Creato da gretalovesS il 26/04/2013

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Ancora Boldini . Dipinti particolari , esterni. Mi affascinano!

Post n°10 pubblicato il 13 Maggio 2013 da gretalovesS
 

 

 

 

Duchessa  Marlborough col figlio

GIOVANNI  BOLDINI

(Metropolitan Museum.New York)

 

 

L'Amaca

GIOVANNI BOLDINI

(collezione privata)

 

Conversazione al caffè

GIOVANNI BOLDINI

( Roma_ Museo d'Arte Moderna)

 

 

Passeggiata estiva.

GIOVANNI BOLDINI

(Collezione privata)

 

 

Atttraversando la strada.

GIOVANNI BOLDINI

(Collezione privata )

 

 Boldini è stato amato, invidiato , apprezzato , criticato, come tutti gli artisti. Indubbiamente non si piace a tutti, specialmente quando si ha successo e lui, successo e fama  ne conobbe durante la sua vita, che  passò attraverso quel periodo che tutti chiamiamo  La belle epòque.

 

Appunto qui di seguito alcuni appunti critici che ho trovato su questo straordinario pittore, per me lo è e adoro  sui quadri.


 "Giovanni Boldini incarna il genio vibrante e facile, la maestria posta sempre meglio al servizio del piacere dei sensi, l'artista della decadenza estrema dotato di parecchi fra gli espedienti che vennero ignorati dai maestri italiani delle grandi epoche" (Blanche, 1931)
 I suoi ritratti sono "condotti con un'esecuzione spedita, sciolta, di tocco e di bravura, che rivela abbondanza di doni nativi ma troppo spesso devia verso una facilità di cattiva lega" (Brizio, 1944)
 "Era un artista ultra chic, in suo modo particolare, specialmente quando ritraeva lungiformi signore dell'alta società internazionale che appaiono dipinte come sotto un vetro traslucido. Esperto di quel mondo e della letteratura francese che lo ha rappresentato, interpretava molto bene la più alta eleganza femminile in un'epoca in cui era anche troppo rivestita dagli artifici dei sarti e delle modiste, figurativamente legata in pose ambigue che stanno tra il salotto e il teatro. Ma quei ritratti hanno un forte potere d'incanto: rivelano spontanee e sicure doti di pittore..." (Berenson, 1958)
 Le donne ebbero sempre un ruolo di primo piano nella sua vita, nel ritrarle egli ne esaltava le caratteristiche migliori, allungava gambe, mani, piedi per esaltare il fascino naturale.
 
Raggiunta la celebrità e la ricchezza non smise di impegnarsi nel lavoro, che programmava minuziosamente: ogni suo quadro era preceduto da schizzi, appunti e prove per ottenere la perfezione formale. Persino i suoi caratteristici, rapidissimi colpi di pennello, le cosiddette "sciabolate" che imprimevano vita e movimento, erano accuratamente studiati. (Anonimo)
 Le donne di Boldini, sono nature flessuose e disinibite che mostrano senza reticenza un modello di bellezza erudito e, spogliandosi, affermano la loro autodeterminazione di individui maturi e emancipati, pienamente consapevoli della propria femminilità.
 
Nature fantastiche e conturbanti, raggiungono eccitate lo studio dell'artista, impazienti di sfuggire al protocollo dei loro palazzi, di slacciare i rigidi corpetti di stecche di balena, per abbandonarsi, libere finalmente, nel tepore del boudoir, di sentirsi loro stesse protagoniste, ammirate e soprattutto comprese, di fronte al “fauno”, a quel piccolo uomo al quale non sanno tacere i loro più reconditi desideri. Boldini non le giudica, perché giudicarle significherebbe rinnegare la sua natura dissoluta ma, anzi, le incoraggia a esprimersi, raccoglie le loro confessioni, le loro angosce e le induce a riflettere sulla fatuità del tempo e dell'amore che vive di un solo attimo. L'artista sa cogliere a volo quel momento, quello irripetibile, in cui la bellezza appare più sfolgorante e in cui le sue muse si mostrano più disinvolte e naturali. Eppure questi ritratti ricolmi di tanta bellezza sono spesso turbati dal  senso di provvisorio, che aleggia  che freme negli sguardi ora struggenti, ora superbi o malinconici, di femmine insoddisfatte e irrequiete, colpevoli di vanità, complici compiaciute e sopraffatte da quella immagine certamente sconveniente che il genio italiano darà di loro. L'artista esalta il loro ego ritraendole spesso soltanto un attimo prima che, sopraggiungendo l'autunno della vita, la loro bellezza appassisca per sempre, che le loro foglie di rose profumate comincino a cadere. A volte, come uno stregone, raccoglie i fragili petali e con un gesto d'amore ricompone quei fiori appassiti restituendogli un attimo di eterna primavera. (Panconi, 2008)
 Per noi la Belle Epoque fu soprattutto il tempo di De Nittis, di Corcos, di La Gandara, di Stevens, di Tissot, di Sargent, di Helleu, di Whistler, di Beraud, di De Jonghee e, sopra ogni altro, di Boldini, geniale capostipite di questa generazione di pittori cosiddetti à la mode giunto a Parigi proprio nel 1871, dando origine all'irresistibile stile Boldini.
 
Il 1871 dunque quale data di inizio della lunghissima esperienza francese di Boldini e quindi della Belle Époque che, in senso estetico e figurato, sbocciava, deflagrava e concludeva la propria parabola, parallelamente alle rappresentazioni caratterizzate del peintre italienne de Paris, prima esordiente e giovane pittore di belle speranze, poi fulgido astro dell'arte internazionale e infine, proprio negli anni fatidici del primo conflitto mondiale, afflitto da una grave malattia della vista che segnò l'inizio del suo declino umano e artistico. “…Tutto andava di bene in meglio. Questo era il mondo in cui nacqui, all'improvviso, una mattina del 1914, ogni cosa giunse inaspettatamente alla fine…”. (Panconi, 2011)

 

 
 
 
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