Ambarabà

Ma lascia andare

Creato da scorpione.scorpione il 08/02/2011

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E' stato un bel tempo, niente dura per sempre

Post n°5 pubblicato il 24 Maggio 2011 da scorpione.scorpione

Mi sono fatto l'amante.
Si può essere amante e moglie,
o marito.
Basta non dimenticarsi mai la parola stimolante,
la carezza improvvisa,
le autoreggenti di lunedì,
un regalino da nulla ma estemporaneo.
Ma sopratutto, mariti e mogli,
non dimenticare che non ci sono limiti al sesso di coppia,
non ci sono cose che le mogli non fanno,
o i mariti,
anche perchè se non le fanno coi mariti,
o le mogli,
prima o poi le vorranno fare con un amante.
Io sto in coppia con una moglie/amante,
siamo sessualmente molto appassionati
e siamo molto cresciuti in questo,
negli anni.
Il nostro sesso di anni fa ci sembra roba da bambini,
al confronto di oggi.
E non è tecnica, è emozione.
Forse però, non tutti possono capire.

 
 
 

Delle differenze fra maschi e femmine e dello spirito di Madame Bovary sopra di noi.

Post n°4 pubblicato il 24 Marzo 2011 da scorpione.scorpione

Foto di Primosire

Anch'io credevo che le uniche differenze fra maschi e femmine, fossero che le femmine portano i capelli lunghi ed i maschi no e che le femmine qualche volta portano le gonne ed i maschi quasi mai.

Invece ho scoperto un'altra differenza:

Noi maschi, prima di pensare che abbiamo una nuova storia in piedi, dobbiamo esserci scopata la fanciulla in questione almeno un paio di volte, dopo di che, a volte diventa una storia.

Le donne invece fanno datare la nascita della storia da molto prima, fin dai primi sguardi, cominciano ad imbastire fantasie amorose e decidono il nome dei primi quattro figli.

E magari il fortunato prescelto nemmeno lo sa.

Una donna percepisce di aver tradito il proprio uomo anche solo da queste fantasie, o dall'aver risposto a qualche lusinga, magari solo con messaggini sul cellulare.

O qualche sguardo scambiato.

Però forse è vero, distrarre le propria attenzione dal proprio uomo per abbandonarsi a fantasie e lusinghe, è un tradimento.

Madame Bovary non è mai morta, vive, prospera e agisce nelle menti e nei cuori di milioni di donne.

 
 
 

Come a sedici anni, abbordato per strada

Post n°3 pubblicato il 22 Marzo 2011 da scorpione.scorpione

Ma chi l'avrebbe detto, che all'alba dell'età matura e anche di più, mi sarei trovato ad essere abbordato da una donna per strada.

Torino era splendida, sabato scorso, il Presidente della Repubblica era ancora in città e sia lui che centinaia di migliaia di torinesi erano appena reduci dalla pazza ed appassionata festa per i 150 della Repubblica.

Difficile camminare sotto i portici di via Po, ogni tanto bisognava uscire sulla via, per superare i capannelli di gente o i passeggiatori lenti.

Sotto i portici di via Po, alla sinistra, ci sono le bancarelle di libri usati, mi fermo sempre a guardare se non ci sia un'occasione speciale, sabato l'ho trovata: un'edizione della BUR delle impressioni del viaggio in Italia di Heirich Heine, per ora ne ho lette poche pagine, ma è splendido, la sulfurea ironia di Heine, specie verso i suoi connazionali è esilarante, così come la descrizione delle donne italiane è dolce, romantica e denuncia la sensualità del poeta (puzzone di un crucco!).

Dicevo, mi sono fermato a guardare i libri, alzo gli occhi e noto una signora che guarda me.

Bruna, viso gradevole, occhi scuri, ma questo forse l'ho notato dopo, pagato il libro, mi avvio per i portici, continuando la passeggiata, quando rivedo la donna davanti a me, con il suo spolverino aperto e svolazzante. Proseguo pensando ai casi miei, facendomi largo tra la folla, quando poco dopo la vedo spuntare da dietro alla mia destra, mi sorride e mi fa un cenno di saluto.

Maleducato, non rispondere, sicchè lei mi si affianca e commenta la strabocchevole folla.

Giocoforza intavolare una conversazione e così abbiamo fatto, ci siamo sommariamente raccontati le nostre vite e scoprendo di essere due persone straordinarie, benché con segni zodiacali poco compatibili.

Il cielo, intanto, dall'azzurro cupo che precede il tramonto, si era fatto nero di temporale: come lasciarla per strada, priva com'era persino dell'ombrello e vestita primaverile?

Abbiamo raggiunto la mia macchina, continuando nel frattempo a scandagliare le nostre vite e ci siamo diretti verso casa sua.

E qui, se qualcuno mi legge, non pensi male, non avevo proprio il tempo di accettare l'aperitivo che mi offriva ed ho dovuto salutarla.

Però è stato un saluto speciale: fermo in macchina, davanti al suo portone, come quando ero diciottenne, l'ho baciata.

Certo, prima sulle due guance! Ma poi sulla bocca.

Ha accettato con un po' di resistenza il contatto sulle labbra ed ha cercato di ritrarsi, sentendo la mia lingua cercare un varco fra le sue, ma era una resistenza di maniera, solo ha fermato la mia mano quando cercava di insinuarsi sotto le sue gonne.

I baci che mi piacciono, sono quelli profondi e riflessivi, quando l'attorcigliarsi e l'accarezzarsi delle lingue, favorisce la conoscenza reciproca ed il montare delle endorfine stimola il desiderio, lei era un po' troppo energica ed attiva,

Alla prossima occasione dovrò insegnarle in bacio profondo e romantico, quello che prelude a più profonde introduzioni e penetrazioni.

Intanto mi godo la carezza al mio ego che l'avventuretta mi ha regalato e pregusto il seguito che ci sarà.

 
 
 

Il sole sorge per tutti, ma per qualcuno prima.

Post n°2 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da scorpione.scorpione

Non intendo dire di essere stato un privilegiato, anzi, voglio solo dire che dove sono nato io, il sole sorge all'orizzonte di campi coltivati, a perdita d'occhio.

Niente montagne in vista, niente colline, le alture più significative, sono i ponticelli sui fossi e di fossi ce n'è una miriade.

Nei fossi ci sono (c'erano) le rane e bastava accucciarsi in riva al fosso per prenderle con le mani. Le rane sono buone da mangiare, impanate e fritte, ma anche infilate su di un bastoncino ed arrostite sulla brace, dopo averle spellate.

Nell'umido delle rive dei fossi, dei canali e del Po di Volano c'erano (ci sono) i nidi di zanzare. Appena arriva il caldo si lanciano fameliche sulle bianche carni degli umani nei pressi e si abbuffano di sangue umano, come vampiri.

Mia cugina Gianna, quando le hanno spiegato che le zanzare che succhiano il sangue, lo fanno per portare cibo ai loro piccoli, le lasciava fare. Aveva sette anni, poi ha smesso.

Ma lo spettacolo che si vede nelle giornate di scirocco, limpide e chiare, è il sole rosso che sorge a est, su di un orizzonte nero di campi arati.

Gli unici ostacoli alla vista, sono i radi cuffi di pioppi, sempre più piccoli man mano che si allontana lo sguardo. In fondo, all'orizzonte, il sole.

Nasce dapprima come una sottile falce rossa e poi si gonfia fino ad apparire tondo ed immenso, rosso scuro color del sangue, una grande palla ammantata di bruma mattutina.

Fa quasi paura.

Poi corre lentamente su tutto l'arco dell'azzurro, per tredici o quattordici ore, per sprofondare a sera nello stesso modo, sui neri campi arati ad ovest.

Dalla piccola palla gialla che è stato tutto il giorno, ricomincia la metamorfosi: torna ad essere la grande palla rossa e scura, affonda nei campi lontani e sparisce, con l'ultimo barbaglio di falce rossa.

Io l'ho guardato, a volte, dal tetto piatto di casa mia.

Casa mia non c'è più, domani forse racconterò di casa mia.

 
 
 

Confesso...

Post n°1 pubblicato il 08 Febbraio 2011 da scorpione.scorpione

Sembra che il nome del mio blog, sia "Confesso..."

Ebbene no, non ho intenzione di confessare alcunchè, il nome è venuto fuori dalle cento prove che ho fatto per inserire un titolo.

Volevo scrivere "Confesso che mi sono rotto" di cercare un titolo che mi fosse accettato, ma una scivolata del dito sul mouse mi ha fatto pubblicare questo titolo impubblicabile.

Avrei anche potuto scrivere: "Confesso che ho vissuto", ma mi sarebbe sembrato presuntuoso.

"Confessioni di una monaca portoghese", invece mi sarebbe piaciuto, ma non sono una monaca e comunque non userei mai quel linguaggio nè mai mi lamenterei a quella maniera.

Ripeto: non ho nulla da confessare, sono puro siccome angelo e forse anche un pò bischero, nella mia abissale ingenuità.

Vabbè, è andata.

Domani forse racconterò di come sorge il sole, visto dalla casa dove sono nato.

Confesso che ho visto anche sorgere il sole.

 
 
 
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