Ambarabà

Ma lascia andare

Creato da scorpione.scorpione il 08/02/2011

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Messaggi di Giugno 2012

Amarsi al buio.

Post n°43 pubblicato il 07 Giugno 2012 da scorpione.scorpione
 

Può essere un’esperienza fantastica, l’incontro al buio.

Non c’è l’imbarazzo del primo incontro:

Oddio, magari non gli piaccio, orrore ho un brufolo sulla guancia, Dio mio, se lo facciamo alla pecorina si accorgerà di quella voglia di caffè che sulla chiappa sinistra.

Al buio, niente di tutto questo.

Al buio si percepisce solo il corpo, la voce ed i profumi, manca tutto ciò che può rendere preoccupante un primo incontro, la tensione c’è, ma è positiva.

E la trasgressione, incontrare una/o sconosciuto/a che non si è mai visto prima, se non magari in foto!

E c’è anche tutto il prima: messaggi, scambio di mail, chiacchierate investigative per capire chi si ha di fronte, poi il telefono, la voce, confessioni, informazioni, ognuno che mostra la parte migliore di sé e se non ci sono delusioni, via per successive e progressive conversazioni ed approfondimenti fino al fatidico quando e come.

Certo ci sono anche i rischi.

Lui potrebbe essere Jack lo Squartatore, nascosto dietro chiacchiere affascinanti potrebbe nascondersi un killer seriale che abborda le donne in quel modo per poi farne bistecche, anche se è difficile che per far questo scelga un’agreste agriturismo in un pomeriggio assolato dove peraltro lascia anche i documenti.

No, Jack lo Squartatore sceglierebbe preferibilmente un parcheggio fuori dell’autostrada, magari in una sera di nebbia.

Il rischio vero è invece di trovarsi a letto con qualcuno che fisicamente non ci piace, che ci ha mandato la foto dell’amica/o oppure quella di dieci anni fa.

Se invece si è entrambi onesti, non si punta ad un target diverso dal nostro e così fa l’altro, può essere un’esperienza fantastica.

Poi bisogna sperare che la parte più importante sia soddisfacente per entrambi, lo si può capire prima se lo sarà, dalle conversazioni, dai silenzi, dal tono della voce.

Lo si capisce sempre prima se qualcosa non va e non bisogna pensare di aver capito male, se il nostro sesto senso ci dice che c’è qualcosa di storto, meglio rinunciare. 

Io sono confusa, ho paura, sono felice, rivivo ogni istante come se fosse un film, ma non mi sembra di essere io la protagonista. Non che rispondi se non puoi. Serve quasi di più a me per riordinare le idee. Ma mi fa piacere condividere i pensieri con te. 

Così scriveva una delle tre donne che ho incontrato al buio per la prima volta.

L’ho fatto tre volte a distanza di molto tempo l’una dall’altra, forse non lo farò mai più, ma ho tre bellissimi ricordi.

Peccato che non potrò raccontarlo ai miei nipoti.

 
 
 

Ma che differenza c'è?

Post n°42 pubblicato il 06 Giugno 2012 da scorpione.scorpione

Poesia:

Prese una sedia dal bar

Lasciando la birra

La piantò in mezzo

Fra i due binari del tram

E sedette

A guardar se è vero che due rette

All’infinito di corso Vercelli

Alla fine si uniscono

 

Prosa:

Prese una sedia dal bar, lasciando la birra, la piantò in mezzo, fra i due binari del tram e sedette a guardar se è vero che due rette all’infinito di corso Vercelli, alla fine si uniscono.

 
 
 

Un bell'arnese

Post n°41 pubblicato il 01 Giugno 2012 da scorpione.scorpione

Francamente non avevo mai pensato che il mio cazzo potesse essere bello o brutto.

La prima volta che me lo sono sentito dire è stato da una donna di 39 anni che sfortunatamente (così vanno le cose delle vita), l'aveva misurato e valutato solo con la bocca.

Non ha osato dirmi “hai un bel cazzo”, mi ha detto solo: “è bello lui”.

Negli anni successivi mi è invece accaduto più volte di sentirmelo dire, ho pensato che forse le ragazze giovani non osano certi apprezzamenti.

Ho capito però che le donne hanno una speciale attenzione per l'estetica e le caratteristiche dell'attrezzo dei maschi e che spesso, di per sé solo, suscita specifiche emozioni.

Mi raccontava la mia donna che la prima volta che ha toccato il cazzo del suo primo ragazzo, benché coperto dalla stoffa dei pantaloni, il giorno dopo ha avuto la febbre a 39.

Ancora oggi, vedendomi nudo, metti caso, sotto la doccia, non manca di lanciare uno sguardo alla mia appendice magari tristemente penzolante.

E a letto, prima di dormire, spesso non manca di infilarmi una mano nel pigiama e mormorare “come siete fatti strani”, accarezzando quello che ho sentito chiamare anche “il pacco” (va detto che questi toccamenti spesso producono il loro effetto e che forse la manovra è calcolata).

Una volta una ragazza mi ha chiesto “ma tu lo porti a destra o a sinistra?” oggi risponderei “lo porto dritto verso di te”, allora sono solo diventato rosso.

Ancora oggi mi accade di notare fugaci sguardi verso la mia patta, anche da donne incontrate per motivi lontanissimi da relazioni personali.

Io peraltro non manco di guardare le loro forme posteriori, perciò non c'è di che stupirsi.

Non finiscono mai le scoperte sull'altro sesso, malgrado la mia maturità, mi sorprendo.

Fuori è grigio, ma io ho la finestra spalancata e non fa freddo.

Sulla collina di fronte il verde è nuovo e sfolgorante.

E' un buon segno.

 
 
 

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