Lucieombre

...segretezza polare di un'anima al cospetto di se stessa...

 

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Post N° 52

Post n°52 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da solstiziod_inverno

E tutto sembra nero e scuro.
Ritorno nello spazio che io avevo abbandonato, certo che sarei tornata.
Ti uso come posso usare qualcosa di cui non posso fare a meno.
Come uso l'aria senza che questa lasci segni nella mia consapevolezza così...piccola e misera.
Io che sogno e soffro nelle fantasie che mi regalo.
Io che piango senza lacrime e il cuore torna a farmi male.
Io che spero nel domani mi ritrovo piegata al cospetto di un presente che non riconosco e non ho chiesto.
La cecità mi abbraccia e mi avvolge facendomi vibrare a lato del mio essere.
Sulla superficie di quello che non voglio toccare per paura di non trovare nulla.
Ti sfioro appena con le dita tremanti e i muscoli contratti in una morsa di fili che avvolgono e stringono.
L'incanto mi permette di scorgere, in un orizzonte lontano e sbiadito, quello che fino a ieri credevo possibile.
Sono sporca, povera e mi compatisco compiacendomi del mio squallore.
Accarezzami ancora, come hai fatto già altre volte.
Veglia e siedi accanto al mio sonno.
Proteggimi dalle cose ignote, da quelle cose che non so evitare ma che mi fanno male.
Torna a guardarmi con i tuoi occhi nocciola e le labbra serie.
Con i tuoi capelli profumati tra le mie mani e il mio corpo nei tuoi abbracci.
Se solo fosse vero che tutto non finisce qui ma prosegue nell'eterno, sarei tentata nel credere che non finiremo mai di essere esistiti insieme.
Un frammento piccolo ma infinito.
Indistinguibile ma unico e irripetibile.
Ho tentato.
E tu lo sai, mi sei testimone ogni giorno dalla e nella parte più profonda e vera del mio cuore.
Ma sembra che questo cielo remi contro di me e contro le tue promesse.
E io ci credo...ci ho creduto...ci credevo.
Il tuo regalo.
Il mio sogno.
Continuerò a crederci perchè ti amo e perchè ti amerò sempre.
Perchè credo in te e in quello che mi hai detto e in quello che mi doni ogni notte offrendomi parte del domani.
Parlo con te, che sei rimasto qui, tra le fibre del mio cuore.
Appeso a un sospiro come un rantolo di dolore e di sorpresa.
Parlo con te perchè cerco una risposta, uno squarcio di realtà in mezzo a tante cose che poco somigliano alla verità.
Parlo con te perchè sfinita e stanca, tento di ricucire le sponde tra i nostri due mondi.
Perchè a volte mi sembra di essere da sola a tenere viva questa sottile membrana di vita.
Vorrei non dover pensare che se fossi ancora qui tutto sarebbe diverso.
Offenderei l'uomo che oggi amo, rinnegherei quello che sono oggi.
Non riesco a fare altrimenti.
Annaspando senza riuscire a respirare, cerco di trovare il punto debole della disgrazia per...poter finalmente annientarla.
E allora mi sali dalle profondità più remote delle viscere e sali...
Sali...
Sali fino a stringermi la gola che non riesce a urlare ma, nel silenzio oltraggia tutto quello che è stato e non è stato mai.
In momenti come questo ti odio.
Ti odio come non ti ho mai odiato e mai ti odierò.
Insulto te, la morte e la beatitudine in cui sei ora.
Mi fa rabbia tutto.
Questo tepore, questo benessere palesemente ostentato.
Queste comodità e tutte le abitudini che mi hanno resa schiava di loro stesse.
Mi fa rabbia sopratutto non poterti parlare, non sapere se queste maledizioni ti raggiungono o, cadono ai miei piedi come schegge di vetro rotto.
Non guarirò mai.
Ti ho deluso.
Lo so.
So anche che non mi vorresti vedere così.
Ecco perchè forse...non ti sento arrivare...

Sei il mio miracolo.
Quel miracolo che tengo stretto tra le mani.
Quel miracolo che tu non vedi.
Che tu non senti.
Di cui non sai nulla.
Perchè ti devo dire cose ovvie?
Perchè ti amo, ma non te l'ho mai detto neppure una volta.
Mai la mia voce ha pronunciato queste lettere davanti a te.
Eppure non sai di tutte le volte che si sono sciolte sulla lingua come sale.
E non sai dei tagli che come fuoco, non mi hanno permesso di aggiungere o togliere altre parole.
I giorni colano uno nell'altro, confondendosi e io...non ho più tempo.
Vorrei una pillola per cancellare le emozioni, nascondere e mescolare i pensieri.
Cancellare, smarrirmi, grattarmi via.
Faccio scorrere tra le dita la nostra storia come i grani di un rosario per la salvezza.
Un lungo e faticoso soffio senza pause.
Tu come un secondo cuore sotto il palmo della mia mano.
Perchè poi?
Perchè...punto.

Lui le bacia gli occhi con bocca aperta e ansimante.
Lei ha la destra sommersa e il braccio sfumato da un leggero movimento.
La sinistra a cingerlgi il fianco infilandosi più sotto.
Lo sguardo felice, acqua bianca e schiumosa.
Specchi attorno appannati da sudore o vapore.
Sono contenti insieme.
La sola tensione, quella dei loro corpi vicini mentre si sfiorano e si stanno unendo, si uniscono.
Il silenzio al silenzio.
Come la notte.
Si custodiscono e si proteggono.



Un immagine di noi.
Invidia, io.
Tutto quello che ti fa star così bene non può essere male.

 
 
 

Post N° 51

Post n°51 pubblicato il 28 Luglio 2007 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Maledizioni e bestemmie, oggi.
Sono arrivate con il vento,
improvviso e cattivo.
Mi strappa l’anima come ogni volta
che apro le finestre.
Come ogni volta che mi illudo di vederti arrivare
.
Ed io, nell’inutile sforzo di camminare spingendo
il mio giorno...resto immobile.
Sta piovendo nelle profondità più oscure di me. 
Sento l’odore
di sangue in bocca, ed ancora non trovo
un portone che mi ripari.
Che ne so quali sono le parole
per farti restare.
Quale parola non ho detto
...o tu non hai sentito.

Ci annusiamo come animali più volte feriti.
Ci studiamo.
Ma non ci graffiamo, perchè conosciamo il dolore
di tagli coperti di sale.
Hai bisogno di carezze come ne ho bisogno io, ma non abbiamo mai
imparato a farne.
E anche tu sai che dobbiamo ferirci, lacerando ogni resistenza, sbranando quello che nascondiamo nella parte
più lontana dell’anima.
Forse ci dobbiamo fare male
per amarci davvero.
Il mio tempo si piega,
si accascia su se stesso.
Come onde di un denso nulla
delicatamente impilate.
Attimi che si sfiorano
in improbabili aderenze.
Il passato che nell’istante di una oscillazione, nella stasi di un punto,
vede il suo futuro.
Solo un attimo dimenticato...
...subito.


Nella fatica di trascinare la propria energia attraverso un mezzo.
Un tempo denso come
sabbie mobili che m'inghiottono.
E' come perdere ampiezza
e lunghezza ad ogni passo.
Disperdere parte di sè
ad ogni contatto.
Riflettersi e rifrangersi
e, lentamente affievolire.
Come candela spegnersi.
Urla in questa sera
appiccicata di sudore.
Nel silenzio di parole che si addensano alla bocca come saliva da sputare...
Sputami...
Urla se non ce la fai piu’ a stare zitto in questo inutile brusio vuoto ed ipocrita.
Se le lacrime si aggrumano pesanti alle ciglia non le trattenere ma piangi...
Piangimi.
Urla...
Stasera ti prego urla, come faccio io adesso che grido in faccia a questa luna che ci ha sorpresi ogni volta...incantati a guardarla.

 


 
 
 

Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 26 Luglio 2007 da solstiziod_inverno

E solo quando resto sola che mi sale la nostalgia.
Cerco di fare tante cose per tenere la mente occupata.
Ma inevitabilmente, quando arriva la notte, ecco che tutto riaffiora.
Ecco che tutto torna ad esistere e la realtà mi colpisce in faccia con tutta la sua durezza.
E quando resto sola con me stessa che sento qualcosa nello stomaco, come cemento, come un acido che brucia e corrode.
Sono patetica lo so.
Lo so, dannazione, lo so.
Mi aiuto così, scrivendo.
O mi faccio male fino a non sentire più dolore, fino a sopportare e diventare insensibile oppure, cerco di lenire un disagio che mi fa sentire inappropriata e fuori luogo.
Non vorrei cambiare anche se spesso è inevitabile che ciò accada.
Al lavoro sono insopportabile, piena di paranoie e di seghe mentali.
Mi isolo perchè non ho voglia di fare niente e neppure di dire niente.
E più cerco di chiudere i miei cerchi, più  sento bussare alla porta.
Non voglio parlare con nessuno, ma non perchè sia asociale o superiore agli altri.
Non ho semplicemente nulla di più da aggiungere a qualcosa che mi manca.
Come faccio a spiegare in 2 parole cosa mi succede?
Non è possibile, davvero, non è presunzione nè arroganza.
Non è prorpio possibile perchè se ci tento, le parole che escono dalla bocca o dal pensiero sminuiscono tutto e lo fanno apparire senza senso.
E non è così.
Lasciatemi stare.
Lascerò anche questo lavoro.
Oggi questa certezza mi ha accolto sulla soglia dell'ufficio.
Cercherò di prendere le distanze prima che l'inevitabile abbia luogo.
Devo cercare di non affezzionarmi più a niente.
Forse con l'anno nuovo me ne vado via.
Forse in sicilia, dove c'è la mafia.
Un pò di sana mafia non può che far bene.
Magari riesco anche a trovare un posto di lavoro fisso.
Magari potrei lavorare per permettermi di assoldare un picciotto e dirgli "Hey, qui ci sono i tuoi soldi. Prendili e sparami un colpo qui. Qui in fronte. Cosi la facciamo finita. Se sei bravo nessuno scoprirà mai nulla e tu...e tu continuerai a vivere come hai sempre fatto."
E magari riesco a rendere un tantino più sopportabile questa soppravvivenza che qui diventa intollerabile.
Come stai?
Mi sale un groppo alla gola che non mi permette di respirare.
Sono solo 3 giorni e mi sembra sia passata un'eternità.
Di notte, mentre aspetto che il sonno arrivi, mi metto a parlare con te.
Ti racconto quello che ora non ha più senso ascoltare.
E neppure dire.
Poi mi metto a piangere, anche se non vorrei.
Anche se vorrei essere più forte, meno vulnerabile.
Ma questa cosa mi sta distruggendo.
Quello che non ti uccide ti fa desiderare la morte.
Troppi ricordi in questa casa che già fatica ad accogliermi.
Troppi ricordi sommati che non ho il coraggio e la forza di guardare.
Anche le strade, le parole, i cartelloni.
I colori.


Avevo cominciato ad amare il sole, ora sono ripiombata in quello squallido grigiore che mi portavo dietro.
Mi aspettava, sapeva che sarei ritornata.
Quando ti parlo sei razionale o mi permetti di raggiungerti nella dimensione che respiravamo insieme?
Quando ci perdavamo in divagazioni fino al mattino.
Come posso solo pensare che al mondo ci sia un'altra persona con cui raggiungere quell'affinità che avevo con te?
Non era destino, e se lo era, era infame.
Mi fa male il cuore.
Anche l’ombra ha sudato oggi.
E fatico ad esserci.
Il tempo è arido e le poche gocce che cadono sono cattive ed amare.
Esasperano l’assenza.
Ti cerco  tra le mie cose.
So che ci sei.
Ti ho visto riflesso nello specchio.
Avevi la mia faccia ed i miei occhi.
Ed è durato solo un attimo...

 
 
 

Post N° 49

Post n°49 pubblicato il 25 Luglio 2007 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Ti scrivo una lettera perchè la voce non ce la fa e resta muta tra queste pareti di gesso e sangue.
Ogni volta e’ un cadere di frantumi di parole che rotolano per terra e si nascondono negli angoli più ombrosi.
Una lettera per dirti che mi manchi.
Una lettera per dirti che scrivo a luci spente.
Una lettera per dirti che cammino bendata tra questa luce che mi ferisce gli occhi.
E poi la tua voce arriva come un'onda violenta e mi strappa da ogni altro pensiero.
Hai colmato ogni vuoto con il tuo odore ed io non posso più farne a meno.


Sei la preghiera della sera.
La bestemmia di ogni mattina.
La mia forza e la mia debolezza più fragile.
L’urlo più crudele e un'anima possa contenere.
Sei una notte calda.
Mi fai girare e rigirare tra le lenzuola senza trovare pace.
E sei acqua fresca.
Da prendere con le mani.
E bere.
E bagnarsi le labbra da lasciare scivolare poi sul collo.
Ti scrivo perchè non e’ facile trovare il coraggio per trovare...le parole.

 
 
 

Post N° 48

Post n°48 pubblicato il 24 Luglio 2007 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Ti ho detto "basta" al telefono.
La più miserabile delle fini.
Ma non avrei mai potuto dirtelo a voce, di persona, perchè certe parole pesano anche per me.
Perchè farmi vedere in lacrime mi costa ancora tanta fatica.
Perchè ti amo e porre fine alla nostra storia ha significato perdere una parte di me.
Quella metà che era rimasta integra.
Quella parte che era tua.
Che era nostra.
Ora senza di te cosa faccio?
Cosa?
Mi trascinerò per questa vita aspettando che succeda qualcosa.
Aspettando il momento per andarmene via.
Oggi l'avrei fatto all'istante.
Oggi avrei preferito smettere di vivere piuttosto che continuare a farlo con la tua assenza.
Ho cercato di odiarti, per farmi meno male ma non ci sono riuscita.
Non sono riuscita a trovare qualcosa di te che potesse salvarmi da questo.
Sembra quasi un girotondo.
Era estate anche 4 anni fa.
E come 4 anni fa, resterò sola, sola con me stessa, perchè perdendo te ho perso tutto.
Ho perso un amico, il mio migliore amico.
Ho perso un amante, un fratello, un padre.
Sola.
Sola con me stessa.
Sarà triste aspettare una telefonata che non arriverà.
Guardare il citofono che non suonerà.
La caffettiera, anche la caffettiera., dannazione, anche la caffettiera...
E i film, le notti a parlare fino all'alba.
A chi racconterò le mie paure?
Le mie gioie i miei dolori?
Chi mi ascolterà quando ne avrò bisogno?
Con chi riderò e da chi mi lascerò abbracciare?
Dio non ce la faccio.
Non anche questa volta.
Se esisti guardami...guardami Dio, guardami.
E salvami, salvami.
Ti prego salvami.
Posa il tuo occhio su di me e dimmi che è solo un brutto sogno.
Accarezzami la testa e svegliami con una realtà per cui valga la pena di restare.
Ho creduto nel mio sogno.
Fino in fondo, anche quando gli altri non ci avrebbero scommesso neppure un centesimo.
E ci credo tutt'ora.
Come una povera stupida ci credo ancora.
Non eri un sogno, eri una promessa.
Una promessa non mantenuta.
E mi sento vacillare in questo mondo che non ha pietà e da cui mi devo proteggere.
Sono nuda nel mondo.
Senza niente altro che quella che sono.
Non sai le volte che ho parlato con la tua anima e ti ho tenuto tra le mani come se fossi un miracolo.
Qualcosa da non sciupare, da non rovinare.
Qualcosa da guardare e da amare.
Due stelle, due nuvole, due che fanno la stessa strada, respirano la stessa aria e anche senza parole ci sentivamo perfettamente bene.
Mi sembrava che dovessimo continuare a camminare senza meta, instancabili.
Mi sembrava che stessimo camminando fianco a fianco da un tempo infinito e che una fine non potesse esserci mai.
Il tempo era spento, anche se gli orologi battevano le ore.
Poi all'improvviso mi ha lasciato la mano.
E mi sento spaurita in questo mondo grigio e grande come un mare nella nebbia.
Appena arrivata a casa mi sono seduta sul divano, dove ti sedevi sempre tu e ho cercato di chiudere, nel ripostiglio delle cose vissute, anche te.
Ma sfuggivi da una piccola, stupida fessura.
Mi sento malata, febbriccicante, debilitata.
Non nel corpo, non nelle ossa, non nel sangue e senza volerlo mi sono ritrovata a ricordare, nella consapevolezza di aver perso qualcosa di essenziale.
Sono una donna triste, che guarda di nascosto il mondo da un vetro appannato.
Perchè questo mondo non mi vuole.

Ci siamo lasciati così...come due estranei.




 
 
 

Post N° 47

Post n°47 pubblicato il 22 Ottobre 2006 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Il senso di indifferenza raggiunto...
Quell'avversione per chi si nasconde...
La propensione al discorso è esaurita...
La volontà di far male acquisita...

Certe distanze sono aumentate...
Da diventare così profonde...
Da non riuscire a comunicare...
Ad adattarsi stabilmente...

La percezione di un mondo che cambia...
Modificando le coordinate... 
E quegli istinti da conservare...
Per sopravvivere ai sentimenti...
Che ti consumano lentamente...
Giorni...
Case...
Sguardi spenti...

Se mi senti...
Se ti senti...
Guardati un po' meglio...
Non ti sembra ti assomiglio...
Se mi senti...
Se ti senti...
Oggi la mia storia da domani un altro turno...
Se mi senti...
Se ti senti...
Voltati a guardare i segni...
I passi...
I movimenti...
Se mi perdi...
Se ti perdi...
Stessa situazione...
Qui nessuna evoluzione...

La percezione di un mondo che cambia...
Modificando le coordinate...
La conversione di rotta apparente...
Per superare il concetto di assenza...

Certe distanze sono aumentate...
Da diventare così profonde...
Da non riuscire a comunicare...
Ad adattarsi stabilmente...

 
 
 

Post N° 46

Post n°46 pubblicato il 19 Settembre 2006 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Non senti com'è tesa l'aria?

Vorrei essere ubriaca.
Per non sentire il peso dei mie pensieri.
Vorrei chiudere gli occhi e girare.
Girare e girare e girare e girare e girare.
Girare fino a cadere a terra.
E lì...raccoglierei quello che mi sembra d'aver perduto.
Lo raccoglierei tra le mani a coppa.
Le alzerei contro quel cielo spietato che non mi concede clemenza chiedendogli risposte.
Chiedendogli perché.
Perchè vorrei essere capace di ridere e piangere nello stesso istante.
Perchè vorrei essere capace di urlare finché non mi arrendo.

Mi vuoi bene?

La mia volontà viene colpita da qualcosa che credevo debole.
Resto in silenzio e scaccio tutti i fiori che colpiscono il mio cuore.
Mi rimprovero perchè non riesco a trovare una via d'uscita da questa oscurità.
Dovrei accettare tutto quello che esce dalla mia anima senza discutere.
Senza contrattare.
Disperata e furiosa nella parte più profonda di me...qualcosa mi contraddice.
Un dolore sottile e segreto.
Una voce sommessa.
Un suono appena percettibile.
Più tenue...fuggevole e incorporeo di un pensiero.
Impalpabile come un sogno notturno.
In silenzio cammino in questa notte che non mi permette tregue.
L'accetto con un accomodante cenno della testa.
Respiro ascoltando ogni singola fibra del mio corpo.
E' un tempo spento.
Fermo e caldo.
Lo sento addosso.
Lo sento attraverso le vie spente di questa città addormentata.
Di questa città che non sa che vorrei nascondermi in un giardino sconosciuto.
Dietro una porta.
Dietro un palazzo.
Mi appoggio a te...perchè posso sorseggiare questa bevanda amara.
Mi appoggio a te...perchè il mio masochismo non rifiuta un calice di fiele.
Mi appoggio a te...e guardo farsi oscurità quello squarcio di cielo.
Mi appoggio a te...mentre i profumi intorno a me si fanno confusi e umidi.
Divampa una fiamma da quell'anfratto profondo...senza luogo né tempo.
Non dico una parola...

Lo sai questo?

Bianca come un fiore.
Triste come un incanto senza stupore.
Non ho fretta né voglia di alzarmi.
Mi abbandono per un tempo infinito alle nebulose impressioni che sono apparse davanti ai miei occhi.
Disperata e furiosa mi ribello ad una realtà che credevo debole.
Sottomessa alle leggi del tempo e conscia delle mie contraddizioni...mescolo tra le dita tutto quello che mi è stato negato.
Tutto quello che non mi è stato dato.
Estranea e incapace di liberarmi.
Seccata.
Mi rimprovero per il mio atteggiamento.
Mi chiedo se sono un'intrusa.
Un ospite tollerata per cortesia e forse per compassione.
Immobile.
Imprigionata in quest'aria che sembra vetro.
Mi tiro vicina la mia ombra tagliente e guardo nuda tra le pietre umide per sentire il profumo intenso dell'acqua.
Lunghi movimenti ondeggianti tra un fogliame putrido.

Che sarebbe successo?

Mi alzo dal mio giaciglio di erba e niente.
Coperta di sudore guardo le spalle della mia vita che rivela desideri e sogni.
Lassù...al di sopra della mia piccolezza mi guardano da lontano.
Ottusa come sono potrei non saperne nulla del loro contenuto.
Non mi accorgo mai di niente.
Attendo senza demordere.
Perchè io ci credo.
Ci credo al mio sogno adolescenziale.
Credo teneramente a tutti quelli successivi e vorrei poterlo urlare.
Vorrei potertelo dire.
Ridendo...piangendo...ci riuscirei senza fatica.
Altrove sarei divorata dal desiderio di sterilità.
Alcuni fiori si cullano delicatamente...di altri invece non ci si accorge del profumo per via dei calici poco armonici o poco colorati.

Ma tu?

Non sopporto i rumori...e la tenerezza mi colpisce senza accarezzarmi.
Ammazzo il tempo strappando radici dalla terra e ali a una farfalla.
Ho osservato lo schiudersi di un desiderio buono e bello ma nell'insieme instabile.
Penso al rapporto che ho con la vita.
Un rapporto forte...atavico.
Avido.
Ascolto con dolcezza la mia rabbia...l'amarezza e l'offesa.
Traduco alle mie dita per mitigare questa sofferenza...per evitare che diventi inquietudine.
Angoscia.
Continuo a guardare davanti a me parlando a dei timpani bianchi che reprimono la mia voce facendomi tornare muta.
Restando come una preda mangiata a caso.
Un rinfresco di un gelo sconvolgente.
Delizioso.
Smarrisco la coscienza in un crepuscolo doloroso e pungente.


 
 
 

Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 23 Agosto 2006 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Non lo so cosa è stato.
Mi sono già confrontata con serate come questa.
Ho l’impressione che tutto intorno a me sia minato.
Ricordi che stanno in agguato.
Pronti a saltare fuori.
E le mie mani si irrigidiscono.
Sospiro.
Mi tocco il ginocchio.
Passo tra quelle sbarre che si estendono davanti a me.
Sono in mezzo ad un mare.
Un mare ventoso.
Un mare che mi prende.
Vorrei ricostruire argini.
Ricostruire collegamenti.
Trasformare il caos in ordine.
Ore piene di dubbio.
Mi alzerò nel cuore della notte.
Accenderò il televisore.
Scruterò a lungo la luna…le stelle e i pianeti.
Muoverò la cenere fredda nel posacenere.
Aspetterò il sollievo.
Ora fiduciosa.
Ora disperata.
Conosco quella parte di te che non mi fa dormire.
E tu neppure lo sai.
Conosco le notti come questa.
Non è la prima volta che la sento spingere contro di me.
I minuti cessano di essere minuti.
Durano secoli.
Un ora occupa un arco di tempo più lungo di tutta la storia del mondo.

Sto inciampando in queste parole e la luce mi fa male.

Click.

 
 
 

Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 06 Aprile 2006 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Sai, scriverti una lettera
Non è una cosa facile
Sai, mi sento così fragile
Le bombe non ti ascoltano
Ma... questa guerra non mi cambierà
...Mai...
Dove si va
Come si fa
A stringere la vita
Intanto fuori scoppia la notte
Dove si va
Come si fa
Se vivere da queste parti
È come tirare a sorte
Sai, il tempo è scivolato via
Ma non è stato tutto inutile
Io, saprò vederti crescere
È una promessa che non mancherò
E poi, ancora un altro giorno nascerà
Per noi... noi
Dove si va
Come si fa
A stringere la vita
Intanto fuori scoppia la notte
Dove si va
Come si fa
Se vivere da queste parti
È come tirare a sorte
E non riesco più a sorprendermi
E la pazzia che danza intorno a me
E penso che dovrei difendermi
Ma è più difficile combattere
Se il pianto di una madre no
Non può salvare la notte
...La notte...
Dove si va
Come si fa
A stringere la vita
Intanto fuori scoppia la notte
Dove si va
Come si fa
Se vivere da queste parti
È come tirare a sorte
Sai, scrivere una lettera
Non è mai stato facile.

 
 
 

Post N° 43

Post n°43 pubblicato il 30 Marzo 2006 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Ti voglio scrivere una storia.
Come se tu fossi lontano e non qui.
Non qui accanto a me.
Una storia che non ho mai raccontato a nessuno.
Una storia che avevo dimenticato da qualche parte.

Tu mi conosci.
E sai che in momenti come questi non riesco a guardare le parole.
Conosci le cose che ho in testa.
E conosci quelle che spingono per entrare.
Oggi, il testo di questa lettera brucia e punge.

Ordino i pensieri e chiudo gli occhi.
Conto a ritroso a partire da cento.
E la mia voce si fa flebile.
Debole.
Sottile.

Tu e il verde chiaro dell'ospedale.
Il puzzo è inequivocabile.
Scontato.
Disinfettante.
Inquadrature senza centro e senso.
Dettagli di luci al soffitto.
Occhi disegnati e labbra che si sforzano di sorridere.
Rivedo questo.
E non so capire sino a che punto il tuo fù sforzo o sollievo.
Io spalle al muro.
Un autoscatto o il gesto gentile di chi c'era?
Nessuno sorride più.
I miei capelli sono fruste sul mio viso.
Quella volta ti accompagnai io.
Mano nella mano.
Come si fa con i bambini il primo giorno di scuola.
Siamo cresciuti insieme e dirti che lo saremo sempre mi sembra quasi una stronzata.
Ma in quel momento era l'unica cosa vera che avevo voglia di ascoltare in me stessa.
Come un flash caldo e prepotente mi venne in mente il giorno in cui mi accorsi d'essermi innamorata di te.
Me ne sono accorta così.
Quasi per caso.
Con una banale ma magnifica sicurezza.
Mi fidavo di te.
Mi fidavo di te a tal punto da mettere la mia vita nelle tue mani.
E le tue mani quel giorno, si sono chiuse e io, dentro di esse.
Sono sopravvissuta dal giorno in cui ho capito che il tempo rischiava di distruggermi.
Tu che mi baci gli occhi.
Un altro autoscatto...probabilmente.
Io che poso le mie labbra sulle tue ormai fredde.
Il braccio destro a proteggere le bende che ti avevano strappato via.
Mi sarei voluta infilare nel tuo polso.
Nel tuo sguardo.
In una bolla si schiuma.
Nel vapore o nel sudore.
Nello specchio della tua anima.
Perchè è vero che quando si muore l'anima si cristallizza?
E' vero?
Dimmi che è vero.
Perchè a me piace pensarla così.
Qualcosa in cui vedermi riflessa.
Uno specchio appannato.
Magari.
Forse.
Mi sarei accontentata.
Ti giuro che mi sarei accontentata.
Poi silenzio.
Silenzio aggiunto al silenzio.
Mi sono chiesta com'era possibile che una persona, una sola persona, mi abbia fatta stare così bene.
E mi sono chiesta come fosse possibile che ora, quella stessa persona mi potesse fare così male.
Non ho più foto da mostrarti.
Mi chiedo che cosa ci fosse nei vari punti di quella stanza così anonima.
Così squallida e sempre uguale.
Forse molto.
Forse nulla.
Forse bottiglie.
Forse altre foto che ho dimenticato.
Perchè quando le cose non te le aspetti, quando arrivano improvvise io, le dimentico.
Probabilmente pensavo che così non avrei provato dolore.
Ma quelle immagini dimenticate...
Quelle immagine distrutte, strappate e poi incollate e poi strappate, e poi...
Mi mancano.
Non mi è stato subito chiaro tutto.
Non tutto in quell'infinitesimo attimo sembrava vero.
Non ero sorpresa.
Lo sapevo già da quella notte in cui il telefono squillò come le campane a morto.
Sotto le palpebre avevo polvere e sabbia.
I sensi disordinati.
Mescolati.
All'erta.
Volevo cantarti una canzone.
Una canzone appena composta.
Qualcosa che non avevi mai ascoltato.
Quella canzone l'ho sentita pochi giorni fa alla radio.
E' una poesia scritta per te.
Non da me ma, se avessi saputo.
E ogni volta che la sento, non vedo più nulla.
Mi siedo e faccio la spettatrice, sorridendo perchè a te, sarebbe piaciuta da morire.
Ma poi...
Mi fermo sui puntini di sospensione.
Ci ballo sopra e mi ci nascondo per bene.
Forse anche oggi, in questo preciso istante, ho bisogno di cancellare queste emozioni.
Di nascondere e mescolare i pensieri.
Strano come uno non scelga che cosa ricordare.
Fotogrammi a caso.
Come se servisse a cancellare.
Smarrire.
Grattare via.
Non ne ho idea.
So solo che ho pianto.
Ho pianto.
Ho pianto.
E poi...
E poi mi sono bloccata sul serio.
Perchè il salto dai puntini alla terraferma quella volta, era davvero troppo lungo.
Mi sono spenta insieme a te.
Forse era una prova.
Per me.
Per te.
Non riuscivi più a parlare ma io...
Ma io...
Ma io ti stavo ad ascoltare lo stesso.
E quel tuo respiro così meccanico entrava nel foro centrale di me.
E lì è rimasto.
Muovendosi anche ora.
Piano.
In senso rotatorio.
Può essere il perno di una trottola.
Può essere l'occhio di un ciclone visto dall'alto.
Può...
Possono essere tante cose.

Questo è quello che vedo.
Così.
Due lampi di aghi dentro una vena del collo.
E qualcosa che finì troppo presto.
Troppo alla svelta.

Questa foto invece l'hai già vista.
Me ne sono accorta.
Non sembri dispiaciuto.
Tu e la tua faccia da bambino.
Quello sguardo di chi è sicuro di vivere per sempre.
Senti, facciamo una cosa...
La ricominciamo a leggere insieme?
Io dalla mia mortalità.
Tu da quel lato oscuro della tua immortalità.

Ciao.


 
 
 

Post N° 42

Post n°42 pubblicato il 24 Marzo 2006 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Sono inadatta a questo mondo.
Mi sento fuori posto.
Diversa.
Vivo in me stessa, da cui raramente esco.
Ho paura dei sogni che spesso mi toccano.
Tento di fuggire intonando vecchie canzoni.
Cercandone la compagnia ma non il contatto più profondo.
Ho accettato scontri violenti con sconosciuti, dove non c'era posto per le carezze.
E mentre la pioggia gonfia fiumi e mari...
Mentre pesci cadono dal cielo come grandine e le pozzanghere risplendono di squame brillanti...
Capisco che il mondo sta cambiando.
E io con lui.

 
 
 

Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 27 Febbraio 2006 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Oggi ho pensato.


Ho pensato a te.
Ho pensato di non conoscerti affatto.
Ho pensato che mi sei più oscuro della fusione nucleare.
Ho pensato che soprattutto io sono oscura a te.
Ho pensato che in fondo l’anno scorso ormai è passato.
Ho pensato che ricordo poco e niente di te, di me, di noi.
Ho pensato di essere innamorata di te, per rendermi conto ora che, l’amore è un’altra cosa.
Ho pensato che forse hai ragione tu, tu non sei capace di amare.
Ho pensato che sia un peccato.
Ho pensato che sia una cazzata immane credere che la colpa sia del diabete.
Ho pensato che non ho perso nulla, se tu sei stato capace di perdere me.

Ho pensato a te.
Ho pensato e ripensato alle tante email spedite e ricevute.
Ho pensato che rileggerle sarebbe stata una gran perdita di tempo.
Ho pensato che tenerle avrebbe occupato spazio.
Ho pensato che in fondo fastidio non me ne danno.
Ho pensato e messo tutta la corrispondenza in archivio.
Ho pensato che quello fosse il posto giusto.
Ho pensato a quest’estate, a quella mattina di agosto.
Ho pensato alla drammaticità che ne è conseguita.
Ho pensato al carosello di spiegazioni e di si, e di no, e di forse, e di perché.
Ho pensato che è stata una gran bella interpretazione, per entrambi.
Ho pensato che oggi non mi scomporrei minimamente.
Ho pensato che le tue parole sono vane, quanto lo sono state le mie.
Ho pensato che sarebbe più onesto non usare i termini Mai e PerSempre.
Ho pensato che siamo eterni bambini, siamo sempre pronti a dire e ad ascoltare ciò che più ci conviene.
Ho pensato che in fondo è andata bene.
Ho pensato che, era parecchio che non mi tornavi in mente.
Ho pensato che un motivo ci doveva essere.
Ho pensato che, sto sparando a vuoto
.

 
 
 

Post N° 40

Post n°40 pubblicato il 09 Febbraio 2006 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Trattengo il respiro.
Orecchie tese.
Cuore che batte.
Mi sembra di avere una ragnatela spessa e appiccicosa sulla faccia.
Sorriso tirato.
Scopertamente falso.
Mi taglia la faccia.
Ascolto i discorsi.
Tutte queste domande mi confondono.
Sento che mi sta sfuggendo qualcosa.
Qualcosa cui avevo pensato poco prima.
Qualcosa da chiedere...
Limite invalicabile.
Non c'è nessuno...e mi guardo attorno.
Continuando a muovere i piedi nell'erba alta.
Raccontamelo.
Raccontamelo ancora quello che mi sfugge.
Raccontamelo appoggiato allo stipite della porta, prima di entrare in cucina.
Non sospirare.
Non sospirare mentre mi accarezzi i capelli da lontano.
Non farmi domande mentre resto girata sulla sedia.
Apro la bocca e la richiudo.
Non esce neppure una sillaba.
A volte mi capita di avere un'idea.
Un'idea che mi gira in testa.
Una storia a cui penso e che mi intossica.
Mi fa male.
E vorrei che uscisse.
Che prendesse corpo.
E si fermi quasi subito, sviluppata armonicamente in tutte le sue parti.
Bella.
Capita a volte che il respiro di questa idea sia breve.
Intenso.
Ritmato ed efficace.
Giusto come deve essere.
Esprimendo in sintesi la concentrazione di se stessa.
Di personaggi.
Di azioni.
Di dialoghi.
Di descrizioni.
Di concetti ed emozioni.
Tutte queste idee sono lì.
Allo scoperto.
Vicinissime una all'altra.
Le scolpisco con i colori.
Le rifinisco nelle parole.
Le cerco nel tempo che è sempre troppo poco.
Perchè non mi stanchino mai quando si impattano con un colpo rapido e violento.
Quando arrivano all'improvviso.
Quando sanno di ironia e di suspanse.
Quando contengono all'interno il concentrato di un messaggio.
A volte sorrido.
Come ora.

 
 
 

Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 10 Gennaio 2006 da solstiziod_inverno

Mi par di rivivere un dasgiavù.
Portate pazienza con il mio francese fatto in casa con la PastaMatic.

Orbene, sono stata nominata.
Ringrazio di cuore, pancreas e fegato colui che, nonostante tutto, mi è rimasto fedele lettore.
Colui che...
http://blog.libero.it/dentrome/view.php
E' meglio non aggiungere altro.

Procediamo con la disfatta.

Regolamento: il primo giocatore di questo gioco inizia il suo messaggio con il titolo "cinque tue strane abitudini", e le persone che vengono invitate a scrivere un messaggio sul loro blog a proposito delle loro strane abitudini devono anche indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine dovrete scegliere 5 nuove persone da indicare e linkare il loro blog o web journal. Non dimenticate di lasciare un commento nel loro blog o journal che dice "sei stato scelto" (se accettano commenti) e ditegli di leggere il vostro.

  • Tengo sempre gli scontrini , i biglietti del circo, del cinema, del teatro, del ristorante, della parrucchiera, del panettiere, del macellaio, della cartoleria, del negozio di ferramenta e di quello d'abbigliamento. Mi rincoglionisco a guardarli e riguardarli come fossero reliquie.
  • Detesto pagare in contanti. Il prelievo allo sportello mi mette ansia, ancor di più vedere l'estratto conto. Il pagamento bancomat, carta di credito o assegno mi acquieta l'anima.
  • Ho l'abitudine di mettermi negli angoli. Io devo osservare senza farmi notare.
  • Dimentico solo quello che mi conviene, il resto rimane come un tatuaggio di fuoco dentro e fuori di me.
  • Mi rendo sempre impenetrabile. Occhi altezzosi e sguardo chiuso, sbarrato come un passaggio a livello.

E' giunto il momento di nominare.
Giacchè è risaputo che in questa veste non abbia vita sociale, lascerò che sia il caso a decidere per me.
Che nessuno me ne voglia.

http://blog.libero.it/Christel/view.php

http://blog.libero.it/alcrow/view.php

http://blog.libero.it/semplicecompless/view.php

http://blog.libero.it/PAINTBOX/view.php

http://blog.libero.it/presenze/view.php

E così sia...

 
 
 

Post N° 38

Post n°38 pubblicato il 21 Novembre 2005 da solstiziod_inverno
Foto di solstiziod_inverno

Nel libro dei giorni sereni i fogli son bianchi.

Son pieni i fogli dei giorni trascorsi nell'ansia.

Ma senza rimorsi, rimpianti del tempo passato.

Chissà se perduto...sciupato.

Attese.

Traguardi mancati pur senza ragione.

Strappati con aspra violenza, livore.

Ti resta, si dice, l'amore.

E' solo la nuvola rosa che sfuma il color d'ogni cosa.

Un quadro dipinto di niente.

E' musica muta.

La sente soltanto chi vuole sentire le note sognate.

Capire.
Tornare nel vero del mondo.
Lento cadere.
Nel fondo.

 
 
 
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Un blog di: solstiziod_inverno
Data di creazione: 29/04/2005
 

 

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IL MIO RESPIRO, SONO IO

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