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« una cagnetta in mezzo al mareMessaggio #259 »

200...

Post n°258 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da beethonex

QUESTE RIGHE LE HO RIPORTATE DAL SITO "IL ROMANISTA". CREDO RIPERCORRANO FEDELMENTE I GOAL PIU' IMPORTANTI DEL NOSTRO FAVOLOSO NUMBER TEN

(AS_ROMA | 18/01/2008) - DANIELE GIANNINI
Lo storico successo al Bernabeu, quello di Lione, il Parma e lo scudetto, i sei centri nei derby, la maglia «6 unica», il cucchiaio all’Inter, il tabù San Siro infranto, il collo sinistro sparato da casa contro la Samp, il primo urlo col Foggia, l’ultimo (solo per ora) contro il Torino. Flash, frammenti della memoria degli ultimi quattordici anni di Roma. Quelli scritti da mister 200 gol, Francesco Totti. Mercoledì il capitano ha conquistato l’ennesimo record di una carriera straordinaria con i tifosi che sono lì un po’ ammirati e un po’ preoccupati alla sola idea del giorno del suo ritiro. Che per fortuna è ancora lontano, tanto che lui stesso si è posto il nuovo traguardo: quota trecento. Poi ci sono gli obiettivi fuori dal campo raccontati ieri a La vita in diretta: «Sono un papà che insegna ai propri bambini l’educazione. E’ una delle cose più importanti. Si cambia, quando ci sono i figli l’unico pensiero è rivolto a loro. Vorrei almeno arrivare ad averne cinque. Il prossimo si chiamerà Rodolfo». Ma intanto Francesco e tutti i romanisti si godono i numeri del campo, i gol fatti. Come duecento figli, e come si fa a dire quale è il più bello? Centosessantuno in campionato, sedici in Coppa Italia, uno in Supercoppa, dieci in Uefa, dodici in Champions League. E poi 34 doppiette (bersaglio preferito l’Udinese) e una sola tripletta (quella del 29 settembre 2002 a Brescia).
    Numeri spaventosi, da fuoriclasse assoluto. «E’ straordinario, unico, irripetibile»  ha detto Aquilani. E come tutti i fenomeni Francesco ha cominciato prestissimo: 4 settembre 1994, iniziò quel giorno la sua epopea. Minuto trenta della prima giornata di campionato, una palla sporca in area del Foggia, sinistro potente e pulito di questo diciassettenne biondo che prende l’angolino e va ad esultare verso la curva. In quel caso la Nord. In premio a casa si ritrovò una bicicletta nuova. La settimana dopo la Roma andò a vincere a Milano contro l’Inter. La famosa partita dell’autogol di Festa. Lui era in panchina eppure per tornare con la vittoria di San Siro bisognerà aspettare 11 anni e un suo capolavoro. Ma questa è un’altra storia. Quella di Francesco proseguì invece il 22 settembre di quell’anno con il gol della vittoria nei sedicesimi di coppa Italia (il primo nella competizione) contro il Fiorenzuola. Finì 2-1 con la rete per gli ospiti di un altro romano, Bellucci (quello della Samp). L’anno successivo (17 ottobre 1995) arrivò il primo gol europeo all’Aalst, che mise il sigillo sul definitivo 4-0 casalingo con cui venne ipotecato il passaggio agli ottavi di coppa Uefa. Si presentò a modo suo il futuro capitano giallorosso: tripla finta sul difensore che alla fine finì a terra stordito e destro in mezzo a quattro avversari. Un bel biglietto da visita.
    Due anni dopo, (nel frattempo c’era stato anche il cataclisma Carlos Bianchi che voleva mandarlo via) ecco la prima doppietta, realizzata al Bari. Era la prima stagione di Zeman sulla panchina giallorossa, quella dei quattro derby persi. E proprio il derby sembrava essere una maledizione per Francesco che non riusciva a sbloccarsi. Per farlo scelse l’occasione più elettrizzante, il 3-3 in rimonta in 10 uomini (era stato espulso Petruzzi) con quel tiro strozzato (ecchissenefrega) e Marchegiani che se ne andò dall’altra parte. Era il gol numero 30 della sua carriera e in quella giornata Francesco aprì il suo conto (non ancora chiuso) nelle stracittadine. Al momento sono sei le stilettate nel fianco dei laziali, tra cui quella del “Vi ho purgato ancora” dell’11 aprile 1999 (numero 42) e quella del “6 unica” nel 1-5 da attentato alle coronarie del 10 marzo 2002 (numero 81) con tutti i romanisti a trattenere il fiato fino a che il pallone non accarezzò la traversa per infilarsi alle spalle di Peruzzi.
    Un passo indietro di un anno e mezzo per tornare al 1 ottobre 2000, prima giornata del campionato dello scudetto. Tirava un’aria strana a Roma con la necessità di vincere e la contestazione di pochi giorni prima per l’eliminazione in Coppa Italia con l’Atalanta. Un primo tempo bruttino contro il Bologna, poi, come sempre, ci pensò lui: colpo di testa all’angolino e gol (numero 58) al secondo minuto di recupero. Iniziò da lì la cavalcata verso il trionfo che sarebbe potuto arrivare una settimana prima di quanto poi accadde, ancora grazie a lui e al gol del 2-1 a Napoli (numero 69) che però durò solo fino a dieci minuti dalla fine. Poco male perché Totti sette giorni dopo riprese da dove aveva interrotto, con quella sassata a Buffon (70) che diede il via alla festa. Lo scudetto ci portò in regalo la Champions e il Real Madrid. Francesco al primo appuntamento, nella tragica giornata dell’11 settembre 2001, realizzò la sua prima rete nell’Europa che conta (numero 72). Timbrò il cartellino anche nell’1-1 del ritorno (77), ma il capolavoro lo fece un anno dopo, il 30 ottobre 2002 quando illuminò il Bernabeu, gol numero 89 e un posto nella storia.
    Il traguardo dei 100 lo toccò invece in un’occasione poco lieta, la sconfitta per 4-1 in casa col Milan nella finale di Coppa Italia del 2003. Ma le rivincite con le milanesi se le è prese, e con gli interessi, a San Siro. A partire da quel 26 ottobre 2005 con la doppietta nel successo per 3-2 e quella delizia all’incrocio dopo essersi fatto mezzo campo palla al piede. Poi la doppietta nel 2006 al Milan (numero 161 e 162) per una vittoria attesa 20 anni. E siamo quasi all’attualità: l’inzuccata a Lione (176) per tornare tra le prime otto d’Europa come ai tempi di Falcao, la rete nella finale di Coppa Italia all’Inter (183) dopo una manciata di secondi (la sua più veloce) e, perché no, anche quelle al Messina (186 e 187) che gli hanno dato la Scarpa d’Oro. Mercoledì le ultime due perle per arrivare a 200. Solo una tappa verso i prossimi obiettivi a partire dal più vicino: i 163 in campionato di Boninsegna. E la storia continua...

GRAZIE CAPITANO...

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