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Roma lungo il Tevere

Post n°4 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da coccoleromane

Roma lungo il Tevere -seconda parte-

Tempio Ercole vincitore


Lupa del Campidoglio


Proseguendo l'itinerario verso sud, si raggiunge la zona del Foro Boario destinato anticamente al mercato della carne bovina, e del Velabro, luogo occupato da un'antica palude dove, secondo la tradizione, si sarebbe incagliata la cesta con i gemelli Romolo e Remo. Figli di Marte e Rea Silva, i gemelli furono salvati da una lupa che li allattò. Per questo motivo la lupa é divenuto uno dei simboli della città di Roma. Monumenti dominanti dell'area sono i due famosi templi cosiddetti di Vesta (quello a pianta circolare, in realtà dedicato a Ercole vincitore) e della Fortuna Virile (in realtà dedicato al dio del fiume Portumnus). Segue la chiesa di Santa Maria in Cosmedin risalente al VI secolo e affidata in seguito ai Greci fuggiti a Roma dall'Oriente. La chiesa deriva infatti il proprio appellativo dal greco, con riferimento alle splendide decorazioni che la caratterizzavano. Qui ogni domenica, alle 10.30, è possibile assistere alla messa in rito greco-ortodosso. Nel portico della chiesa, sulla sinistra, è conservata la famosa Bocca della Verità, una grossa pietra circolare raffigurante la testa di un fauno o di una divinità fuViale, con la bocca spalancata. Si dovrebbe trattare di un chiusino monumentale ma, secondo la leggenda, la lastra veniva usata per giudicare l'onestà di una persona: chi giurava il falso tenendo la mano in quella bocca non sarebbe riuscito a tirarla fuori se non mozzata.


Bocca della verità



Anche Audrey Hepburn e Gregory Peck ne subirono il fascino misterioso nel famoso film Vacanze Romane! A questo punto la passeggiata prosegue verso Castel Sant'Angelo, in direzione nord; si può scegliere di proseguire a piedi oppure di prendere un mezzo pubblico. Se invece ci si vuole prima concedere una piccola pausa, al di là del Tevere, proprio all'imbocco di Ponte Cestio, potete gustare una delle più famose "grattachecche" di Roma.


castel S. Angelo


castel S. Angelo



Castel Sant'Angelo nasce al principio del II secolo per volere dell'imperatore Adriano, come tomba monumentale per sé e per i suoi successori. Lo collega alla sponda sinistra del Tevere il Ponte Elio, oggi Ponte Sant'Angelo, decorato dalle statue di dieci angeli di marmo con i simboli della passione di Cristo realizzati su disegno di Gian Lorenzo Bernini. Il destino del monumento viene segnato nel 403, quando l'imperatore Onorio lo include nella cinta muraria cittadina trasformandolo in un fortilizio avanzato sul fiume. Dal XIII secolo diventa una "dependance" del vicino Vaticano; papa Niccolò III infatti realizza il famoso Passetto di Borgo, corridoio coperto di collegamento tra San Pietro e il Castello. La fortezza divenne celebre nel tempo soprattutto come prigione: qui furono rinchiusi Benvenuto Cellini e il celebre avventuriero Giuseppe Balsamo detto conte di Cagliostro. Il nome con cui è nota la fortezza deriva da un evento miracoloso compiutosi nel 590: infieriva su Roma una grave pestilenza, per scongiurare la quale fu organizzata da papa Gregorio Magno una solenne processione. Quando la processione giunse nei pressi della Mole Adriana, fu visto librarsi in aria l'arcangelo Michele che rinfoderava la spada fiammeggiante, per simboleggiare la fine della peste. La statua dell'angelo, posta sulla sommità del castello a ricordo dell'evento, fu sostituita per ben sei volte.



 
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