Pdl lontano dall’obiettivo del 40%, ma per il Pd è autentica débacle Il Carroccio ripete il boom del ’96, i pettegolezzi premiano Di Pietro di Redazione. Milàn – “Sono soddisfatto”. E’ lapidario Umberto Bossi davanti al 10 e mezzo strappato dalla Lega Nord alle Europee. Forse non ci credeva neppure lui, che poco prima dello spoglio aveva messo le mani avanti: “Alla nostra gente di questa Europa importa poco, da noi ci si muove di più per le politiche”. Invece i padani hanno premiato il Carroccio col voto per Bruxelles per l’impegno dimostrato in un anno di governo, ma anche per le sfide che i leghisti si apprestano ad affrontare in Europa. Lo ricorda bene Roberto Cota, presidente dei deputati leghisti, il primo ad azzardare un’analisi del voto.
VOTI OPERAI. “La Lega avanza anche in Emilia e Toscana – rileva il segretario nazionale piemontese -. Sta diventando movimento di riferimento, chi votava a sinistra ora vota Lega. Le battaglie sull'immigrazione pagano. Noi daremo voce a un'Europa diversa, la Turchia non deve entrare in Europa”. In realtà il 10,5 delle Europee traina il Carroccio su tutto il territorio padano.
VOTI MANCATI. In Veneto tra Lega e Pdl si è giocata una battaglia all’ultimo voto. Ed è per meno di un punto percentuale che alla Lega (28,4%) è sfumato il sorpasso sul Pdl (29,3%). Un peccato, ma non è certo il Carroccio a recriminare per i voti mancati: il Pdl resta ben lontano dal 40-45% a cui puntava Silvio Berlusconi, anche se la formazione del centrodestra cresce rispetto al 32,5% delle europee del 2004 dalla (somma dei voti di Fi e An) e cala leggermente rispetto al 37,5% delle ultime politiche.
VOTI DIROTTATI. Berlusconi se l’è presa con l’astensionismo: l’affluenza è stata solo del 66,5% (nel 2004 era del 72,9%) e tra i “disertori” dei seggi potrebbero esserci tanti elettori del Pdl rimasti colpiti dalle badilate di fango scagliate dalla sinistra contro il Cavaliere durante la campagna elettorale. Una strategia che non ha portato gli sperati vantaggi a Dario Franceschini.
VOTI INCASSATI. Il Cicca-Cicca segna dunque l’ennesimo autogoal nella porta del Pd, che carambola più in basso di 7 punti rispetto alle politiche del 2008, a quota 26%. Il livore antiberlusconiano premia invece Tonino Di Pietro che ringrazia Franceschini del travaso e incassa: l’Italia dei valori raddoppia e arriva all’8%. Ed ora tocca agli scrutini delle amministrative.
WWW.ILPADANO.COM 8 giugno 2009 |