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« I Compagni del circolo d...Festa del 1° maggio »

W il 25 APRILE!

Post n°180 pubblicato il 26 Aprile 2007 da circololenci

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Membri del CLN genovese: sopra, da destra: Remo Scappini (PCI),

Pietro Gabanizza (PRI), Azzo Toni (PSI). Sotto, da destra: Paolo

Emilio Taviani (DC), Giovanni Savoretti (PLI), Mario Cassiani Ingoni (PdA)

23 aprile: Le nove di sera.Si riunisce il CLN genovese, per decidere se dare il

via all'insurrezione o aspettare. Il Comando germanico aveva fatto sapere

al vescovo Siri -e questi a Pittaluga (Taviani), che ne riferì subito

in apertura di seduta-d'esser disposto a rinunciare alla minacciata

distruzione del porto, se il CLN si fosse impegnato a rispettare

quattro giorni di tregua ,permettendo all'esercito tedesco una ritirata

indisturbata. Ci fu una calorosa discussione sul l'accogliere o meno il

messaggio della Curia. Infine, a  notte fonda, con quattro voti contro

due il CLN liberò l'ordine di insurrezione.

 

24 aprile: Alle quattro del mattino i primi colpi di fucile. Subito dopo,

le raffiche di mitraglia.

Alle cinque, sempre più frequenti, i colpi di cannone e di mortaio. ..

Durissima la battaglia al centro di Piazza De Ferrari...Gli abitati di

Sestri Ponente, Cornigliano,Pontedecimo, Bolzaneto, Rivarolo,

Quarto, Quinto erano caduti fin dal mattino in mano agli

insorti. Mancava, tuttavia, la continuità territoriale fra le loro posizioni

e il centro cittadino...Sulla camionale per Milano le colonne nemiche,

 bloccate nelle gallerie, tentano sortite: non possono più a lungo

restare prive d'acqua... 

La sera del 24 si chiude in una cupa atmosfera... La situazione era

 ancora più tragica e confusa per la minaccia che, dal Comando

di Savignone, inviava il generale Meinhold: aprire il fuoco su

Genova con le batterie pesanti di Monte Moro e con quelle leggere

del porto, qualora non si lasciassero evacuare in ordine le truppe

tedesche. Gli americani avevano appena raggiunto La Spezia, distanti

dunque più di cento chilometri... 

Fin dalla sera il Comitato ero conscio del rischio che accadesse a

 Genova quel che era successo a Varsavia..Adesso però - a differenza

della sera prima - non c'era più il problema di fidarsi o meno della

parola del nemico; adesso il Comitato poteva trattare in termini di

forza: aveva nelle sue mani un numero cospicuo  di prigionieri tedeschi... Perciò decide d'inviare una lettera-ultimatum al generale Meinhold... 

25 aprile: Alba...: riprende la battaglia, praticamente in tutta la città.

Ore nove: le Sap di Sestri ...espugnano il Castello Raggio.Ore nove e trenta:

 si arrendono i presidi di Voltri e di Prà.

Ore nove e quarantacinque: si arrendono le batterie di Arenzano. 

 

 

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Piazza De Ferrari 

Fra le otto e le dieci e trenta: le Sap conquistano Piazza Acquaverde

 (ma non la stazione Principe), le caserme di Sturla, l'ospedale di Rivarolo

e alcuni punti di resistenza in Val Polcevera. Intanto il professor

 Stefano (Carmine Romanzi) dopo un avventuroso viaggio in

ambulanza da Genova a Savignone ,consegna due lettere al gen.

Meinhold (una del Cardinale Boetto e la proposta di resa del CLN).

Il generale decide di trattare la resa, poiché viene a conoscenza anche

 del fatto che tutte le strade per la ritirata sulla linea Kesselring del

Po, sono saldamente in mano ai partigiani (Divisione Pinan Cichero,

comandata da Scrivia) e come garanzia consegna a Romanzi la sua pistola.

Ore quindici : il gen. Meinhold e i suoi accompagnatori arrivano con

l'ambulanza in città dopo cinque ore di viaggio, scortati da due

partigiani in motocicletta,e si recano a Villa Migone, residenza del Cardinale,

 dove si trovano già il console tedesco Von Hertzdorf e Giovanni Savoretti.

 Ore diciassette iniziano le trattative di resa. Rappresentano il Cln

Scappini e Martino. Rappresenta il Corpo dei Volontari per la Libertà il

maggiore Mauro Aloni del Comando Piazza di Genova .

Ore diciassette e trenta: un grosso contingente dei reparti acquartierati nel porto si arrende ai partigiani.

Ore diciannoveda Savona Carlo Russo telefona che anche là sono insorti.

Ore diciannove e trenta: a Villa Migone il gen. Meinhold firma l'atto

 di resa. Scappini testimonierà poi che il generale firmò quasi

improvvisamente, dopo molte incertezze, e che tutti loro, osservandolo

 in quelle ore di trattative, ebbero l'impressione che stesse compiendo

 lo sforzo più impegnativo della sua vita. Prima che la resa sia  firmata

si è fatta la conta dei militari tedeschi prigionieri degli insorti della

città:1360. Numerosi altri sono stati e saranno catturati dai partigiani

che stanno calando dalla montagna. 

26 aprile Mezzanotte e mezza:il colonnello Davidson, comandante i

n capo delle missioni alleate, giunge alla sede genovese del CLN a

San Nicola. Vista la situazione, riesce a contattare  telefonicamente

gli Americani della 92a Buffalo, arrivati a Rapallo, per annunciar

loro che proseguano pure perchè la via è libera. 

Ore quattro e trenta: ... il generale Meinhold trasmette l'ordine di resa

ai reparti. Deve usare toni duri e minacciosi con i presidi che ancora

resistono. Ufficiali tedeschi lo cercheranno senza esito in diversi punti

 della città per eseguire la condanna a morte emessa nei suoi confronti. 


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Ore nove: Pittaluga ( Taviani) raggiunge la stazione radio di Granarolo

  e dà l'annuncio da Radio Genova della capitolazione tedesca, legge l'atto

 di resa e aggiunge: "Popolo genovese esulta. L'insurrezione, la tua

insurrezione, è vinta. Per la prima volta nel corso di questa guerra,

un corpo d'esercito aguerrito e ancora bene armato si è arreso

dinanzi a un popolo. Genova è libera. Viva il popolo genovese, viva l'Italia".

Mezzogiorno: giungono notizie inquietanti. Due reggimenti germanici

in ritirata da La Spezia hanno raggiunto Rapallo. Che cosa accadrà a

Genova se riescono a stabilire i collegamenti con gli assediati di Monte

 Moro e del porto?

Ore tredici:i partigiani della Cichero e della Pinan Cichero si attestano

 nei punti nevralgici della città...Intanto altre forze partigiane della

montagna tengono saldamente in mano i passi della Bocchetta, dei

Giovi, della Scoffera e di Uscio: da qui scendono a bloccare la via

Aurelia tra Rapallo e Nervi, così la colonna tedesca...si dissolve.

Ore diciannove: una interminabile schiera di prigionieri tedeschi sfila per

 il centro cittadino inquadrata dai partigiani in armi.

Tarda serata: le avanguardie angloamericane arrivano a Nervi, dieci

 giorni prima del tempo previsto dai piani.

 

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Prigionieri tedeschi sfilano per le vie con i partigiani in armi.

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La prima macchina alleata entra a Genova
 

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27 aprileOre tredici il generale Almond, comandante in capo della

V° armata americana rende per primo visita al Cln, nell'Hotel Bristol. 

 Almond ringraziò i patrioti per l'aiuto profuso, e manifestò la sua

ammirazione per il modo in cui erano state condotte le cose e

governata la città. I genovesi ritornano nelle vie della città liberata . 

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(Da G. Gimelli, Cronache Militari della Resistenza in Liguria

 pag. 946):

Anche se in queste cronache le vicende militari dei giorni della

liberazione di Genova possono apparire piuttosto intrecciate

a causa del tentativo fatto di verificarle contemporaneamente

 in tutti i Settori di città e di montagna, dobbiamo prendere atto

che il quadro generale che ne risulta corrisponde alla definizione di

"insurrezione modello" coniata da Roberto Battaglia per indicare gli

 avvenimenti genovesi dei giorni 23,24 e 25 aprile 1945. Lo

abbiamo visto nell'applicazione dei piani operativi, tutti eseguiti

nelle direttrici previste, salvo alcuni tempi di attuazione peraltro

non prevedibili.

Ne abbiamo avuto conferma nel vero e proprio salto di qualità

compiuto sul piano militare, in breve tempo, dagli effettivi e dai

 quadri delle formazioni di montagna chiamate a marciare contro

i presidi e a fermare le colonne di ripiegamento.

Le formazioni cittadine ci hanno rivelato, infine, la notevole

capacità di trasformarsi rapidamente in reparti organizzati

ed efficienti impiegando i numerosi volontari "insurrezionali", altra

grande novità nel quadro militare di quelle giornate.

L'unità politica e militare appare comunque come premessa e

base di questo successo, sostenendo il CLN Liguria nella responsabile

 decisione di dare tempestivamente il segnale dell'insurrezione

e di seguire la spinta popolare senza attendere l'arrivo delle unità

di montagna.

In tal modo si rende possibile, con alcune modifiche essenziali

 al piano A, respingere il ricatto del comando germanico

 e impedire le distruzioni, fermando, nello stesso tempo, la maggio

r parte delle truppe nemiche prima che lascino la città.

Unità, tempestività e una buona preparazione hanno reso

possibile questa operazione di importante livello strategico,

nella quale si è saputo imprimere alla grande sollevazione popolare

le giuste spinte per liberare Genova in una situazione

militare ancora tecnicamente favorevole al nemico......

Con gli ultimi combattimenti dei partigiani e delle forze insurrezionali

per liberare Spezia, Genova, Savona e Imperia finiscono le cronache

 militari della resistenza nella regione Liguria: 20 000 partigiani

combattenti, 2 776 partigiani mutilati e invalidi, 2500 caduti. 

Il generale Gunter Meinhold 

 
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