post all'ombra

...gabbiani...

...la settimana si è consumata in fretta...
come sempre, non sanno riconoscere un generoso,
un umile saggio da un borioso nullasapente...
e l'abisso della solitudine s'infinitizza,
interrotto soltanto dal ventisettesimo minuto
che annuncia l'ora del ritiro, della preghiera,
del riposo, delle riflessioni e degli esercizi...
e del miracolo della fresc'acqua di una terra
e di un cielo riccioso e profeta...
In una grande stanza, davanti ad un mare silente
ma gittato dai trombonanti gabbiani tersi in riva
percorsa da improvvise città viaggianti a sud est.
...contemplazione, povertà, amore per la natura,
silenzio, semplicità per recuperare quell'input
vitale che vince pesi e misure zavorranti dentro,
che impedisce la ricrescita della pianta cacciata
dal calcio di un epoca dal cinico profitto...

...ce petit bonhomme...

Si... c'è un filo che ci tiene sospesi e uniti tra un incontro e l'altro,

un filo non-conduttore... e che ci fa soffrire, vivendo

una poesia interrotta come le pause di un acrobata...

ce petit bonhomme...

ingabbiato dalla matematica mafia del quotidiano,

altalene di inferni e paradisi... che ti ama cosi tanto da non meritarti,

da sfuggirti, da lasciare libera la tua libertà di vivere, di combattere,

di creare, di curare gli angeli...

Come far a meno dei nous abandonne, essere passivi ai doveri

per risvegliarci storditi e ricchi di momenti senza orologi e

metropolitane d'attendere... barboni, si, scarrozzando inquieti

in cerca di speranze da allevare e fiorire comunque sia...

consapevoli, indultando, comprensivi, glissando i calendari...

...volanteuno a volantedue...

...vaghi pensieri frenavano. Spaventavo tutti.
La fretta di cogliere la situazione in mano,
camminando senza aiuto e con l'automatica-mente sola.
Tanta fretta e poi richiudersi in un buco a candela,
indi risorgere dopo quindici anestetiche ore.
Inutile dare luce di se stessi; indispensabile invece
dare concime ai minuscoli semi di frutti gia raccolti
dei lavori, dei caos di rumori, di 14633 notti,
dei tanti amati e preziosi silenzi...
Por Favòr, da domani se utilizzate nelle vostre frasi
la odiosa generalizzazione <<...e quant'altro !>>,
almeno presentatevi in giacca e cravatta,
di modo da non intendere la vostra subdola intenzione
di volerci prendere per il culo.

...autostop...

...la vecchia aveva quasi ottant'anni. Si dice che suo marito fosse stato contrabbandiere, prima di stabilirsi su in collina e diventare lavoratore della terra. Adesso quella stessa terra è in vendita e loro non hanno euri per comprarla.

...la nipote la accompagnava, anch'ella con gli strani giochi che la fatica crea sul rude e forte viso di una operatrice della terra. Il ronzio diesel della mia umile carrozza veniva metronomizzato dagli spruzzi di uno sfaticato tempo uggioso che m'impediva d'alzare lo sguardo al retro-specchio ed osservarla.

...quindi la salita al Sant'Oronzo cominciò a farsi stretta e ripida, arruolando la frescura nevischiosa di un sabato di gennaio. Proseguimmo in silenzio sino al saluto dell'Immacolata adornata di un necro-cuscino per via della dipartita recente di un umile in contrada.

...nell'aria resa tersa dalla pioggia giungemmo alla vecchia fontana, dove ci separammo con l'informale << Grazie, Gentilissimo, Buonasera >>. L'umidità dell'aria e del terreno era tale da aver ragione e da esser contenti di aver compiuto una microscopica buona azione...

...attente...

...nero il treno sui binari
fra le livide colline d'un inverno.
si contorce come un serpe,
mezzo a campi, ulivi e trulli,
come un simbolo di vita tempestosa
senza accorgersi dei due mari che sussurrano.
Magra di Speranza e Grassa di Illusioni,
un treno l'attraversa questa terra
di fatiche che disperde i figli suoi,
senza manco protestare per il posto che non c'è.
Corri treno, dunque agita la storia
di una terra schiavitù da cui fummo impastati
noi formiche in Bass'Italia, in allegra speranzìa
come antichi e folti ulivi : contorti; ...ma sereni...