Creato da NickDuras il 17/08/2006

Oltre il confine

Storie di ordinaria follia

 

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In Abruzzo lo stato c'è , in Veneto no !

Post n°41 pubblicato il 01 Ottobre 2009 da NickDuras

RIESE PIO X (Treviso) - L’Aquila, 29 settembre 2009: il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, consegna 400 case nuove di zecca per le popolazioni terremotate, affermando solennemente che «lo Stato c’è, questa è l’Italia vera ». Vallà di Riese, 29 settembre 2009: a quasi 4 mesi dal tornado che ha devastato il paese, non un solo euro è uscito dalle casse governative per indennizzare gli abitanti, che nel frattempo hanno avviato la ricostruzione contando sulle proprie forze e sui risarcimenti pagati dalle assicurazioni. «Qui lo Stato non c’è - taglia corto l’ex senatore e oggi consigliere provinciale del Pdl Gian Pietro Favaro, che abita proprio nel centro di Vallà - e cominciamo a chiederci se ci sarà mai». Anche questa, purtroppo, è l’Italia vera.

Le proporzioni del disastro, sia ben chiaro, sono molto diverse. Ma altrettanto diversa, senza dubbio, è l’urgenza con cui il governo sta mettendo mano alla soluzione dei problemi. A cominciare dal fatto che i 33 milioni di euro richiesti da Vallà per curare le proprie ferite, oggi non ci sono nelle casse della Protezione civile nazionale. Che, per l’appunto, sono state prosciugate dallo sforzo finanziario sostenuto per il terremoto abruzzese e altre calamità accadute in precedenza. A Vallà hanno capito l’antifona: dopo la parata di autorità sulle macerie lasciate dalla tromba d’aria, con l’immancabile corollario di promesse relative a un sollecito intervento, chissà quanto tempo ci vorrà ancora perché arrivino i soldi. Il sindaco leghista di Riese, Gianluigi Contarin, ha sentito fortissima puzza di bruciato ed ha alzato la voce: «Tutte le emergenze vanno trattate allo stesso modo - sono state le sue parole di allarme e rabbia - Vallà non dev’essere dimenticata. Se ora i fondi non ci sono, non deve passare l’idea che non arriveranno. Non esiste al mondo».

Gli unici aiuti concreti, fino a ora, sono quelli messi in campo dalla Provincia di Treviso: si tratta di mutui agevolati per un centinaio tra famiglie e aziende, destinati a finanziare la ricostruzione (3,2 milioni è l’ammontare complessivo). Un milione di euro l’ha stanziato la Regione, però a Riese lamentano il fatto che non si è ancora capito come verranno spesi questi soldi. Il sindaco Contarin se l’è presa anche con il governatore Giancarlo Galan, reo di avere dimostrato scarsa sensibilità verso le tribolazioni del suo comune. E Galan, arrivato nel Trevigiano, a Motta di Livenza, dove è stato raggiunto dagli echi delle polemiche provenienti da Vallà: «Non ho sentito niente – ha respinto l’accusa Galan – so solo che a Vallà, come capita spesso e io non mi scandalizzo più di tanto, è stata montata una volgare campagna, quasi fosse colpa della Regione se non arrivano i soldi per i danni della tromba d’aria. La verità è che la Regione non ha nessun ruolo in questo, ha avuto semmai il compito di chiedere la dichiarazione dello stato di calamità e ora deve attendere dal governo, dove siedono autorevolissimi ministri che vengono da quelle parti ( il riferimento, chiaramente, va al leghista Luca Zaia, ndr), che arrivi il denaro. Quando arriveranno i soldi, io firmerò gli assegni. Prima di allora, tutto il resto è gazzarra indegna».

Il confronto con l’Aquila e l’Abruzzo torna nelle parole dell’ex senatore Favaro: «Sia­mo di fronte a due Italie, non c’è che dire. In Abruzzo lo Stato elargisce soldi per la prima e per la seconda casa, oltre a esonerare tutti dal pagamento delle tasse. Qui a Vallà - aggiunge Favaro - le uniche che stanno pagando, persino con generosità, sono le compagnie di assicurazione. Cioè dei soggetti privati. Abbiamo fatto i conti con la massima serietà: rispetto ai 100 milioni di euro preventivati nei primi giorni, sono stati richiesti risarcimenti per 33 milioni. E questa è la risposta del governo. Devo dire - conclude Favaro con amara ironia - che i miei compaesani stanno dimo­strando un forte senso dello Stato: da qualche altra parte, sarebbero già partiti per Roma con i forconi».

Alessandro Zuin

Angela Pederiva

Corriere del Veneto
30 settembre 2009

 
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