FITOTERAPIE
DEDICATO A MARIA TREBEN
IL PORTALE ONCOLOGICO
informazioni aggiornate sulle diagnosi e terapie del cancro
COSCIENZIOSA PREMESSA
Spesso coloro che cercano di curarsi con le erbe e con altre soluzioni alternative guardano queste soluzioni dallo stesso punto di vista con cui guardano la medicina convenzionale. Cioè stanno chiedendo ad un'erba di curare i loro sintomi. Se hanno dolore, desiderano una pillola che eliminerà il dolore e l'unica differenza fra coloro che si rivolgono alla medicina convenzionale e coloro che invece si rivolgono alla medicina naturale è che quest'ultimi vogliono far scomparire i sintomi con le erbe.
Il problema con entrambi è che non riescono a riconoscere la causa interna dei loro mali, o falliscono nel prendersi la responsabilità del ruolo attivo che hanno nel generare la malattia che attualmente stanno esprimendo. Farsi curare il mal di schiena con l'agopuntura per poter continuare a stare seduti in poltrona a guardare la televisione, evitando l'esercizio fisico e mangiando fast food non è "medicina naturale". È di nuovo medicina allopatica (intesa come medicina scientifica prevalentemente in uso in Occidente) che usa gli aghi da agopuntura invece dei farmaci.
Allo stesso modo, curare la depressione con l'iperico, di nuovo non è medicina naturale. È giusto un altra sostanza, anche se naturale, ingerita per dissimulare i sintomi di un problema molto più profondo.Le persone in buona salute non hanno bisogno dell'iperico per la salute mentale.Questo non significa che un'erba non può essere utile mentre stai facendo cambiamenti verso uno stile di vita che migliori la prospettiva mentale (come i cambiamenti nella dieta, una maggiore esposizione alla luce solare naturale, esercizio fisico ecc.), ma dipendere dall'iperico non è concettualmente differente come dipendere dal Prozac (eccetto che l'iperico costa molto meno e non ha effetti collaterali negativi).
Tutto questo è estremamente frustrante per i professionisti della medicina alternativa, della medicina olistica, degli erboristi, dei dietisti alternativi ecc., dato che desiderano aiutare i pazienti, ma purtroppo, bisogna affermarlo, che la maggior parte non sta realmente cercando soluzioni di lunga durata: sta solo cercando di mascherare, a breve termine, il loro sintomo, usando prodotti che si possono chiamare "naturali."
Francamente, questa non è medicina naturale.
Questo è solo usare le erbe in un modo rigorosamente allopatico cosi' si delegano di nuovo le responsabilità delle condizioni di salute delle persone ma ...in modo "naturale".
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POTERE TERAPEUTICO DELLE ERBE SVEDESI
1. Inumidendo con le Erbe Svedesi la prima vertebra cervicale, applicando una pezza bagnata, scompariranno dolore e vertigini e si rinforzeranno la memoria ed il cervello.
2. Per l'offuscamento della vista, tolgono il rossore e tutti i dolori persino quando gli occhi sono infiammati, torbidi e annebbiati. Rimuovono le macchie e la cataratta quando con esse vengono inumiditi gli angoli dell'occhio o quando si applica sulle palpebre degli occhi chiusi una pezzuola bagnata con esse.
3. Il vaiolo e gli sfoghi di ogni genere, anche le croste nel naso o in qualsiasi parte del corpo guariscono inumidendo le parti spesso e bene.
4. Contro il mal di denti si diluisce un cucchiaio di queste gocce in un po' d'acqua trattenendole in bocca per qualche tempo oppure inumidendo il dente dolente con una pezzuola. Il dolore svanirà e il marciume regredirà.
5. Con le gocce s'inumidiscono ripetutamente le vesciche sulla lingua o altre ferite; la guarigione non tarderà.
6. Quando la gola è arrossata o piagata per cui cibo e bevanda causano dolore alla deglutizione, le gocce andranno ingerite al mattino, a mezzogiorno e alla sera; toglieranno il calore e guariranno la gola.
7. Chi soffre di crampi allo stomaco ne prenda un cucchiaio durante l'attacco.
8. Contro le coliche si prendono tre cucchiai, lentamente uno dopo l'altro; presto sentirete sollievo.
9. Le gocce annullano l'effetto dei gas nel corpo e rinfrescano il fegato, eliminano tutte le malattie dello stomaco e quelle intestinali e giovano contro la stitichezza.
10. Sono anche un ottimo rimedio per lo stomaco quando questo digerisce male e rifiuta i cibi.
11. Giovano altrettanto contro i dolori alla cistifellea. Un cucchiaio ogni giorno, mattina e sera; di notte impacchi imbevuti di gocce elimineranno presto tutti i dolori.
12. Contro l'idropisia se ne prenda mattina e sera un cucchiaio nel vino bianco per la durata di sei settimane.
13. Contro dolori e ronzii all'orecchio si inumidisca con le gocce un batuffolo di cotone da introdurre nell'orecchio. Gioverà assai e restituirà persino l'udito perduto.
14. Ad una donna sofferente di dolori uterini se ne dia al mattino per tre giorni di fila un cucchiaio nel vino rosso; dopo una mezz'ora le si faccia fare una passeggiata e poi colazione, ma senza latte. Le gocce non vanno prese insieme al latte.
15. Prendendone un cucchiaio mattina e sera durante gli ultimi 15 giorni della gravidanza, il parto sarà facilitato. Per liberare più facilmente la placenta, si somministri alla puerpera un cucchiaio da dessert ogni due ore fino a che la placenta non si stacchi senza doglie.
16. Se dopo il parto si verificano infiammazioni alla mammella con l'inizio dell'allattamento, esse spariranno rapidamente applicando degli impacchi di gocce.
17. Liberano i bambini dalla varicella. Si somministri ai bambini delle gocce, a seconda dell'età, diluite in un po' d'acqua. Quando le vescicole cominciano a seccarsi, inumidire ripetutamente con le gocce; non rimarranno cicatrici.
18. Sono efficaci contro i vermi nei bambini e negli adulti; elimineranno persino le tenie, solo che ai bambini occorre somministrarle a seconda dell'età. Legare una pezzuola imbevuta di gocce sull'ombelico mantenendola sempre umida.
19. Nell'itterizia spariscono presto tutti i disturbi prendendo un cucchiaio di gocce tre volte al giorno ed applicando dei cataplasmi di gocce sul fegato ingrossato.
20. Sbloccano tutte le emorroidi, guariscono i reni, eliminano dal corpo, senza altre cure, i liquidi ipocondriaci, tolgono la malinconia e le depressioni e stimolano l'appetito e la digestione.
21. Aprono anche le emorroidi se le bagniamo ripetutamente e se le rendiamo molli ingerendo le gocce, soprattutto prima di coricarci. Per via esterna si applica un batuffolino di cotone bagnato con le gocce. Renderà fluido anche il resto del sangue e gioverà contro i bruciori.
22. Se qualcuno è svenuto, gli si apra eventualmente la bocca somministrandogli un cucchiaio di gocce, e il malato ritornerà in sé.
23. Prese per bocca allontaneranno anche il dolore dei crampi sordi fino a che col tempo non cessino del tutto.
24. Contro la tisi polmonare si prendano ogni giorno a digiuno e per la durata di sei settimane.
25. Quando una donna perde la sua depurazione mensile o questa sia troppo abbondante, è bene che prenda queste gocce per tre giorni ripetendo l'operazione per venti volte. Il medicamento calmerà quanto è in eccedenza e rimedierà a quanto è insufficiente.
26. Questo medicamento giova anche contro le perdite bianche.
27. Se qualcuno è affetto dal mal caduco (epilessia), occorre somministrargliene immediatamente. Il malato continui poi a prendere esclusivamente questo medicinale in quanto esso rinforzerà sia i nervi affaticati che tutto il fisico allontanando ogni malattia.
28. Guariscono le paralisi, scacciando le vertigini e la nausea.
29. Guariscono anche i bruciori del vaiolo e della erisipela.
30. Se qualcuno avesse la febbre, calda o fredda che sia, e fosse molto debole, gli si dia un cucchiaio, e l'ammalato, se non ha caricato il proprio corpo con altri rimedi, tornerà presto in sé, il suo polso riprenderà a battere; fosse anche stata altissima la sua febbre, il malato migliorerà presto.
31. Le gocce guariscono cancro, vaiolo e verruche di vecchia data nonché le screpolature delle mani. Se una piaga è vecchia e purulenta o se presenta delle escrescenze, la si lavi accuratamente con del vino bianco, coprendola poi con una pezza imbevuta di gocce. Esse elimineranno ulcere e dolori nonché l'escrescenza carnosa, e la ferita inizierà a guarire.
32. Tutte le ferite dovute a colpi o punture guariscono senza complicazioni quando vengono bagnate con le gocce. Immergete una pezza nelle gocce coprendo con essa le ferite. In brevissimo tempo elimineranno il dolore prevenendo ogni gangrena o putrefazione e guariranno anche le ferite di vecchia data dovute ad arma da fuoco. Se ci sono buchi iniettate le gocce nella ferita che non occorre necessariamente pulire in precedenza; mediante l'assidua applicazione di una pezza imbevuta, la guarigione avverrà in breve.
33. Fanno scomparire tutte le cicatrici, anche quelle più annose, tutte le piaghe e tutti i tagli se queste vengono inumidite con le gocce fino a 40 volte. Tutte le ferite curate con queste gocce non lasciano cicatrici.
34. Esse guariscono completamente tutte le fistole anche se sembrano inguaribili e indipendentemente dalla loro età.
35. Curano tutte le ferite da ustioni; che siano prodotte da fuoco, acqua bollente o grasso, quando queste vengano assiduamente bagnate con le gocce. Non si formeranno vesciche; il calore ne verrà estratto. Persino vesciche purulente guariranno totalmente.
36. Le gocce giovano contro tumori e macchie dovuti ad urti o colpi.
37. Se qualcuno non riesce a mangiare con appetito, esse restituiranno il sapore perduto.
38. A chi è molto anemico ridonano il colore quando vengano ingerite al mattino per un certo periodo di tempo. Esse purificano il sangue formandone del nuovo e ne favoriscono la circolazione.
39. I dolori reumatici scompaiono prendendo le gocce per bocca o applicando sugli arti infiammati delle pezze imbevute con le gocce stesse.
40. Curano mani e piedi congelati anche se piagati. Si consiglia di applicarvi il più spesso possibile delle pezze imbevute soprattutto la notte.
41. Sui calli applicate un batuffolo di cotone imbevuto di gocce inumidendo con esso costantemente il punto dolente. Dopo tre giorni i calli si staccheranno da soli oppure potranno essere levati senza alcun dolore.
42. Curano anche i morsi di cani arrabbiati e di altri animali, prese per bocca, in quanto distruggono tutti i veleni. Coprite le ferite con un panno imbevuto.
43. In caso di peste o altre malattie contagiose è opportuno ingerirne ripetutamente durante la giornata poiché curano ulcere pestose e bubboni anche se insediati nella gola.
44. Chi di notte non dorme bene prende queste gocce prima di coricarsi. Nel caso di insonnia nervosa applichi sul cuore un panno imbevuto di gocce diluite.
45. Somministrate in quantità di due cucchiai ad un ubriaco, fanno scomparire gli effetti della sbornia.
46. Chi prende queste gocce quotidianamente mattina e sera, non avrà bisogno di alcun'altra medicina poiché esse rinforzano il corpo, rinfrescano i nervi ed il sangue, liberano dal tremore mani e piedi. In breve, allontanano ogni specie di malattia. Il corpo rimarrà ben elastico, il viso manterrà la sua giovanilità e bellezza.
MODALITÀ DI PREPARAZIONE
USO INTERNO: Secondo l'indicazione dell'Antico Manoscritto se ne prende come profilattico un cucchiaino da dessert diluito, mattina e sera. Contro i disturbi di qualsiasi genere si possono prendere tre cucchiaini diluiti. Contro le malattie maligne se ne prendono da due a tre cucchiaini al giorno nel modo seguente: si prende rispettivamente un cucchiaino diluito in 1/8 di litro di tisana d'erbe, distribuendolo fra 1/2 ora prima e 1/2 dopo ogni pasto.
CATAPLASMA di Erbe Svedesi: A seconda della dimensione della zona malata si prende un pezzo piccolo o grande di cotone idrofilo impregnato di gocce svedesi e lo si applica sulla parte da trattare unta in precedenza con crema molto grassa o con crema di Calendula. Quindi si copre il tutto con un pezzo un po' più grande di plastica per evitare che si macchi la biancheria. Infine si fascia tutto con un panno o con una benda. A seconda del tipo di malattia, il cataplasma deve rimanere in situ da due a quattro ore. Se ben sopportato lo si può lasciare per un'intera notte. Se in soggetti dalla pelle delicata si dovessero malgrado tutto verificare delle irritazioni cutanee, si dovranno abbreviare i tempi di applicazione degli impacchi o rimandare l'applicazione per un certo periodo. Chi soffre di allergie, fasci il cotone soltanto col panno senza usare il pezzo di plastica. In nessun caso si deve dimenticare di ungere la pelle. Se già dovesse essere in atto uno sfogo pruriginoso, la si tratti eventualmente con crema di Calendula.
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Originale ricetta di M. Treben
10 g di Aloe (o polvere di Assenzio) (aloe vera, o polvere di arthemisia absenthium)
5 g di Mirra (commiphora myrrha)
0,2 g di Zafferano (crocus sativus)
10 g di foglie di Cassia (cassia angustifolia)
10 g di Canfora (solo naturale, ovvero quella cinese) (Cinnamomum camphora)
10 g di Rabarbaro radice (Rheum palmatum )
10 g di Curcuma radice (curcuma longa)
10 g di Manna (fraxinus ornus)
10 g di Teriaca Veneziana (Electuarium aromaticum cum oppio)
5 g di Carlina radice (Carlina acaulis)
10 g di Angelica radice (angelica archangelica)
Preparazione:
Le Erbe Svedesi vanno messe a macerare in un litro e mezzo di acquavite di grano* o di frutta** a 40° in una bottiglia dal collo largo, lasciandola per 15 giorni al sole o in vicinanza di una fonte di calore.
Scuoterla ogni giorno, prima di filtrarla per il travaso in una bottiglia più piccola ed ancora, ogni volta prima di servirsi del suo contenuto. Il resto, cioè quello che non è stato travasato nella bottiglia più piccola, può essere conservato un mese e mezzo e oltre.
Il liquido va travasato in bottiglie piccole che poi, chiuse ermeticamente, vanno conservate in frigorifero. Questo elisir può essere conservato per molti anni. Più riposa, più aumenta il suo effetto.
Le erbe le trovate in erboristeria. Ho messo anche i nomi botanici per facilitarvi la ricerca delle erbe.
* acquavite di grano..o Hefebrand (acquavite distillata dai fondi che rimangono dopo che il succo di uva è fermentato in vino.) prodotto tipico tedesco del comune di nörten-hardenberg, nella regione del weserbergland (tra la Bassa Sassonia, il Nord Reno-Westfalia e l’Assia)
** Il distillato di frutta o acquavite si ottiene da un fermentato di frutta monospecie (pere, mele, cotogne, sorbo, ribes rosso e/o nero, lampone, sambuco, ciliegie, marasche, susine, corniole)
La percentuale 40% indica la presenza alcoolica minima espressa in volumi.
Se non trovate l'acquavite di grano, potete usare un distillato di frutta.
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Dove reperire queste erbe
Le erbe descritte per la ricetta originale di Maria Treben dell'Amaro Svedese non sono facili da reperire, riuscendo a comprarle separatamente in erboristeria, si devono poi mescolare nella dose indicata.
Vi consiglio di iniziare con le erbe preparate se non trovate le dosi indicate nella ricetta che ho descritto, non fate altri miscugli, e' davvero utile che le dosi siano quelle indicate, perche' si compromette l'efficacia del prodotto.
In caso di dubbi potete scrivermi
centerfit@gmail.com o lasciare un messaggio nel
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Una buona alimentazione naturale
Si compone di una parte di alimenti cotti, ed una parte di alimenti crudi.
Nelle malattie gravi, come il cancro, l'alimentazione cruda fa miracoli. Molte volte si riesce a fermare un decorso negativo , un processo grave, tramite una alimentazione di crudita' vegetali.
Chi non digerisce piu' e non assimila piu' bene, comincera' con succhi, passando poco a poco alle verdure e frutta sminuzzata, arrivando col tempo all'alimentazione con crudita' vegetali normali.
Chi non e' obbligato a fare queste cure drastiche, mangera' alimenti cotti e crudi, avendo cura di avere una parte di crudita' vegetali ad ogni pasto.
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La Teriaca
Nella storia della medicina esiste un antico rimedio polifarmaco, la Teriaca (il cui nome deriva dal vocabolo greco “therion”, usato per indicare la vipera o gli altri animali velenosi in genere), dotato di virtù magiche e capace di risolvere ogni tipo di male, prescritto ininterrottamente dai medici per 18 secoli. In origine il suo uso principale era quello di combattere i veleni iniettati tramite il morso di “fiere velenose” e la sua invenzione si fa risalire a Mitridate, re del Ponto, il quale ne faceva uso quotidiano per combattere la paura ossessiva di essere avvelenato.
Si tramanda che la ricetta per la sua preparazione sia stata ritrovata da Pompeo nella cassetta di quel re e da qui il primitivo nome di “elettuario di Mitridate”. Fu Andromaco il Vecchio, medico di Nerone, che perfezionò la ricetta, aggiungendo la carne di vipera, certo che il suo uso avrebbe aumentato le virtù dell’antidoto. Nasceva così la Theriaca Magna o Theriaca di Andromaco, perfezionata poi da Critone, medico di Traiano. Galeno, nel “De teriaca ad Pisonem”, esaltò l’azione portentosa della teriaca e sostenne che era sufficiente assumerne ogni giorno una certa quantità per essere protetti dai più potenti veleni.
La Teriaca, dall’epoca di Andromaco fino al XII secolo fu preparata dai medici, poi, nel 1233, con l’editto dell’Imperatore Federico II di Sicilia, noto come “L’Ordinanza Medicinale”, si ebbe una netta separazione tra la professione medica e la professione farmaceutica, per cui ai medici fu vietata la preparazione dei farmaci. Dal XIII secolo, perciò, le preparazioni medicamentose furono affidate alla Corporazione degli Aromatari, sotto il diretto controllo dei medici
All’inizio del XIV secolo iniziarono i viaggi verso l’estremo Oriente e grazie a questi, nuove spezie furono introdotte in Europa; si sentì quindi il bisogno di creare figure che fossero esperte di queste “droghe”, utilizzate anche nell’alimentazione umana. Nacque così il Collegio degli Speziali, che ebbe il riconoscimento ufficiale nel 1429.
Con l’introduzione di nuove droghe, la preparazione subì notevoli variazioni, per cui si passò dai 62 componenti citati da Galeno, fino ai 74 utilizzati dalla farmacopea spagnola. Il successo esplose nel XVI secolo, quando presso le “ spezierie” di Bologna, Napoli, Venezia e Roma, la Teriaca veniva preparata in notevole quantità, diventando presto una voce importante per l’economia delle città.
La migliore di tutte era però quella che si preparava a Venezia, dal momento che gli speziali della serenissima potevano utilizzare più facilmente le droghe provenienti dall’Oriente, la cui fragranza e rarità conferivano al preparato una qualità superiore.
La preparazione della teriaca era un vero e proprio rito studiato nei minimi particolari e a Venezia veniva fatta alla presenza della popolazione,esponendo al pubblico per tre giorni le varie sostanze, affinché si rendesse conto della genuinità e della bontà delle medesime. La sfarzosa cerimonia, alla presenza delle più alte autorità della Serenissima e del Protomedico, avveniva durante il mese di maggio, poiché alcuni componenti raggiungevano solo in quel periodo il perfetto stato di impiego ed anche perché gli influssi astrali di quel mese potevano dare facoltà speciali al rimedio.
L’elemento più curioso della preparazione sono i Trocisci di vipera, vale a dire carne di vipera dei Colli Euganei, femmina, non gravida, catturata qualche settimana dopo il letargo invernale, privata della testa, della coda e dei visceri, bollita in acqua di fonte salata ed aromatizzata con aneto, triturata, impastata con pane secco ,lavorata in forme tondeggianti della dimensione di una noce e posta ad essiccare all’ombra.
Altro componente fondamentale era l’Oppio, che doveva provenire rigorosamente da Tebe, in quanto di qualità superiore rispetto a quello Turco.
Altri ingredienti erano l’asfalto, il benzoino, la mirra , la cannella, il croco, il solfato di ferro, la radice di genziana, il mastice, la gomma arabica, il fungo del larice, l’incenso, la scilla, il castoro, il rabarbaro, la calcite, la trementina, il carpobalsamo, il malabatro, la terra di Lemno, l’opobalsamo, la valeriana et alia.
La preparazione, per raggiungere il massimo dell’efficacia, doveva “maturare” per almeno sei anni, ed era considerata valida fino al 36 anno.
La teriaca era il rimedio sovrano per un’infinità di malattie che spaziavano dalle coliche addominali alle febbri maligne, dall’emicrania all’insonnia, dall’angina ai morsi delle vipere e dei cani, dall’ipoacusia alla tosse. Veniva utilizzata per frenare la pazzia e per risvegliare gli appetiti sessuali, per ridare vigore ad un corpo indebolito, nonché per preservare dalla lebbra e dalla peste.
Le modalità di somministrazione ed il dosaggio variavano a seconda della malattia, dell’età e del grado di debilitazione del paziente. Si assumeva stemperata nel vino, nel miele, nell’acqua o avvolta in foglia d’oro, in quantità variabile da una dramma (1,25 g circa) a mezza dramma, ma la conditio sine qua non affinché la teriaca fosse efficace era che doveva essere assunta dopo aver purgato il corpo, altrimenti il rimedio sarebbe stato peggiore del male. Per i trattamenti con la Teriaca il periodo più favorevole era l’inverno, seguito dall’autunno e dalla primavera. Da evitare, a meno di una situazione particolarmente grave, l’estate.
Con il trascorrere dei secoli l’interesse per questo polifarmaco a poco a poco scemò, e nonostante non lo si utilizzasse più, a fine Ottocento lo si trovava ancora iscritto in farmacopee di numerosi paesi, compreso il nostro, tanto che fino al 1850 lo si preparava ancora a Venezia e a Napoli venne prodotto fino al 1906.
Un’ultima curiosità: io stesso reperii la Teriaca in una antica erboristeria di Torino circa 15 anni addietro, l’acquistati e la conservo ancora gelosamente. Non chiesi però se c’era la carne di vipera, né ebbi il coraggio di utilizzarla!!!
E’ il ricostituente per eccellenza. A base di Fosforo organico, Ferro, Calce, Manganese, Kola, China, Coca, Noce Vomica, riunisce in un insieme scientificamente perfetto tutto quanto è necessario per riordinare le funzioni intorpidite dell’organismo e ridare al medesimo la forza e la freschezza. E’ di sapore gradevole perché le sostanze medicamentose sono disciolte in puro vino bianco passito, il quale esalta i benefici effetti della preparazione sull’organismo per le ben conosciute proprietà stimolanti del vino passito.
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Lo Zafferano
La pianta dello zafferano è ampiamente diffusa nel territorio di tramonti allo stato selvatico, la sua coltivazione è invece frutto di una recente iniziativa.
Lo zafferano come pianta officinale era già conosciuto nell’antichità in oriente ed in Grecia (il suo nome prende origine dal termine arabo jafaran trasformato dal persiano sahafaran derivante da asfar che significa giallo); veniva usato come colorante o come componente di unguenti e profumi, in Persia ed in Grecia era anche ritenuto un efficace afrodisiaco. I romani ne fecero largo uso in cucina per aromatizzare la selvaggina ed alcune qualità di vini.
Reintrodotto in Europa dagli arabi penetrati nella penisola iberica a partire dal 711, si rivela subito una notevole fonte di ricchezza, per cui si cerca di mantenerne il monopolio emanando severissime leggi contro l’esportazione dei bulbi; pare però che alcuni monaci riuscissero con l’astuzia a portare fuori dei confini spagnoli i preziosi tuberi, che presto si diffondono nei paesi mediterranei.
Il Italia la produzione, concentrata nella zona di Navelli (vicino all’Aquila) e nella parte centrale della Sardegna, è caratterizzata da una qualità molto elevata. Dato però il suo alto costo oggi l’industria alimentare preferisce importare uno zafferano di livello inferiore ma assai più economico da paesi come Egitto, India e soprattutto Iran.
La pianta e gli stimmi
Il crocus sativus (nome scientifico dello zafferano) è una pianta tripoide e pertanto sterile che di conseguenza si propaga tramite i bulbo-tuberi (cormi). I fiori vengono raccolti all’alba e subito privati dei lunghi stimmi di colore rosso, i quali devono venire essiccati al sole (o tramite un’altra fonte di calore). Durante questa operazione vengono persi circa i quattro quinti del peso originario, per cui da ogni fiore viene ricavata una quantità minima di spezia (per 1 Kg. di zafferano occorrono circa 150.000 fiori e due mesi di lavoro); fortunatamente è sufficiente un pizzico di zafferano per conferire sapore e colore alle pietanze, grazie al suo profumo ed al suo gusto inebriante.
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Accenni di Fitoterapia I complementi alimentari a base di principi esclusivamente naturali, sono un supporto valido, non hanno effetti secondari, non sono tossici e non provocano assuefazione nell'organismo. La garanzia totale è data dalla preparazione che non altera né annulla le potenzialità curative della pianta. Guarire e stare bene è possibile, cercando di essere quanto più possibile in armonia con le leggi della natura tenendo conto che la malattia della persona, va curata nella sua interezza Usando correttamente le possibilità terapeutiche della Fitoterapia, si possono ottenere risultati di sicura guarigione, in quanto alcune piante L'umanità si è da sempre curata, attraverso le terapie naturali, seguendo i principi idonei alla propria cultura, al proprio tempo, al proprio ambiente e clima. Le piante hanno una loro comprovata efficacia, in quanto agiscono nella loro totalità e spesso le cure naturali agiscono in sinergia per una più veloce guarigione insieme ai farmaci convenzionali.
È la medicina dolce che ha una esperienza ricca di secoli, nessun medicamento chimico, vanta un lavoro di ricerca così lungo nel tempo.
I principi attivi delle piante, godono di una comprovata efficacia terapeutica, depurano, e stimolano le difese immunitarie dell'organismo, e le compresse fatte con la polvere delle piante in quanto conservano la totalità dei benefici medicamentosi, sono il modo più idoneo per assumerle.
Le parti attive, sono diverse a seconda che se ne utilizzi la parte aerea ,come il gambo, la corteccia, le foglie, i fiori o i frutti o le parti sotterranee, come le radici , i rizomi, i tuberi.
La qualità del proprio stato di salute viene attivata, oltre che attraverso l'uso di medicamenti naturali anche da una adeguata alimentazione.
agiscono sia come cura generale dell'organismo che come stimolatori di alcuni organi ed apparati, emuntori del corpo, con la capacità di drenare e disintossicare l'organismo.
In tutto il mondo la fitoterapia si sta collocando come una vera e propria alternativa alla medicina ufficiale, anche se non esiste un farmaco completamente privo di rischio, sia esso naturale o di sintesi, ma è indubbio che i principi attivi estratti dalle piante siano meno nocivi dei prodotti farmaceutici Già da 5000 anni si è fatto il ricorso ai preparati a base di erbe, basti considerare la Medicina Cinese e la Ayurvedica o la Medicina degli Indiani d'America.
I prodotti si presentano in varie formulazioni, sotto forma di Estratti Idroglicerici, di Compresse, di Tisane Solubili, di Integratori in Flaconcini, di Te, Infusi.
AVVERTENZE sull'impiego dei preparati erboristici:
I preparati erboristici sono degli ottimi ausili nella prevenzione, e nel
mantenimento del proprio stato di benessere, ma è sconsigliata nel modo piu assoluto l'automedicazione.
I preparati erboristici sono dei farmaci veri e propri, consultare persone esperte, che sappiano per esperienza consigliare al meglio.
Sono un ottimo presidio e privi di effetti collaterali, adatti a tutti, se ben consigliati.
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"LA FARMACIA del villaggio": così viene chiamato in India il "neem" (Azadirachta indica), un albero delle Meliacee. Per secoli gli abitanti di questo paese sono ricorsi a questa pianta per curare dolore, febbre e infezioni. Credendo che il neem aiuti a depurare il sangue, all’inizio di ogni anno molti indù ne mangiano qualche foglia. Inoltre si puliscono i denti con i suoi rametti, curano i disturbi della pelle con il succo ricavato dalle foglie e ne bevono l’infuso come tonico. Negli ultimi anni gli scienziati hanno manifestato crescente interesse per il neem. Tuttavia una relazione scientifica che illustra i possibili impieghi di questa pianta avverte: "Anche se pare che le possibilità siano quasi illimitate, non si sa ancora nulla di preciso sul neem. Gli scienziati più entusiasti di questa pianta e dei suoi possibili impieghi ammettono che nella fase attuale le prove a sostegno delle loro aspettative non sono definitive". Nondimeno la relazione dice anche: "Due decenni di ricerche hanno messo in luce risultati promettenti in così tanti campi che questa oscura specie potrebbe tornare enormemente utile sia ai paesi poveri che a quelli ricchi. Perfino alcuni dei ricercatori più cauti dicono che il ‘neem merita di essere definito una pianta portentosa’". — Neem—A Tree for Solving Global Problems. La sua funzione come albero Il neem, presente nelle regioni tropicali, appartiene alla famiglia del mogano. Raggiunge 30 metri di altezza e circa 2 metri e mezzo di circonferenza. Dato che di rado perde le foglie, provvede ombra tutto l’anno. Cresce in fretta, richiede poche cure e sopravvive bene nei terreni poveri. Fu introdotto nell’Africa occidentale ai primi del secolo per fornire ombra e impedire al deserto del Sahara di estendersi a sud. I selvicoltori hanno introdotto questo albero anche nelle Figi, a Maurizio, nell’Arabia Saudita, nell’America Centrale e Meridionale e nelle isole caribiche. Negli Stati Uniti ci sono piantagioni sperimentali nelle aree meridionali dell’Arizona, della California e della Florida. Oltre a provvedere ombra tutto l’anno nei paesi in cui fa molto caldo, questo albero può fornire legna da ardere. Per di più, il suo legno inattaccabile dalle termiti è utilizzato nell’edilizia e in falegnameria. Quindi, anche solo a giudicare dalla sua utilità come albero, il neem ha parecchi pregi. Ma c’è dell’altro.Detestato dagli insetti Agli abitanti dell’India è noto da molto tempo che le foglie del neem allontanano gli insetti molesti; per questo mettono foglie di neem nei letti, nei libri, nei recipienti, nelle credenze e negli armadi. Nel 1959 un entomologo tedesco e i suoi allievi, dopo avere assistito nel Sudan a un’impressionante piaga di locuste durante la quale miliardi di esse divorarono le foglie di tutti gli alberi tranne quelle del neem, si misero a studiare questa pianta con grande impegno. Gli scienziati hanno appreso da allora che il complicato arsenale chimico del neem è efficace contro oltre 200 specie di insetti come pure contro vari acari, nematodi, funghi, batteri e perfino diversi virus. I ricercatori hanno fatto un esperimento, mettendo in un contenitore foglie di soia insieme a coleotteri giapponesi (Popillia japonica). Metà di ciascuna foglia era stata irrorata con estratto di neem. I coleotteri hanno divorato la metà non irrorata di ogni foglia ma non hanno toccato le parti trattate. Sono morti di fame piuttosto che mangiare anche piccole parti delle foglie trattate. Esperimenti di questo tipo fanno pensare alla possibilità di produrre un pesticida poco costoso, non tossico e di facile preparazione in alternativa a quelli sintetici. Nel Nicaragua, per esempio, gli agricoltori mettono nell’acqua semi tritati di neem: 80 grammi di semi per ogni litro d’acqua. Tengono a bagno per 12 ore i semi pestati, li scolano e poi irrorano le colture con quest’acqua. I prodotti ricavati da questa pianta non uccidono direttamente la maggioranza degli insetti. Questi spray alterano i processi vitali dell’insetto, che alla fine non riesce più a nutrirsi, riprodursi o fare la metamorfosi. Ma anche se i prodotti ricavati dal neem sono efficaci contro gli insetti, non sembra che siano nocivi per gli uccelli, gli animali a sangue caldo e gli esseri umani."La farmacia del villaggio" Il neem può essere utile alle persone anche in altri modi. I semi e le foglie contengono dei composti che hanno rivelato proprietà antisettiche, antivirali e fungicide. Secondo alcuni, potrebbe essere efficace contro le infiammazioni, l’ipertensione e le ulcere. Si dice che medicinali ricavati da estratti del neem combattano il diabete e la malaria. Tra gli altri possibili impieghi benefici vanno annoverati i seguenti:RepellentiIgieneProprietà È chiaro che il neem non è un albero comune. Anche se non si sa ancora tutto su di esso, si rivela molto promettente: per tenere meglio sotto controllo gli insetti dannosi, migliorare la salute, agevolare la riforestazione e, forse, ridurre la sovrappopolazione. Non è strano che alcuni abbiano definito il sorprendente neem un "dono di Dio all’umanità"!
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I 12 SALI DEL DOTTOR SCHUßLER
La terapia biochimica di Schuessler si basa su 12 rimedi minerali inorganici, somministrati in diluizione omeopatica. Secondo l’Autore, ad ogni sale corrispondono sintomi e malattie causate dalla carenza del sale stesso. In sintesi, riassumo le caratteristiche principali di questi 12 sali.
Calcium fluoratum
(Spato di fluoro — fluoruro di calcio)
Questo sale è coinvolto nella formazione delle ossa, dello smalto dei denti e delle fibre elastiche di tutti tessuti. E’ indicato in tutti i disturbi riconducibili ad una perdita di elasticità. Può trattarsi di varici venose, di emorroidi, di un prolasso uterino, della dilatazione del cuore, ma anche di indurimenti ghiandolari o di altri organi. E’ indicato nella tendenza alle carie e per rinforzare i piccoli vasi. Inoltre, è impiegato nel caso di espettorazione difficile con presenza di catarro giallognolo. I sintomi peggiorano con l’umidità e sono migliorati con le applicazioni calde e frizionando. E’ un rimedio lento ad agire e va assunto per lunghi periodi.
Calcium phosphoricum
(Fosfato acido di calcio)
E’ un sale abbondante in tutto l’organismo. E’ di particolare importanza per l’apparato scheletrico. Senza questo sale il tessuto osseo non si può formare. Per questo è di estremo valore durante la crescita dei bambini. Calcium ph si rinviene anche nel succo gastrico e svolge un ruolo importante nel processo di digestione e di assimilazione. Ha un’azione tonica e ricostituente e favorisce la produzione dei globuli rossi. E’ indicato nell’anemia, nelle convulsioni, negli spasmi, durante la dentizione quando i denti tardano ad uscire, nelle carie precoci, nella convalescenza dopo malattie debilitanti, nei ritardi di crescita dei bambini, nelle infezioni delle ossa, nelle fratture, in alcune patologie della colonna vertebrale, nelle affezioni reumatiche delle articolazioni, nelle ipertrofie delle tonsille e della tiroide e nella diarrea dei bambini. Ottimo anche in caso di disturbi mestruali e nella gravidanza. I sintomi sono peggiorati dal freddo, dall’umido e dai cambiamenti di clima, mentre sono migliorati col riposo e stando sdraiati.
Calcium sulfuricum
(Solfato di calcio)
E’ un rimedio eccellente nelle suppurazioni che tendono a protrarsi e non si risolvono. Facilita la formazione e l’evacuazione di pus o, dato nel momento opportuno, fa abortire una infiammazione che minaccia di suppurare. Il sintomo chiave di questo sale è la presenza di un pus denso, giallo e a volte striato di sangue. I sintomi sono peggiorati con l’umidità e il contatto con l’acqua.
Ferrum phosphoricum
(Fosfato di ferro)
E’ il sale dello stadio iniziale di ogni processo infiammatorio e congestizio. Nel caso di affezioni localizzate, le parti affette sono arrossate, calde e asciutte. A livello generale, può esserci febbre, viso congesto e sete. Ferrum phos è un eccellente rimedio delle sindromi febbrili e di molte affezioni infiammatorie (sinusiti, bronchiti, cistiti, etc.) acute. E’ ottimo in caso di traumatismi e dopo gli interventi chirurgici. E’ un rimedio prezioso che non deve mai mancare nella piccola farmacia famigliare. I sintomi che richiamano questo sale peggiorano col movimento, durante la notte, col caldo e migliorano col freddo.
Kalium muriaticum o chloratum
(Cloruro di potassio)
Questo sale rappresenta il secondo stadio del processo infiammatorio, quando subentra l’infiltrazione e l’essudazione. E’ un valido rimedio nello stadio catarrale che segue ad una infiammazione acuta. Il catarro ha un aspetto denso, fibrinoso ed è bianco o grigiastro. Anche la lingua è coperta da una densa patina bianco-grigiastra. Kali mur è risultato efficace negli stati catarrali cronici delle alte e basse vie respiratorie (in particolare nel catarro tubarico), nella diarrea cronica, nelle perdite vaginali e in alcune forme di dermatite. I disturbi migliorano col calore, peggiorano col movimento e con l’assunzione di cibi piccanti e grassi.
Kalium phosphoricum
(Fosfato di potassio)
E’ il sale specifico del sistema nervoso. Trova applicazione in diverse patologie neurologiche, ma anche nella mancanza di vitalità, nell’ “esaurimento nervoso” e nella depressione. Nel caso di febbre alta, si accompagna a Ferrum ph. Tra l’altro, è anche indicato nella predisposizione dei bambini ad avere il sangue dal naso, nell’asma, nell’incontinenza urinaria, nell’insonnia e nella gastropatia nervosa. I sintomi di questo rimedio peggiorano con il rumore, con l’esercizio fisico e mentale e alzandosi da una posizione seduta. I dolori sono peggiorati col freddo e migliorati con il movimento molto dolce.
Kalium sulfuricum
(Solfato di potassio)
Questo sale rappresenta il terzo stadio del processo infiammatorio ed è indicato per tutte le infiammazioni croniche. In generale, facilita l’escrezione e la disintossicazione. Caratteristiche sono le secrezioni gialle, acquose e appiccicose. La lingua ha un deposito giallastro. E’ indicato nelle bronchiti croniche, nella pertosse, in alcune affezioni della pelle, nei disturbi digestivi, nel catarro intestinale, nelle perdite vaginali e nelle congiuntiviti. E’ anche indicato nelle irregolarità del ciclo. Tutti i disturbi peggiorano in una stanza calda e verso la sera, migliorano col fresco e all’aria aperta.
Magnesium phosphoricum
(Fosfato acido di magnesio)
La carenza di questo sale fa contrarre le fibre muscolari e genera contratture, spasmi e convulsioni. Tra i Sali di Schuessler, è il rimedio antispastico per eccellenza. Interviene anche in molti disturbi dei nervi. E’ particolarmente indicato nei soggetti molto nervosi dall’aspetto magro, asciutto e, a volte, emaciato. Il tipo magnesia è sempre fiacco, stanco e facilmente affaticabile. Le indicazioni di Magnesia ph sono numerose: tutti i tipi spasmi, nevralgie varie tra cui sciatalgia, palpitazioni nervose, pertosse, asma ed epilessia. I dolori arrivano come lampi, intensi e in successione. Possono cambiare sede, sono peggiorati dal freddo, dalle applicazioni di acqua fredda e dal tocco. Il caldo, le frizioni e la flessione li migliorano. Gli episodi acuti spesso si presentano con grande prostrazione, a volte con abbondante sudorazione.
Natrium muriaticum o chloratum
(Cloruro di sodio)
Questo sale è presente in ogni parte liquida e solida del nostro organismo. E’ un sale assolutamente essenziale per la vita. Mentre il potassio si trova prevalentemente nelle cellule, circa la metà del sodio totale si trova nel liquido extracellulare. La sua funzione è quella di regolare il grado di idratazione delle cellule. Quando è carente abbiamo turbe nella distribuzione dell’acqua nel corpo, che può tradursi in una eccessiva secchezza di alcuni tessuti e una eccessiva acquosità in altri. La somministrazione di Natrum mur ristabilirà l’equilibrio. Agisce sul sistema linfatico, sul sangue, sul fegato, sulla milza e sulle mucose del tratto gastrointestinale. E’ indicato in presenza di eccessiva salivazione e lacrimazione, nel caso di vomito e diarrea. Le secrezioni sono acquose e trasparenti. A volte schiumose. Anche a livello della cute, le lesioni, spesso vescicolose, gemono un liquido trasparente e acquoso. I disturbi peggiorano al risveglio, durante la mattinata, con eccessivi sforzi intellettuali e col freddo-umido.
Natrium phosphoricum
(Solfato biacido di sodio)
Grazie a questo sale l’acido lattico è scomposto in acido carbonico e acqua. L’acido carbonico è eliminato attraverso i polmoni. Natrium ph ha il potere di ridurre gli eccessi di zuccheri nel sangue. E’ anche indicato in tutti casi in cui c’è un eccesso di acido lattico. Agisce anche a livello intestinale, ghiandolare e polmonare. Natium ph ha diverse indicazioni: rigurgiti, eruttazioni e vomiti acidi che si accompagnano a flatulenza e a diarrea verdastra acida (diarree acide dei bambini), parassitosi intestinali, enuresi notturna, leucorrea e crosta lattea, solo per citarne alcune. Caratteristica è la lingua, ricoperta da una essudazione giallo-dorata. Anche a livello degli occhi, possiamo notare una secrezione giallo-cremosa. I disturbi peggiorano col movimento, con l’assunzione dei cibi grassi e col freddo umido.
Natrium sulfuricum
(Solfato sodico anidro)
Questo sale agisce principalmente a livello epato-biliare, ma anche a livello di altri emuntori come i reni. Regola l’acqua extracellulare, mantiene la bile della consistenza normale. E’ considerato un rimedio eccellente nell’influenza. E’ indicato anche nell’ipertrofia del fegato, nell’erisipela, nella renella, nella gotta, nell’asma, nella dispnea aggravata dall’umidità, nelle infiammazioni edematose della pelle, in alcune dermatiti (vescicole con liquido giallo acquoso) e nella tendenza a formare verruche. Sono pazienti che sentono sempre freddo, non riescono mai a scaldarsi e sono tendenzialmente depressi. I sintomi sono peggiorati al mattino, con l’umidità e sdraiandosi sul lato sinistro.
Silicea
(Acido silicico)
Agisce su quasi tutti tessuti dell’organismo, perché è un elemento essenziale del connettivo. Per esempio, è importante nella formazione dei capelli, della pelle e delle unghie. Aumenta la resistenza di tutti tessuti. Silicea è particolarmente indicata nel caso di infiammazioni ben radicate, sia acute sia croniche. L’infiammazione è dura e suppurata. Possono essere interessati numerosi tessuti: articolari, ossei, cutanei, mucosi. Silicea ha un’azione profonda e duratura. Risolve questi processi portandoli a maturazione. E’ indicata nelle fistole e nelle ferite che non si risolvono e nel caso di ematomi. I sintomi peggiorano sempre durante la notte, con la luna piena, all’aria aperta, mentre migliorano in un ambiente riscaldato e con le applicazioni calde.
LE TERAPIE
Per meglio capire la terapeutica dei Sali di Schuessler, vediamo alcune applicazioni pratiche. Ricordo che le compresse vanno assunte sotto la lingua a digiuno, se non diversamente specificato. Iniziare con assunzioni più frequenti. Con il miglioramento, ridurre la frequenza a 3 volte al giorno e continuare per qualche giorno ancora dopo la guarigione. A volte è possibile alternare durante il giorno due rimedi indicati.
Per quanto riguarda Magnesium phosphoricum, nelle fasi acute la sua azione è più veloce se preparato in acqua calda: si sciolgono 10 compresse in un bicchiere di acqua molto calda (mescolando bene, ma senza usare cucchiaini di ferro). Si assume un sorso ogni 2-5 minuti.
Avvertenze: i disturbi elencati sono di norma banali ed episodici e possono essere tranquillamente affrontati con una corretta automedicazione. Tuttavia, a volte, soprattutto se si manifestano in modo ricorrente, possono nascondere problemi più profondi o gravi. In questo caso, rivolgersi sempre ad un medico per una diagnosi precisa e la terapia più corretta.
Afte
Ferrum phosphoricum D12 una compressa ogni quarto d’ora. Inoltre, ogni mezz’ora, fare degli sciacqui con dell’acqua tiepida in cui sono state sciolte 3 compresse.
nel caso di alito maleodorante
Kalium phosphoricum D6 2 compresse ogni quarto d’ora. Inoltre, sciacqui.
Arrossamento degli occhi
infiammazione acuta e asciutta, fotofobia.
Ferrum phosphoricum D6 1 compressa ogni 30’-1 ora.
Bruciori di stomaco
Natrium phosphoricum D6 al bisogno 2 compresse.
se si associano dei crampi
Magnesium phosphoricum D6 1 compressa ogni ora da sciogliere in acqua calda.
Cinetosi (mal di mare, mal macchina)
Natrium muriaticum D6 a scopo preventivo, una compressa ogni 2 ore.
durante i viaggi, 1 compressa ogni mezz’ora.
in fase acuta, 1 compressa ogni 5 minuti.
siccome si tratta di una terapia individualizzata, in alcuni casi potrebbe essere indicato
Natrium phosphoricum D6 stessa posologia del precedente.
Dentizione
facilita l’eruzione dei denti.
Calcium phosphoricum D12 1 compressa per 3 volte al giorno.
se febbre durante la dentizione
Ferrum phosphoricum D12 1 compressa per 6 volte al giorno.
se c’è infiammazione e dolore
Magnesium phosphoricum D12 1 compressa ogni ora, sciogliere in acqua calda.
Faringite banale
Ferrum phosphoricum D12 1 compressa ogni 5’-30’-1h, distanziando con il miglioramento.
Febbre acuta (verificare la causa!!)
ai primi sintomi, subito
Ferrum phosphoricum D12 1 compressa ogni quarto d’ora.
alternando con
Kalium phosphoricum D6 1 compressa per 5 volte al giorno.
Lombalgia acuta
ai primi sintomi
Ferrum phosphoricum D6 1 compressa ogni quarto d’ora.
se c’è molto dolore
Magnesium phosphoricum D6 1 compressa ogni 5 minuti, oppure alternata con il rimedio precedente.
Laringite acuta
Kalium muriaticum D6 1 compressa ogni 30 minuti
eventualmente alternato a
Kalium sulfuricum D6 1 compressa ogni 30 minuti
nel caso di sovraffaticamento della voce (oratori, cantanti, etc.)
Ferrum phosphoricum D6 1 compressa ogni ora.
Orticaria acuta
Kalium phosphoricum D6 1 compressa ogni 10 minuti, distanziare con il miglioramento.
Raffreddore acuto
nella fase iniziale
Ferrum phosphoricum D6 1 compressa ogni quarto d’ora.
scolo molto liquido che causa arrossamento
Natrium muriaticum D6 1 compressa ogni mezz’ora.
se ci sono starnuti frequenti
Magnesium phosphoricum D 6 una compressa ogni quarto d’ora, da sciogliere in acqua calda.
se il naso è molto congestionato
Kalium sulfuricum D6 una compressa ogni ora.
Mal di pancia
Magnesium phosphoricum D6 1 compressa ogni quarto d’ora, da sciogliere in acqua calda. Oppure, seguire la preparazione con le 10 compresse.
Piccoli traumi (slogature, contusioni, etc.), ferite
Ferrum phosphoricum D6 1 compressa ogni quarto d’ora.
Torcicollo
Ferrum phosphoricum D6 1 compressa ogni 2 ore.
Singhiozzo
Magnesium phosphoricum D 6 10 granuli in acqua molto calda
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L' Hypericum perforatum è conosciuto anche come "erba di
san Giovanni". Ovviamente il "mistero" di questo nome può essere chiarito
soltanto facendo ricorso a varie leggende, le quali tuttavia concordano sul fatto che
"Giovanni " sia da identificare con il Battista e non con l'apostolo. Ecco
alcune di queste leggende.
• La prima si basa sulla Bibbia, nella quale si afferma che
Giovanni si nutriva di locuste e di miele selvatico. Il termine greco per locusta (akron),
però, non indica tanto l'insetto quanto la cima delle piante su cui la locusta si posa.
È vero che di solito, nella Bibbia, akron indica l'insetto, tuttavia, quando la leggenda
si sofferma a descrivere le preferenze culinarie del Battista, utilizza lo stesso termine
sia per l'insetto sia per la pianta.
Altre leggende hanno poi compiuto un vero "balzo da
locusta" nel ritenere che la pianta ingerita da san Giovanni con i suoi insetti
coperti di miele fosse Hypericum perforatum...
• Un'altra spiegazione prende spunto dai "puntini"
neri sui petali e dai "forellini" sulle foglie: i primi rappresenterebbero il
sangue versato da san Giovanni decapitato, i secondi le lacrime sparse da chi assistette a
quel crudele spettacolo.
• La terza spiegazione si basa sul fatto che l'Hypericum
perforatum è una pianta selvatica (nel Colorado e in Australia viene considerata
addirittura un'erba infestante) che fiorisce in estate, più o meno all'epoca in cui si
festeggia san Giovanni (24 giugno). Ed ecco perché l'iperico, i cui fiori ricoprono i
prati di un colore giallo vivo, fù soprannominato "erba di san Giovanni".
Quale che sia l'origine del nome, è certo che nel Medioevo, la
notte della vigilia di san Giovanni, era costume dormire con un mazzolino d'iperico sotto
il cuscino, nella convinzione che, così facendo, il santo apparisse in sogno e
proteggesse il dormiente dalla morte per un anno intero.
nel suo libro Thè Healing Power of Herbs, il dottor Michael T.
Murray afferma:
L'erba di san Giovanni ha una lunga tradizione nell'uso
popolare:
Ippocrate (il padre della medicina), Dioscoride, il più
rinomato medico dell'antica Grecia, e Plinio il Vecchio (nell'antica Roma) la impiegarono
per curare molte malattie.
Il nome latino Hypericum perforatum deriva dal greco e
significa "contro i fantasmi": questo perché si credeva che l'erba respingesse
gli spiriti maligni, i quali non potevano sopportarne l'odore. Difatti un altro
appellativo popolare dell'iperico è "erba scacciadiavoli".
Nella medicina popolare, l'erba di san Giovanni è stata
impiegata per curare sia ferite (date le sue elevate proprietà antibatteriche e
antivirali) sia disturbi ai reni e ai polmoni... ma anche per sanare quella che oggi
definiamo depressione.
Nella Rodale's Illustrateci Encyclopedia of Herbs leggiamo:
Quest'erba viene considerata benefica per l'apparato
digerente; in particolare si è sempre ritenuto che i suoi componenti alleviassero i
disturbi dovuti all'ulcera e alla gastrite. Inoltre è stata usata per combattere la
nausea e la diarrea. Anche i lividi e le emorroidi sembrano trarre giovamento dalla sua
applicazione. E stata impiegata per scopi sedativi e analgesici. I fiori, aggiunti a un
particolare olio di uso medico, hanno effetto lenitivo sulle ferite da taglio. Gli
erboristi infine le attribuiscono la proprietà di indurre (o aumentare) un senso di
benessere.
Molto tempo prima che la depressione venisse identificata dalla
medicina tradizionale come una malattia dai connotati precisi, i suoi sintomi
"preoccupazione", "inquietudine nervosa", disturbi del sonno e altri
ancora venivano curati con l'erba di san Giovanni. E anche nella moderna medicina
erboristica l'erba di san Giovanni è impiegata soprattutto nella cura della depressione.
Se vi siete rivolti a un erborista per curare la depressione, quasi sicuramente vi avrà
consigliato l'iperico.
Per quanto riguarda invece l'uso estensivo dell'iperico nella
medicina tradizionale, si può dire che siamo soltanto agli inizi. Le premesse tuttavia
sono più che incoraggianti. Attualmente infatti l'efficacia dell'iperico viene studiata
per la cura dell'AIDS, di varie forme di cancro, dell'enuresi notturna nei bambini, di
alcune malattie della pelle (come la psoriasi), dell'artrite reumatoide, delle ulcere
peptiche e, non ultimo, del mal di testa da sbornia. (L'iperico si solubilizza bene e si
conserva nell'alcool. Chissà, forse, tra qualche tempo, l'iperico sarà aggiunto alle
bevande alcoliche perché agisca come "riduttore" dei postumi delle sbronze...)
A questo punto, dopo aver esaminato le caratteristiche generali
dell'iperico e della depressione, possiamo approfondire le novità positive riguardanti i
rapporti tra la pianta e la malattia.
La ricerca medica ha dimostrato che l'iperico è un trattamento
efficace per la depressione: altrettanto efficace, nella maggior parte dei pazienti, degli
antidepressivi tradizionali. In sintesi, le ricerche cliniche dimostrano che dal 50 all'80
per cento dei pazienti depressi manifesta una significativa diminuzione dei sintomi e un
corrispondente aumento dello stato di benessere. L'entità del successo è comparabile a
quella degli antidepressivi tradizionali; tuttavia, a differenza di questi ultimi:
1) gli effetti collaterali dell'iperico sono pochi e lievi,
2) l'iperico costa molto meno,
3) l'iperico non ha bisogno di ricetta medica.
Tutto ciò rende chiaro fino a che punto questa pianta può
essere usata nel trattamento sia della depressione a lungo termine e a bassa intensità
sia della depressione maggiore nella sua forma lieve e in quella moderata.
Oltre cinquemila pazienti sono stati coinvolti nel suo studio
iniziale e oltre duemila tra loro sono stati inclusi in studi in doppio cieco. Otto
comparazioni testa a testa hanno dimostrato un'efficacia dell'iperico paragonabile a
quella dei tarmaci tradizionali, ma con minori effetti collaterali. In Germania, più di
venti milioni di persone assumono regolarmente l'iperico contro la depressione.
Gli
effetti collaterali dell 'iperico
utilizzata per secoli dalla medicina popolare, l'erba di san
Giovanni vanta un eccellente record di sicurezza, confermato da ricerche mediche recenti.
L'uso massiccio di iperico in Germania (sessantasei milioni di dosi giornaliere all'anno)
non ha prodotto referti medici che denuncino un grave impatto con il farmaco o un effetto
tossico in seguito a un iperdosaggio accidentale.
D'altro canto, non esiste sostanza che possa dirsi del tutto
sicura. Infatti, qualunque elemento tra quelli essenziali alla nostra vita, se assunto in
eccesso, è molto dannoso. Ecco perché su tutte le confezioni dei farmaci è riportata
l'indicazione: "da vendersi soltanto dietro presentazione di ricetta medica ".
Anche il comune sale da cucina un minerale necessario per la nostra vita è mortale se
ingerito in quantità eccessiva.
Nell'analizzare gli effetti collaterali di una certa sostanza,
bisogna anzitutto valutare il pericolo relativo. In altri termini, ci si deve chiedere:
quanto è tossica una data sostanza rispetto a un'altra? L'aspirina è meno tossica della
morfina, ma più tossica, per esempio, della vitamina C.
Vanno altresì confrontati i rischi con i benefici relativi, il
danno causato dalla malattia e il danno potenziale derivabile dal trattamento. La
chemioterapia utilizza alcune tra le sostanze chimiche più tossiche, ma, se pensiamo alle
conseguenze del non utilizzo di tali sostanze la morte per cancro, esse diventano
clinicamente accettabili.
Che cosa possiamo dire dell'iperico a questo riguardo?
Dal punto di vista della tossicità, l'iperico è più sicuro
dell'aspirina. Negli Stati Uniti, ogni anno da cinquecento a mille persone muoiono a causa
dell'aspirina, in genere per emorragie inteme. L'iperico, al confronto, non ha registrato
un solo decesso in almeno 2400 anni di impiego farmacologico.
Infatti l'unico effetto tossico di cui siamo a conoscenza si
manifesta in alcuni animali a pelo corto, come la pecora, che muore non tanto per avere
ingerito, brucando, grandi quantità di erba di san Giovanni, ma per essersi esposta al
sole successivamente: questa è la ragione per cui in Australia l'iperico è considerato
un'erba dannosa. L'iperico aumenta la sensibilità dell'animale alla luce, per cui questo
si ammala e talvolta muore a causa delle ustioni (in termini medici si parla di
fototossicità).
Questo fenomeno, per quanto teoricamente possibile negli uomini,
non è mai stato documentato in rapporto alle dosi di iperico raccomandate per la cura
della depressione. Anche nel caso della ricerca sull'AIDS, che implica la somministrazione
di iperico per via endovenosa in quantità trentacinque volte superiori a quelle per la
depressione, gli effetti fototossici sono stati scarsi e comunque mai letali. (E allo
studio la possibilità di ricorrere a dosi più elevate di iperico sfruttandone le
proprietà antivirali).
Tuttavia il rischio della fototossicità va considerato se il
paziente ha già manifestato una sensibilità specifica alla luce solare o se è in cura
con altri farmaci fotosensibilizzanti, come la Clorpromazina o le Tetracicline.
In uno studio condotto su 3250 pazienti sottoposti a iperico,
solo il 2,4 per cento ha manifestato effetti collaterali.
Tali effetti collaterali tendono a essere lievi. Le affezioni
gastrointestinali rappresentano lo 0,6 per cento, le reazioni allergiche lo 0,5 per cento,
l'astenia lo 0,4 per cento, l'agitazione lo 0,3 per cento.
(E interessante tuttavia notare che, in quindici studi condotti
su 1008 pazienti, gli effetti collaterali nel gruppo di controllo, cui era stato
somministrato un innocuo placebo, sono stati leggermente superiori a quelli del gruppo
sottoposto a iperico: 4,8 per cento nel gruppo del placebo contro 4,1 per cento nel gruppo
dell'iperico. Anche il tasso delle interruzioni si è dimostrato superiore nel gruppo del
placebo: 1,8 per cento rispetto allo 0,4 per cento nel gruppo dell'iperico.)
Un valore superiore viene riportato dal British Medical Journal
in una rassegna di sei studi sull'iperico: il 10,8 per cento dei pazienti ha manifestato
effetti collaterali con l'iperico (simili a quelli elencati sopra) contro il 35,9 per
cento di effetti collaterali nei pazienti trattati con farmaci antidepressivi
tradizionali. Anche in base a questo valore, il British Medicai Journal ha concluso che
gli effetti collaterali dell'iperico sono "rari e di lieve entità".
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Sono efficaci?
FIN dai tempi più antichi si impiegano rimedi vegetali per curare le malattie. Il papiro Ebers, redatto in Egitto verso il XVI secolo a.E.V., contiene la descrizione di centinaia di rimedi popolari contro svariati mali. Di solito però i rimedi a base di erbe erano tramandati oralmente di generazione in generazione.
Si ritiene che in Occidente il fondatore dell’erboristeria farmaceutica sia stato Dioscoride Pedanio, un medico greco vissuto nel I secolo che scrisse il trattato De materia medica. Questo divenne il principale testo di farmacologia per i successivi 1.600 anni. In molte parti del mondo i rimedi tradizionali a base di erbe continuano a essere molto apprezzati. In Germania il servizio sanitario nazionale può persino rimborsare il prezzo dei prodotti di erboristeria acquistati su prescrizione medica.
Anche se da alcuni sono considerate più sicure dei moderni prodotti farmaceutici, le erbe di uso comune e utilizzate dalla medicina popolare non sono prive di rischi. Questo fa sorgere le domande: Di quali avvertenze e raccomandazioni si dovrebbe tener conto prima di fare uso di rimedi vegetali? E ci sono casi in cui una particolare forma di terapia potrebbe rivelarsi più efficace?
Utilità delle erbe
Alle erbe sono state attribuite molte proprietà terapeutiche. Si ritiene che alcune aiutino a combattere le infezioni, mentre di altre si dice che favoriscano la digestione, calmino i nervi, siano lassative o aiutino a regolare il funzionamento delle ghiandole.
Le erbe possono avere sia valore nutritivo che qualità medicamentose. Ad esempio certe piante che hanno azione diuretica, come il prezzemolo, contengono anche rilevanti quantità di potassio. Il potassio contenuto in queste piante compensa la perdita di questo essenziale elemento che viene eliminato attraverso l’urina. Un’altra pianta, la valeriana (Valeriana officinalis), da tempo usata come sedativo, è ricca di calcio. Il calcio può accentuare l’effetto sedativo che questa pianta ha sul sistema nervoso.
Utilizzazione delle erbe
Le erbe si possono utilizzare in diverse forme, come in infusi, decotti, tinture e cataplasmi. Gli infusi si preparano versandovi sopra acqua bollente. Gli esperti raccomandano di non far bollire nell’acqua le erbe usate per gli infusi. I decotti, preparati con radici e cortecce o altro, si fanno bollire al fine di estrarne i princìpi attivi.
Che dire delle tinture? Un libro spiega che “sono estratti vegetali ottenuti mediante alcool puro o diluito, oppure mediante brandy o vodka”. Ci sono poi i cataplasmi, che si preparano in diversi modi. Questi di solito si applicano sulle parti malate o doloranti.
A differenza di molti farmaci e vitamine, quasi tutte le erbe vengono considerate alimenti e di solito si prendono da sole e a stomaco vuoto. Si possono anche prendere in capsule, che sono più pratiche e di sapore più gradevole. Se decidete di curarvi con le erbe, è saggio che vi facciate seguire da un esperto.
Tradizionalmente le erbe medicinali vengono raccomandate per affezioni quali raffreddore, indigestione, stitichezza, insonnia e nausea. A volte però si adoperano le erbe pure per disturbi più seri, oltre che come cura anche nella profilassi. In Germania e in Austria, per esempio, il palmetto (Serenoa repens) è usato come terapia iniziale per l’iperplasia prostatica benigna (aumento di volume della prostata). In alcuni paesi dal 50 al 60 per cento degli uomini finiscono per soffrire di questo disturbo. È importante comunque che la causa dell’aumento di volume venga diagnosticata da un medico per essere certi che il disturbo non richieda un trattamento più aggressivo, come nel caso di un tumore.
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Rimedio in caso di battito di cuore con Lycopus Europaeus
E’ una pianta poco conosciuta che cresce a circa 1000 metri di altitudine in poche regioni della Svizzera. La qualita’ europea, il contenuto e l’effetto delle nostre piante, e’ paragonabile a quelle della Virginia.
Nei casi leggeri di ipertiroidasi, con forti battiti del cuore che l’accompagnano sovente, Lycopus e’ un medicamento eccellente. Nei casi di battiti forti del cuore e agitazione accentuata bastano gia’ 5 o 10 gocce per calmare. Se il disturbo esiste gia’ da tempo, allora sara’ bene prendere contemporaneamente Urticalcin. Persone che hanno facilmente battiti al cuore, che si agitano per piccole cose e hanno un polso alto, di solito presentano carenze di calcio. Queste persone devono evitare il sale da cucina contenente iodio. Chi soffre di agitazione eccessiva del cuore, come succede spesso al giorno d’oggi, prende con vantaggio Lycopus e Urticalcin; la combinazione di questi due prodotti dara’ buon risultato.
L’effetto e’ quasi immediato, ma bisognera’ continuare lo stesso la cura per un periodo abbastanza lungo, per ottenere un successo duraturo. L’interessato dovra’ avere cura di dosare il Lycopus secondo la sua sensibilita’, le persone molto sensibiliti, deboli e irritabili avranno bisogno di sole 5 gocce per volta, 3 volte al giorno. Poiche’ il prodotto e’ innocuo, si potra’ aumentare la dose secondo il fabbisogno sino a 30 gocce per volta, se l’effetto calmante non si ottiene con meno gocce. Se una persona si crede molto malata di cuore, ma il medico al cotrollo dice di non trovare niente di organico anormale, si affidi pure ai consigli e alla cura indicata sopra, perche’ Lycopus e’ sicuramente il prodotto indicato per risolvere il problema dell’agitazione e del battito di cuore che si ripete regolarmente.
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CONSIGLI PRATICI
- Non raccogliete erbe sui bordi delle strade o in parchi frequentati da cani o altri animali
- Non raccogliete niente che non conoscete
- Non lasciate l'erba raccolta in sacchi di plastica e non tenetela ammucchiata: arrivati a casa distribuite l'erba che non viene consumata subito su fogli di giornale o pannelli di legno, meglio ancora lasciatela seccare al sole. In ogni caso smuovetela frequentemente.
- Non raccogliete piante malate o ammuffite.
Coda di topo (eng: timothy - scient: Phleum pratense) e Coda di volpe (eng: foxtail - scient: Alopecurus pratensis)
Il fieno che viene maggiormente consigliato nei siti sui Guinea Pigs è il cosiddetto Timothy: il nome volgare italiano è coda di topo o fleolo. E' una graminacea foraggera molto comune anche da noi e quindi di solito è compreso nel fieno comune; si riconosce per l'infiorescenza a pannocchia cilindrica molto stretta. Viene molto apprezzato per l’elevato contenuto di fibra e lo scarso contenuto in proteine e calcio e perciò è considerato la "base" dell'alimentazione per porcellini e conigli. Si può lasciare sempre a disposizione perchè è molto gradito, non ingrassa ma fornisce molta fibra, ottimale per tenere limati i denti e anche semplicemente come "passatempo" per gli animali.
La coda di volpa e' una graminacea molto simile alla coda di topo.
University of South Florida - Timothy
Tavola botanica Thomé - Timothy
plants.usda.gov - Timothy
Questa è la teoria: nella pratica riconoscere le graminacee è dannatamente difficile. In generale tutte le graminacee vanno benissimo per cavie e conigli. Le graminacee, per intenderci, sono tutte quelle erbe che hanno (quando non hanno ancora formato le caratteristiche spighe e spighette) la foglia a forma di...filo d'erba. Insomma, le "erbe da prato" in genere sono proprio miscele di semi di graminacee, quindi in genere tutta l'"erba" di questo tipo va più che bene. A fianco la foto di una "cosa" che non so cosa sia, a questo punto, anzi se qualcuno riesce a dirmi *con sicurezza* cos'è ... Io so dirvi che qui da noi è comunissima e si trova anche a bordo delle strade.
Trifoglio rosso (eng: red clover - scient: Trifolium pratense) e Trifoglio bianco (eng: white clover - scient: Trifolium repens
)
plants.usda.gov (trifoglio bianco) Tavola botanica Thomé trifoglio bianco Tavola botanica Lindman trifoglio bianco plants.usda.gov (trifoglio rosso) Tavola botanica Thomé trifoglio rosso Tavola botanica Lindman trifoglio rosso | Il trifoglio (tutte le varietà) è una leguminosa tra le più apprezzate dalle cavie. E' abbastanza ricca di calcio, quindi anche questa non va data troppo spesso. Come tutte le leguminose può causare gonfiore: introducetela lentamente nell'alimentazione. Pare che sia più gradita nel periodo precedente alla comparsa dei fiori. |
Erba Medica (eng: alfalfa - scient: Medicago sativa)
L'erba medica è molto ricca di calcio e di ossalati. Come tutte le leguminose può causare gas intestinali soprattutto se somministrata fresca: è quindi consigliabile seccarla o perlomeno lasciarla appassire. Per il suo altissimo potere nutriente è un ottimo alimento per i cuccioli e le femmine gravide, ma deve essere limitato (se non eliminato) dall'alimentazione quotidiana di tutti gli altri animali adulti (oltre i 6 mesi), soprattutto in presenza di calcoli.
Immagine alfalfa
Tavola botanica Thomé
Tarassaco (eng: dandelion - scient: Taraxacum officinale
)
Questa è una piantina che davvero *tutti* conoscono, il dente di leone, quella che fa i famosi "soffioni", che poi sarebbero i semi. E' comunissima ovunque, nei prati e negli incolti o a bordo delle strade. Viene utilizzata in cucina per la sua bontà (sono infatti commestibili tutte le parti della pianta, foglie, fiori e radici) e in medicina per i suoi effetti tonici e depurativi. Purtroppo il tarassaco ha un'alto contenuto di calcio: è un'erba buona ma è meglio limitarne l'uso, soprattutto per cavie e conigli oltre i 6 mesi di età.
Se volete vedere anche la foto del fiore sul sito di Casa Freccia ne potete trovare una molto chiara. :o)
Uso del tarassaco in erboristeria
Proprietà del tarassaco
Tavola botanica Thomé
Tavola botanica Lindman
Borsa del pastore (eng: shepherd's purse - scient: Capsella bursa pastoris)
Pianta della famiglia delle Crucifere/Brassicacee, comunissima nei prati e a volte addirittura invadente. E' facilissimo riconoscerla per la caratteristica forma "a cuoricino" delle foglioline. E' commestibile anche per gli umani ma non ha un sapore particolarmente gradevole, però viene molto utilizzata in campo erboristico per le proprietà coagulanti e cicatrizzanti dovute all'alto contenuto di tannini.
Tavola botanica Lindman
Achillea (eng: yarrow - scient: Achillea millefolium
)
L'achillea, appartenente alle Asteracee, è una piantina infestante molto comune nei prati. Può avere fiori bianchi o più o meno rosa ed è molto facile da riconoscere. Viene utilizzata in erboristeria come calmante, cicatrizzante ed emmenagogo. Ai fini eduli può essere aggiunta alle minestre o alle insalate e viene usata in amari e digestivi. E' una buona erba da prato, un tempo veniva considerata un ottimo rimedio contro la scabbia degli ovini.
Tavola botanica Thomé
Tavola botanica Lindman
Piantaggine (eng: plantain - scient: Plantago)
Piantina appartenente alla famiglia delle Plantaginacee. Nei nostri prati potete trovare diverse specie di piantaggine, ma i più comuni sono la Plantago major (in foto a destra), la Plantago lanceolata (in foto a sinistra) e la Plantago media. E' molto apprezzata anche in cucina, lessata o cruda in insalata, ed è graditissima a conigli e cavie.
Tavola botanica Thomé: la piantaggine maggiore.
Tavola botanica Lindman: la piantaggine lanceolata.
Tavola botanica Lindman: la piantaggine media.
In questa pagina potete vedere un'altra immagine dal vivo della piantaggine, fatta molto bene.
Centocchio (eng: common chickweed - scient: Stellaria media
)
Piantina infestante appartenente alla famiglia delle Cariofillacee, annua, alta pochi centimetri, forma vasti tappeti di foglioline tenere costellate di minuscoli fiorellini bianchi a forma di stellina. E' molto comune, facile da trovare e riconoscere soprattutto in primavera e autunno quando l'altezza della vegetazione circostante rimane limitata. E' commestibile anche per gli umani, lessato o in minestre, soprattutto associato all'ortica.
Tavola botanica Lindman
Virginia Tech Weed Identification Guide: Stellaria media
Portulaca (porcellana) (eng: purslane, little hogweed - scient: Portulaca Oleracea)
Piantina della famiglia delle Portulacacee, con aspetto prevalentemente strisciante, fusti carnosi, piccole foglioline succulente e fiorellini gialli che sbocciano solo in pieno sole. E' molto comune nei terreni asciutti e sabbiosi, teme il freddo e il gelo, perciò in inverno sparisce completamente, ma si autosemina con facilità. Ne esistono anche parecchie varietà coltivate a scopo ornamentale, con fiori di diversi colori.
E' completamente commestibile, si mangiano sia le sommità che i fiori in insalata o cotti. Contiene alte quantità di vitamina C, tanto che un tempo veniva utilizzata contro lo scorbuto e pare sia utile in caso di infezioni delle vie urinarie.
Tavola botanica Thomé
Banca dati ambientale sulla laguna di Venezia - Portulaca
plants.usda.gov
Ortica (eng: stinging nettle- scient: Urtica dioica
)
E' una pianta della famiglia delle Orticacee, è la classica ortica, quella da cui di solito fuggono tutti perchè, appunto, urticante. L'ortica invece è una simpatica piantina, commestibile sia per gli animali che per gli umani (cotta ovviamente, in minestre, risotti, ripieni...). Attenzione alla raccolta, servono un paio di guanti spessi.
E' considerata un'ottima pianta foraggera ma è meglio farla seccare prima di darla a coniglie e cavie, infatti è compresa in molti tipi di fieno commerciale.
plants.usda.gov
Tavola botanica Thomé
Agribio Notizie - ortica
Malva (eng: mallow - scient: Malva sylvestris)
Piantina della famiglia delle Malvacee, fiorisce dall'aprile all'autunno con fiorellini "color malva" (rosa scuro) e viene coltivata come pianta medicinale e commestibile. Contiene mucillagine (che conferisce alla pianta un alto potere emolliente), glucosio, ossalato di calcio, vitamine e pectina. La Malva sylvestris è molto simile alla Malva neglecta, un parente stretto che si differenzia dalla sylvestris per il fatto di avere le foglie più rotonde (la sylvestris ha i lobi più pronunciati), ma comunque le due piante hanno lo stesso utilizzo. La foto dovrebbe ritrarre la varietà neglecta.
Mallow
Timo (eng: thyme - scient: Thymus
)
Il timo appartiene alla famiglia delle Lamiacee. Esistono parecchie specie di timo, generalmente tutte commestibili. Comune soprattutto nei prati assolati di montagna, ai bordi dei sentieri, è il Thymus Longicaulis. Il timo è utilizzato soprattutto come pianta aromatica e medicinale ad effetto antisettico e stimolante; nell'antichità veniva usato anche per contrastare i processi putrefattivi dei cibi.
Un elenco (parziale) delle varietà di timo lo trovate qui.
Tavola botanica Lindman
Tavola botanica Thomé
Verbena(eng: herb of the cross - scient: Verbena officinalis)
Pianta della famiglia delle Verbenacee molto diffusa nei prati e negli incolti, passa inosservata perchè ha un aspetto quasi anonimo, foglie piccole e fiori quasi insignificanti posti su lunghi steli. Pare che abbia alcune proprietà preventive e curative nei confronti dei calcoli renali e proprietà vermifughe nei ruminanti.
Tavola botanica Thomé
Verbena officinalis
plants.usda.gov
The control of internal parasites in ruminants
sito ufficiale: www.actanaturae.org
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Ranuncolo (eng: buttercup - scient: Ranunculus)
Esistono molte varietà di ranuncoli: nei nostri prati sono molto diffusi il Ranunculus acris (in foto) e, soprattutto in montagna, il Trollius europaeus o botton d'oro. Tutte le specie di ranuncoli sono tossiche quando la pianta è fresca, ma il principio attivo diminuisce la sua tossicità quando la pianta viene seccata. Evitate comunque di raccoglierlo: il botton d'oro tra l'altro è specie protetta quindi non va raccolta in ogni caso.
Tavola botanica Thomé (Ranunculus acris)
Tavola botanica Lindman (Ranunculus acris)
Tavola botanica Thomé (Trollius europaeus)
Tavola botanica Lindman (Trollius europaeus)
Romice (eng: garden sorrel- scient: Rumex acetosa
)
Il genere Rumex fa parte della famiglia delle Poligonacee e ad esso appartengono molteplici specie di piante, abbastanza simili per quanto riguarda l'infiorescenza. La pianta contiene vitamina C, molto ossalato di potassio, acido ossalico, ferro. Se ne raccolgono le foglie tenere per utilizzarla in insalata e minestre ma deve essere consumata con *molta* cautela a causa dell'alto contenuto di ossalati. Vietatissima in caso di litiasi e insufficienza renale in genere. Sono stati segnalati casi di intossicazione con danni renali in bambini che ne avevano consumate alte dosi. Pur non essendo propriamente tossica per conigli e cavie è decisamente meglio evitare di raccoglierla.
Atlas of Florida Vascular Plants Tavola botanica Lindman
Rumex scutatus
Rumex acetosa
Rumex acetosella
Rumex obtusifolius
Rumex alpinus
Robinia (eng: black locust - scient: Robinia pseudoacacia)
La robinia è una pianta diffusissima in tutta l'Europa ma originaria degli Stati Uniti. Ormai è diventata quasi un'infestante, a discapito di molte altre specie autoctone. Cresce infatti rigogliosa su ogni tipo di terreno, fino circa ai 1200 metri di altitudine. I fiori sono commestibili (vengono infatti consumati fritti e pare siano ottimi) ma il resto della pianta (fusti e foglie) contiene una sostanza tossica (anche se ci sono pareri contrastanti sulla tossicità, alcuni danno rametti di acacia ai conigli senza segnalare nessun problema, forse dipende dalla quantità).
Piante e arbusti
University of South Florida
Vitalba (eng: evergreen clematis- scient: Clematis vitalba
)
La vitalba è una pianta rampicante molto comune ai bordi delle strade e degli orti, lungo le reti di recinzione o abbarbicata alle piante negli incolti. E' caratteristica per le infiorescenze che, a maturazione, si trasformano in soffici piumini. Fa parte delle Ranuncolacee e, come tutte queste piante, contiene Anemonina, un alcaloide abbastanza tossico. Nonostante questo spesso se ne mangiano i germogli lessati, raccolti in primavera, quando la concentrazione del principio tossico è abbastanza leggera.
Pepe d'acqua (eng: spotted ladysthumb - scient: Polygonum persicaria)
E' una pianticella che raggiunge un'altezza media di 50 cm e si trova comunemente nelle zone umide, nel sottobosco o lungo i fossati e i canali d'irrigazione. E' aromatica e piccante e le sue foglie possono essere utilizzate al posto del pepe. Si utilizza comunque in modiche quantità.
Benchè non sia tossica negli umani, pare che nei conigli possa causare danni al fegato e ai reni: di effetti nei porcellini non abbiamo notizia, ma direi che è meglio evitare.
Governement of British Columbia: Pest management - Lady's-Thumb
Missouriplants.com
sito ufficiale: www.actanaturae.org
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Cause fin'ora stabilite
Molti fattori devono convergere ed influire sulla cellula normale, perché questa diventi cancerosa, uscendo dall'armonia della legalità complessiva, comportandosi malignamente.
1. La disposizione o predisposizione ha un ruolo importante, perché può essere presente nella massa ereditaria. Ma non è detto che debba per forza, automaticamente, degenerare in cellula cancerosa, se il sistema di vita è naturale e ragionevole.
2. Gli errori di alimentazione continuati, per una nutrizione detta della civilizzazione moderna, disturbano l'equilibrio biologico dell'organismo e danneggiano l'insieme delle cellule sensibilmente:
a) un ruolo importante è rappresentato dalla sovralimentazione di albumina, specialmente di albumina o proteina di basso valore;
b) il problema dei grassi è collegato al cancro in maniera forte. Specialmente quelli animali e con pochi lipoacidi insaturi danno effetti indesiderati;
c) un ricambio dei minerali difettoso ha pure influsso negativo per la degenerazione delle cellule;
d) l'avitaminosi e carenze di altre sostanze vitali hanno un certo influsso in questo problema; le ricerche non sono ancora soddisfacenti;
e) disturbi del ricambio, sia stitichezza cronica che continue fermentazioni nell'intestino, a causa di disfunzione batterica, sono pure dannosi.
3. La mancanza di ossigeno giuoca un ruolo importante nella formazione del cancro, perché l'esperienza ha dimostrato che la gente che vive in aria buona, che si muove all'aperto, è meno esposta al pericolo di coloro che sono sempre rinchiusi in casa, o locali male arieggiati, e che fanno poco moto. Sarebbe anche meglio fare molte camminate a piedi, invece di prendere l'automobile o un mezzo di trasporto qualsiasi per ogni piccolo tragitto; passeggiate nel tempo libero fra i prati, campi e boschi, invece di starsene ore ed ore all'osteria a far politica, o alla televisione ed altri passatempi che fanno perdere il tempo inutilmente.
4. Gas tossici e radiazioni radioattive, che oggi inquinano sempre più l'aria, sono pure cancerogeni.
5. Additivi chimici dei prodotti alimentari sono controindicati molti di questi hanno provato, al controllo, di essere cancerogeni.
Coloranti, aromatizzanti e conservanti sono veleni per le nostre cellule, molto più di quanto si pensava fin'ora. Per questo le autorità dei diversi stati provvedono sempre più a proibirli.
6. Medicamenti, come ce li offre la chemioterapia in vasta quantità, specialmente quelli derivanti dal catrame, sono coinvolti nella degenerazione delle cellule, dato l'enorme consumo di pastiglie; quasi una mania, una dipendenza malsana.
7. Veleni, adoperati nel trattamento delle piante, senza troppa prudenza, si ritrovano negli ortaggi o frutta sottostante, che vengono consumati senza motivi di dubbio, che possono risultare però molto dannosi, perché piombo, rame e arsenico sono veleni mol-
to più tossici di quanto si pensi.
8. Errori di concimazione alle culture, rovinano l'equili brio biologico nelle piante. Se ci si nutre per abitudine o a lungo con questi prodotti, anche l'equilibrio biologico umano ne sarà disturbato.
9. I crampi, l'irrigidirsi per avversioni continue, le protuberanze indurite, disturbano e rallentano il ricambio nelle cellule, preparando il campo ad una formazione cancerosa. Rilassarsi dunque, non portare òltre conflitti e tensioni che possono essere risolti ed
eliminati. Indurimenti, protuberanze crescenti, come cicatrici, verruche ecc., sono da controllare e mai irritarle graffiando.
10. Un influsso negativo che può divenire cancerogeno risiede nel nostro animo; quando siamo oppressi da dispiaceri, fastidi e avversioni continue, siamo depressi e tendiamo a pensare negativamente, invece che in modo positivo. Fastidi e dispiaceri influiscono sul fegato; molti sono arrivati al cancro, per negativo influsso cronico del fegato. Una oppressione continuata dell'animo, frena la vitalità delle cellule nel fegato in modo tale, che finisce coi rendere tossici i succhi gastrici; la condizione delle cellule, la loro vitalità peggiora successivamente e tutti questi fattori insieme, preparano il campo al processo canceroso.
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Le piante sono un vero miracolo per il benessere fisico e psicologico degli uomini, infatti, hanno un effetto benefico sulla persona e sul luogo fisico in cui si vive.
Una stanza con molte piante diviene un ambiente più accogliente e rilassante, arricchendo la casa con molte piante si ottiene un effetto calmante ed attrattivo su tutti gli individui.
Alcune piante sono in grado di rimuovere dell'aria di ambienti chiusi sostanze chimiche volatili e nocive.
La capacità delle piante di migliorare la qualità dell'aria che respiriamo è insomma un fatto scientificamente accertato.
Nel 1990 altri studi voluti dal Plants for clean air council misero in evidenza le proprietà specifiche di 50 piante d'appartamento. In particolare fù evidente la capacità di eliminare la formaldeide, sostanza nociva prodotta da numerosi materiali ed oggetti presenti comunemente nelle case: tessuti, sacchi dell'immondizia, resine, rivestimenti, adesivi, fornelli a gas, fumo del tabacco. I bioeffluenti emessi dall'uomo, semplicemente con la respirazione, ( acetone, etanolo, etilacetato) sono altri responsabili della cattiva qualità dell'aria, compromessa anche dalla presenza di microbi nell'atmosfera. L'aria secca che spesso si trova negli appartamenti riscaldati irrita le mucose sensibili del naso e della gola aumentando la suscettibilità dell'individuo a sostanze chimiche, virus, polvere ecc. Nei locali chiusi ricchi di piante sono presenti almeno il 50% in meno di spore e batteri rispetto a stanze prive di piante.
Come AGISCONO le piante
Le specie interessate arrivano da habitat come le foreste pluviali tropicali, luoghi dove l'umidità ambientale è molto elevata. Sulle radici sono ospitati molti microbi che sono in grado di decomporre le strutture organiche gassose che vengono successivamente assimilate o trasportate verso le radici come nutrimento per i microbi.
Con la traspirazione la pianta riesce a veicolare gli inquinanti verso le colonie microbiche radicali che convertono l'azoto in nitrato, che costituisce nutrimento per la pianta.
Collocazione IDEALE per le PIANTE
Un fattore che può condizionare la scelta del luogo più adatto per le nostre piante si lega alla valutazione delle zone più vissute della casa, le zone individuali di respirazione. In pratica, i luoghi dove l'individuo trascorre più ore ( alla scrivania, sul divano, vicino alla tavola, durante il sonno). Le piante collocate in quel punto sono in grado di aumentare il livello di umidità, eliminare bioeffluenti o tossine. (www.leserre.it)
LE PIANTE PIU' EFFICACI PER PURIFICARE L'ARIA
Aechmea
Aloe
Anthurium
Araucaria
Areca
Azalea japonica
Banano nano
Begonia
Chamedorea
Ciclamino
Crisantemo margherita
Croton
Dieffenbacchia maculata
Dieffenbachia camilla
Dracaena deremensis
Dracaena fragrans
Dracaena marginata
Edera
Falangio
Ficus benjamina
Ficus elastica
Filodendro emerard
Filodendro pertusum
Gerbera
Homalomena
Kalanchoe
Liriope
Maranta
Nephrolepis
Orchidea
Phoenix roebelenii
Pothos
Rhoicissus
Sanseveria
Schefflera
Schlumbergera
Spatiphyllum
Stella di natale
Tulipano
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Potentilla
La Potentilla è un termine di origine latina che deriva da “potentia” cioè forza e potenza. La desinenza “illa” è un diminutivo, quindi il significato è fiore piccolo ma di grande forza.
La Potentilla rappresenta l’amore materno: questo perchè, quando piove, le foglie si chiudono per proteggere i fiorellini.
Inoltre da alcune specie di Potentilla si ricavano degli estratti utili per curare febbre e addirittura dei tonici contro il colera.
Purtroppo molti considerano questa pianta infestante, ma per fortuna, alcuni la utilizzano per bordure e decorazioni di giardini soprattutto quelli rocciosi e quelli tipici delle case in montagna.
Oltre alla Potentilla dai fiori gialli ci sono alcune specie che producono fiori bianchi, rosa e arancioni. Esiste anche una specie, abbastanza rara che produce fiori di colore rosso scuro: la Potentilla argyrophylla.
Se volete coltivarle sappiate che non hanno bisogno di cure e non vengono colpite da parassiti e da malattie.
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Centerfit
Questo blog e' realizzato con l' unico e nobile scopo di diffondere i principi e la pratica fitoterapica, e in particolare i benefici effetti realizzati dagli studi di Maria Treben.
Per qualsiasi richiesta di informazioni, suggerimenti o collaborazione puoi inviare un messaggio a:
centerfit@gmail.com
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