Creato da martingore0 il 31/05/2009

Viaggi per il mondo

Racconti di viaggio tra Europa, Africa ed Asia e non solo

 

 

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Post n°3 pubblicato il 31 Maggio 2009 da martingore0
 

1.2. Lavorare a 5 anni

Sophie arriva ogni sera verso le 20.00 in Tana Road, nel centro di Malindi, con una pila di pentole che porta sulla testa che ne raddoppiano l’altezza. Ogni sera gestisce con la madre un punto di cottura all’aperto che funge da ristorante. In Africa la vita si svolge principalmente sulla strada ma vedere questa bimba lavorare fino a mezzanotte ti fa’ riflettere non poco anche perché per loro sarà anche nella norma, ma per noi no. Ancora peggio è quando arrivano le 23.30 e la mamma decide di “chiudere”la cucina. Sophie ha il compito di arrotolare il “pavimento” e pulire lo spazio occupato. Sbadiglia molto, ma cosa può fare? Incrocia il mio sguardo, quando arriva nel cortile della guest house con un secchio che riempie d’acqua per pulire e lavare. Senza dire una parola alle volte mi guarda con aria triste ed assonnata. All’inizio non capivo cosa volesse poi, incrociando lo sguardo, mentre cercava di trascinare il secchio pieno d’acqua pesantissimo ho capito che sperava in un mio aiuto visto che ero seduto a far niente. Così le porto il secchio, pesante anche per me, fino a dove lei lavora. Da queste parti i bimbi che lavorano sono la norma in quanto non tutte le famiglie hanno i soldi per pagare la scuola. Meglio così piuttosto che affittata a qualche ricco europeo che viene a divertirsi con i bimbi locali. Anche quest’anno compaiono articoli legati all’abbandono scolastico motivato dai soldi che i turisti occidentali offrono ai genitori ed agli albergatori compiacenti. A quanto pare il governo sta cercando di convincere gli albergatori a non accettare clienti che si appartano con bambini locali, ma è molto difficile visto che gli albergatori perderebbero questi clienti danarosi che sono qui apposta

1.3. L’ingegnere e la commessa

Sulla strada che porta a Lamu ci sono i migliori negozi di Malindi. La gente della città spesso si apposta nelle vicinanze per sperare negli spiccioli dei turisti che fanno shopping. I prezzi sono abbastanza proibitivi per le persone del posto ed anche per i viaggiatori occidentali. Personalmente trovo interessante passare da queste parti in quanto le commesse sono simpatiche e carine e non si negano mai se entri per fare due chiacchiere e non per comprare. Qui incontro Anna, somala di 26 anni ma ormai da tanto tempo in Kenya. Quando le assicuro che sono italiano non mi crede poiché lei sostiene che i turisti che vengono a Malindi non parlano inglese. Mi consiglia di spacciarmi per tedesco oppure austriaco, nazionalità più apprezzate rispetto alla mia.
Le chiedo di raccontarmi qualcosa di lei. Qualche anno fa conosce un’ingegnere italiano in pensione che viene in Kenya 7-8 mesi all’anno lasciando a casa la sua famiglia.. Si conoscono in casa di amici comuni e l’ingegnere pare interessarsi a lei. Anna non è una gran bellezza: un po’ cicciotella e bassa. In compenso è una gran chiacchierona, simpatica e molto vitale. In effetti, è una ragazza che sembra perfetta per l’ingegnere che, a quanto dice Anna, era in cerca di una donna che gli facesse compagnia più che di una bella ragazza. Il primo giorno che le parlo mi dà l’impressione di una donna determinata che si rende conto di avere un tesoro tra le mani che non riesce a sfruttare come vorrebbe. La seconda volta che la vedo le chiedo se sia contenta del fatto che tra poco il suo ingegnere tornerà qui. Mi confida che non ha deciso se vorrà rivederlo ancora perché hanno sempre delle discussioni nel momento in cui lei gli chiede del denaro per l’intensa vita sociale diurna e notturna. Infatti, mi spiega che i 40000 scellini (400 euro circa) al mese per queste spese sono troppo pochi e che ne servirebbero almeno 70000. La vita a Nairobi è molto cara: ristoranti, parrucchieri, discoteche e club che lei vuole frequentare quotidianamente insieme alle sue amiche richiedono un bel po’ di soldi. Considerando che l’ingegnere riceve 2000 euro di pensione mensili lei non accetta solo 400 euro per le sue spese. Quando le faccio notare che i soldi che lei vorrebbe sono lo stipendio di un buon manager keniota mi risponde che stare dieci ore con lui ogni giorno vale la cifra che lei chiede. Inoltre vorrebbe che lui costruisse e le intestasse una bella casa così da poter avere in mano qualcosa quando lui morirà. Infine gradirebbe un conto corrente per lei in una banca del Kenya dove lui versi mensilmente del denaro quando è in Italia.
Mentre mi descrive queste sue richieste mi rendo conto che non sta affatto scherzando e quando le faccio notare che potrebbe accontentarsi dei 40000 che riceve mi spiega che un uomo che ne guadagna 200000 può dargliene di più senza problemi. A maggior ragione se tra 10-15 anni lui morirà visto che ormai è già vecchio.  Rimango senza parole per come lei gli abbia fatto bene i conti in tasca.





 

 
 
 
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