che ci faccio qui?

Dopo il martedì nero

Tempo di crisi nera in Italia e nel mondo.
Il problema non è come rilanciare l'economia,è mandar giù il fatto che gli unici Paesi in crescita siano quelli in cui non c'è democrazia o se c'è,la ricchezza non è equamente distribuita e la maggioranza di salariati a 150 euro subisce le scelte di sviluppo di una minoranza di miliardari.
Mi si dirà che la stessa cosa accade qui da noi,ma non penso che sia così.
Sono nata in una casa senza acqua corrente,nè riscaldamento,nè servizi igienici.
I miei genitori hanno conseguito la licenza elementare ed io e mio fratello abbiamo fatto quel salto culturale ed economico che ci colloca nella classe media.
Mi si dirà che oggi la classe media non esiste più,ma il fatto che io e mio fratello viviamo meglio dei nostri genitori è un dato di fatto.
Mia nonna paterna,alla mia età,era morta da 5 anni e mezzo,di parto.
Mia nonna materna,analfabeta,era rimasta orfana di madre ad otto anni.
Mi si dirà che oggi la mortalità per tumore è in aumento.
Che 2 milioni di giovani,nel nostro Paese,non studiano e non lavorano.
Penso a tutti i boat people che ci raggiungono desiderosi di condividere il nostro stesso cinismo,la nostra stanca rassegnazione di fronte all'impossibilità di un benessere diffuso senza sacrifici.
Forse la soluzione è accettare di perdere qualcosa.
Così come gli antichi proprietari terrieri,nel secondo dopo guerra,dovettero rinunciare a diritti acquisiti nei secoli a favore dei contadini mezzadri permettendo a questi ultimi di costrursi una casa di proprietà e di coltivare i propri campi,così noi dobbiamo andare incontro a chi non ha niente.
Non possiamo aspettarci che l'Ad di una grande multinazionale si prenda a cuore la sorte di impiegati come noi se noi ignoriamo chi sta sotto di noi.
Volevo parlare di cose frivole e m'è uscita sta cosa.Boh!