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Notizie dal mondo e dalla Chiesa
Post n°1839 pubblicato il 25 Ottobre 2011 da catholicmind
Proposta di riflessione su Halloween Riunitosi in seduta ordinaria il 24 ottobre 2011, il Consiglio Pastorale Unitario ha valutato la proposta di un intervento sulla festa di Halloween. La discussione ha portato alla scelta di pubblicare il seguente testo, appositamente preparato, da riportare su Kairòs e inviare ai dirigenti scolastici, ai rappresentanti delle istituzioni e ai gestori degli esercizi commerciali che trattano articoli propri di questa festa. L’intenzione è di proporre una riflessione su una fatto culturale, oltre che religioso, che sta prendendo sempre più piede nella nostra società, rischiando di stravolgere o, almeno, di far dimenticare alcuni principi e valori fondamentali a cui la nostra cultura si è da sempre ispirata. * * * * * In prossimità della festa di Halloween, vorremmo proporre alle famiglie, alle agenzie educative, alle istituzioni, ai gestori degli esercizi commerciali, agli operatori pastorali e alla Comunità tutta alcune riflessioni che ci aiutino a comprenderne l’autentico significato e la reale portata, al fine di decidere con più consapevolezza e con ragionevoli e coerenti motivazioni quale sistema di pensiero e di valori vogliamo fare nostro e trasmettere ai più piccoli, al di là di una ingenua e superficiale accettazione di tutto ciò che una società sempre più confusa e incerta, precaria e consumista, oggi ci propone. Chiariamo subito che si tratta di semplici riflessioni, che non hanno altra pretesa se non quella di far maturare un pensiero autonomo e critico, capace di vagliare i vari messaggi, più o meno chiari ed evidenti, che ogni giorno riceviamo e che rischiano, talvolta a nostra insaputa, di disorientarci o anche semplicemente di distrarci da una realtà più scomoda ed esigente. Anche se il nome “Halloween”, attribuito peraltro alla festa solo nel XIX secolo, significa letteralmente “Vigilia di tutti i Santi” e lascerebbe supporre che si tratti di una festa tipicamente cristiana, le sue origini sono da ricercare nella cultura delle popolazioni celtiche pre-cristiane, presso le quali si chiamava “Samhain”, nome che piuttosto indicava semplicemente la fine dell’estate. Più precisamente, la festa di Samhain nella religione druidica si colloca in una visione circolare e ciclica del tempo, in cui tutto ritorna secondo i ritmi della natura, e rappresenta un momento che, posto al limite tra il ciclo vecchio (fine dell’estate) e quello nuovo (inizio dell’inverno), esce dalla dimensione temporale e consente per questo l’abolizione del confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Nella notte di questo passaggio, fra il 31 ottobre e il 1° novembre secondo il calendario celtico, in un tempo strappato al tempo e in uno spazio abitato contemporaneamente dalla vita e dalla morte, i Celti credevano che i morti uscissero dalle tombe per far visita ai vivi, mentre fate ed elfi, creature mitologiche considerate nemiche degli uomini, si intromettessero per fare scherzi, spesso pericolosi, ai vivi. A questa credenza e a questo sistema culturale e religioso, tipici dell’Irlanda e della Scozia e diffusi successivamente negli Stati Uniti e in Canada, si collega l’usanza di far vestire i bambini da streghe, zombie, fantasmi e vampiri (figure che, in un modo o in un altro, richiamano lo stato di non-morte, il mondo dell’occulto e la dimensione del male) e di mandarli a bussare alle porte delle case a chiedere “dolcetto o scherzetto?”, rievocando l’altra tradizione, sempre legata allo Samhain celtico, di lasciare nelle case dei dolci per i morti che fossero venuti a far visita alla famiglia. Quando il Cristianesimo si impiantò nei già esistenti sistemi culturali, ne riprese e ne affinò le espressioni più tipiche, dando, proprio a partire dalle feste, una lettura della storia e del mondo che corrispondesse ai dati della Rivelazione cristiana. Così, in una rinnovata visione del mondo sottratto al caos di forze incontrollabili e consegnato all’ordine sapiente e onnipotente del Creatore, alla pre-cristiana e pagana festa delle forze occulte della natura e dei morti che non trovano riposo, si sostituirono la Festa di tutti i Santi e la Commemorazione di tutti i Fedeli defunti. La storia di questa evoluzione, che qui, per esigenza di brevità, dobbiamo presentare in maniera succinta ed essenziale, ma che sarebbe utile approfondire ulteriormente in sedi più opportune, rivela la trasformazione culturale, e non solo religiosa, che si sta progressivamente operando nella nostra società. Ciò premesso, nel pieno rispetto di quanti volessero scegliere altri sistemi religiosi e filosofici a cui ispirare la propria vita, vorremmo proporre, a quanti si professano cristiani e a quanti hanno a cuore l’identità culturale che ci contraddistingue, i seguenti interrogativi:
Auspicando che queste semplici riflessioni e questi ineludibili interrogativi trovino tante persone di buona volontà disposte a mettersi in discussione, auguriamo a tutti la maturità di fede e di pensiero che S. Paolo augurava alla comunità di Roma dicendo: “Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12, 2). Buona festa di Tutti i Santi! Il Parroco e il Consiglio Pastorale Unitario Fonte: http://www.chiesasangiovannigemini.it/?p=241 |
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