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mari e castelli
Post n°10 pubblicato il 14 Aprile 2014 da estuazione
Certi mari, no. Certi mari non li attraversammo. Nella mutevole Rosa dei Venti e seguendo la propria mappa momento per momento, ciascuno seguì la propria rotta, ma certi mari, no, certi mari non li attraversammo. Forse fu per la troppa zavorra, o perchè non immaginavamo nessun bottino ad attenderci o forse per la paura dell'ignoto ma non salpammo le ancore e restammo in quell'oscuro ma sicuro approdo. La notte, dall'alto delle decrepite mura del Castello, sentivamo certi mari ruggire ed assalire il promontorio quasi volessero sgretolarlo e sbriciolarlo nei fondali. Le onde si arrampicavano fino a lambire l'orlo del cielo nero e basso e si frangevano contro le pietre millenarie. Nel Castello ciascuno aveva seppellito il proprio passato, la sola cosa di cui fosse padrone in eterno, fino alla fine dei giorni che ciascuno credeva infinitamente perpetui. C'era chi se lo conservava per intero, il passato, e chi invece soltanto una parte, dopo varie cernite indecise, spigolature attente e devianze ad occhi chiusi per evitare certi dolori fiochi e sotterranei di cui quasi mai si vuol fare la conoscenza.
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