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Dietro i referendum CGIL su voucher e appalti c'è una motivazione profonda: "non ci indurre in tentazione"

Post n°83 pubblicato il 14 Gennaio 2017 da claudionegro50
 

 

A prescindere dal merito, c'è un aspetto curioso e paradossale nei quesiti referendari (voucher e appalti) proposti dalla CGIL: in entrambi i casi si tratta di abolire norme che consentono (non "obbligano") al sindacato di utilizzare determinati strumenti.

Mi spiego.

E' certamente possibile e probabile che in alcuni casi si sia fatto un uso scorretto dei voucher, sia per nascondere lavoro in nero sia per pagare di meno gli straordinari a lavoratori regolarmente assunti. Occorre, direbbe il buon senso, metter mano alla normativa in modo da evitare abusi. Sapendo che comunque nessunissima regola è a prova di truffa..! Ma, ce lo dice l'ottima ricerca dell'INPS di settembre 2016, nella maggioranza dei casi se ne è fatto l'uso previsto e corretto. In particolare da parte della CGIL Pensionati, che li ha usati per retribuire le collaborazioni, ovviamente occasionali, di militanti dell'Organizzazione in determinati momenti; e motivandolo con un'ovvia osservazione: se no che facevamo, li pagavamo in nero? Osservazione ragionevolissima, che vale per la CGIL Pensionati ma anche per la gran maggioranza degli utilizzatori di voucher. Tutto ciò però alla CGIL non sembra ragionevole: meglio abolire i voucher, e basta! Del resto "se la tua mano o il tuo piede ti sono occasione di scandalo tagliali, e gettali via da te" (Vangelo s. Matteo).


Ancora più curioso il merito del quesito sulla responsabilità solidale negli appalti. Esso propone l'abolizione di parte dell'art.29 del D.Lgs 276/2003 (la Legge Biagi) in particolare la seguente

"Salvo diversa disposizione dei contratti collettivi nazionali sottoscritti da associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative del settore che possono individuare metodi e procedure di controllo e di verifica della regolarità complessiva degli appalti," . Si tratta di una norma che consente alle Organizzazioni Sindacali e Datoriali di stabilire che in determinate condizioni possa essere derogato l'obbligo alla responsabilità solidale del committente rispetto all'appaltatore e subappaltatore nei crediti verso i lavoratori. Si tratta, badate bene, non di un obbligo, ma di una possibilità messa a disposizione del Sindacato, che può usarla oppure no a seconda del proprio giudizio. E per Sindacato non s'intende un sindacato di comodo padronale, ma i sindacati "comparativamente più rappresentativi", ossia CGIL CISL e UIL. Ma evidentemente la CGIL non si fida di se stessa: teme di poter abusare di questa facoltà e si sente più sicura se ne viene privata. Siamo ancora alla mano o al piede che va tagliato perché non ti sia occasione di scandalo.

Curiosissimi quesiti referendari, proposti da un Sindacato affinché la Legge non gli consenta di fare determinate cose. Che dire? Si vede che la CGIL si considera, richiamandosi alla tradizione evangelica, un "povero peccatore" e chiede di non essere indotta in tentazione: et ne nos indúcas in tentatiónem.


P.S. Secondo me anche nel caso di successo del SI, la possibilità di deroga resterebbe garantita dall'esecrato art. 8 L.148/2011, che consente alla contrattazione collettiva di derogare a norme contrattuali e di legge. Dice: ma allora perché non chiedere di abrogare per via referendaria l'art.8? Elementare, Watson: perché il nefando art. 8 è quello che consente alla CGIL di reintrodurre, tramite accordi collettivi, le tutele dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. La deroga alla legge è esecranda, ma alcune deroghe sono meno esecrande delle altre...

 

 

 
 
 
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