la vita piuttosto che avere ancora una sola volta quell’incubo.
Si ricordo’ di quando andarono a fare un’esercitazione di tiro nel deserto, il caldo torrido, la sabbia che inceppava le armi e penetrava dappertutto, ma anche quella volta aveva fatto meglio di tutti. Era sempre stato un tiratore eccezionale sin da ragazzino, suo padre gli aveva messo in mano il primo fucile a dodici anni ed era stato come ritrovarsi con un vecchio amico, ce l’aveva nel sangue, come diceva il suo vecchio.
Usci’ dalla Interstate e imbocco’ la strada sterrata che portava in cima ad una collina, tra i boschi, proprio di fronte alla stazione di servizio della Texaco sull’autostrada. Spense i fari ed accosto’ la vecchia Ford ai bordi della sterrata quindi prese la sacca nera dal portabagagli e prosegui’ a piedi per circa mezzo miglio sul sentiero per raggiungere l’estremita’.
Giunto in cima si sedette a guardare giù, la stazione di servizio era aperta tutta la notte ma in quel momento non c’era anima viva. Apri’ la zip della sacca nera ed inizio’ a prepararsi, infilo’ le pallottole nel caricatore del fucile e si distese per terra con calma.
Una Pontiac Vibe arrivo’ alla stazione, scese un uomo sui trent’anni a fare benzina, mentre la donna all’interno dell’auto tiro’ giù l’aletta parasole per guardarsi nello specchietto e ravviarsi i capelli. L’uomo chiese qualcosa alla donna che scosse il capo e poi ando’ a pagare per il rifornimento, uscito sbadiglio’, cerco’ di fare un po’ di streching poi sali’ sulla Vibe.
La macchina si mise in moto e rientro’ in autostrada, lui era pronto, studio’ la direzione del vento, prese la mira accuratamente e premette il grilletto, il proiettile attraverso’ il parabrezza ed uccise sul colpo l’uomo al volante. La donna non ebbe neanche il tempo di reagire che fu raggiunta da un secondo proiettile in mezzo alla fronte. La Pontiac ando’ ancora dritta per un paio di secondi quindi ando’ a sbattere violentemente contro il guard rail e si fermo’ in mezzo alla strada.
Si rialzo’ e mise via tutta la sua roba in fretta. Il fucile lo avrebbe pulito a casa, una volta in macchina avvio’ il motore e prese dal sacchetto sul sedile di fianco il caffè cinnamon spice, era ancora caldo.
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