le parole son pietre

silenzi

Dove i social imperano e i cinghettii di improbababili cardellini sfociano in un caos primordiale, ripenso ad un piccolo ristorante parigino sulla Rue Hauteuille e non lontano dalla biblioteca della Sorbonne. Una trattoria in verità piccola e modesta, con un menù senza troppe pretese ma imperioso nei gusti. Fra  le salse e le erbe di questo piccolo posto il parlato sommesso di chi relaziona e gode del convivio. Il bere si miscela coi discorsi e con una deliziosa tartare di vitello, mentre fra primi o secondi semplicissimi il godere della vita senza dover far troppo chiasso esprime la sua essenza. C'è un tavolo dentro La Tourelle che ricorda un noto ispettore di Simenon, il quale si sedeva e gustava dei silenzi e della luce di cui abbiamo goduto noi. E fu gioia e ilarità in mezzo a tanti francesi; noi italiennes, io dopo trent'anni in terra parigina a gustare dell'aria e della gentilezza francese.

Silenzi poi solo silenzi senza fracassi fra i palazzi ed un fiume davanti ad un duomo che zittisce ogni velleità di voler esser ad ogno costo

Fra i fumi di una sigaretta e l'aria dolce di una capitale suadente e dolce come una signora di gran classe, pensammo in silenzio che vivere, banalmente, e semplicemente bello.

Il 15 maggio lei stava per morire, io ho fede.