Circolo - LENCI -

conferenza stampa

Mauro Cotogno segr. Circolo S.Teodoro, com.lavoro e Rls Compagnia Unica

Luca Noceti comm. Lavoro e Responsabile Sindacale Compagnia Unica

Amanzio Pezzolo ex Dirigente Compagnia Unica ( pensionato ) comm. Lavoro

  - Sicurezza e formazione in ambito portuale.

  - Situazione attuale del porto di Genova.

  - Infrastruttura logistica trasporti.

  - Revisione legge 84/94 e proposte sulla centralità del lavoro.

Nella Compagnia Unica la sicurezza, la formazione e il continuo aggiornamento dei mezzi operativi sempre più tecnologicamente avanzati, sono elementi importanti e i soci assieme al

RLS sono i soggetti attivi nella prevenzione e nel controllo della sicurezza: in un ambiente comunque difficile e pericoloso qual è il porto è fondamentale, oltre all’applicazione delle norme legislative, l’intervento quotidiano nell’operazione portuale per individuare gli elementi di pericolosità, per prevenirli e per verificare le condizioni in cui si svolge il lavoro.

A tal fine è indispensabile una scuola di formazione professionale portuale che al termine del corso rilasci un titolo specifico d’abilitazione al lavoro, ( patentino europeo ), che costituisca requisito per l’ammissione allo svolgimento dell’attività lavorativa nel porto.

Il porto di Genova rispecchia oggi più che mai lo stato comatoso di tutto il sistema portuale Italiano, le cause principali che hanno favorito quest’involuzione dei porti Italiani, e più nello specifico hanno colpito al cuore e penalizzando l’organizzazione del lavoro autogestita dalle Compagnie portuali sono principalmente due:

1)     Decreti dell’allora Ministro della Marina Mercantile  On. Prandini, gennaio 1989.

2)     La legge 84/94.

Attraverso queste due operazioni è stato tolto un monopolio “ fittizio “ alle Compagnie Portuali

(fittizio perché  gestioni e funzioni dei porti erano nelle mani dei CAP, l’attuale Autorità Portuale)  

e consegnato questo si, il monopolio delle banchine ai privati.

Oggi per questa regressione bisogna intervenire direttamente su un nuovo impianto legislativo, cosa di fatto che il nostro partito sta facendo e si sta preparando ad elaborare una nuova proposta di legge per sostituire l’attuale 84/94.

Bisogna puntare sicuramente sulle centralità del lavoro, affidando alle Compagnie Portuali l’esclusiva delle operazioni del cosiddetto ciclo nave da fondo stiva a cancello, comprensive dei mezzi meccanici, e puntare successivamente a captare traffici, questo compito dovrebbe essere di tutte le istituzioni locali insieme alle Autorità Portuali, dall’estremo oriente o da altre parti del mondo sviluppando un servizio efficiente e nuovo a 360 gradi che vada dalla logistica integrata

( distripark, interporti, zone franche,porto lungo ) fino a nuove e moderne infrastrutture spostando

il traffico dalla gomma alla ferrovia di modo che colleghi più velocemente la banchina del porto al

più vicino centro di smistamento delle merci rispettando la compatibilità dell’ambiente.

Per queste ragioni e altre dobbiamo diventare soggetto attivo nei porti italiani e in quello genovese ancora di più, sulle questioni politiche e sindacali per promuovere iniziative concrete in difesa della condizione dei lavoratori portuali.  La Compagnia Unica è un punto di riferimento imprescindibile per rafforzare l’indirizzo autogestionario essendo essa struttura capace di progredire, di migliorare e porsi come naturale forza di aggregazione nella portualità.