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L'importanza dell'insegnante

Post n°3 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da anpo2
 

Viene per parlare con tutti gli insegnanti possibili nella mattinata il genitore di quell'alunno che si rintana nel posto più lontano  dalla cattedra per poter chiacchierare meglio con alcuni complici. Non si dispone praticamente mai all'ascolto attento, a partecipare all'attività didattica, sembra ne vada della sua dignità.

Passando nell'atrio per andare nell'aula ricevimento genitori vedo un signore di circa un metro e novanta sovrastare la collega di matematica, mentre spiega, a voce abbastanza alta, che suo figlio è tanto sensibile e timido. Si gira  e mi dice che da lì a poco verrà a parlare anche con me. Certo, abbiamo pur fissato un appuntamento! Seduti uno di fronte all'altro, tipo duellanti, il signore mi racconta che:

  • alle medie inferiori (usa una terminologia pre-Gelmini) suo figlio andava bene in tutte le materie perchè gli insegnanti erano severi nella esatta misura
  • l'insegnante lì seduta davanti a lui farà in modo di difendere suo figlio dall'invadenza truffaldina dei bulletti che lo disturbano, una volta in classe
  • la stessa insegnante avrà un'attenzione particolare verso il suo povero figlioletto che così, con l'insegnamento individualizzato, potrà imparare finalmente qualcosa
  • a casa suo figlio quasi non si sente, è introverso e silenzioso, passa i pomeriggi in camera sua a studiare quindi se non ci sono risultati positivi la colpa non è sua.

Mi viene in mente quella signora, sicuramente in grado di surclassare il lì presente genitore, che è venuta a scuola urlando contro noi insegnanti incapaci di apprezzare quella perla di suo figlio di cui lei era amica... Si affollano nella mia testa altri episodi, ad esempio quel parente che mi ha chiesto se sapevo cosa stavo facendo leggere al suo protetto, un libro appartenente al genere horror!

Così genitori incapaci di sostenere il loro ruolo (sicuramente difficile), scaricano le responsabilità sugli insegnanti, in vari modi anche ingegnosi, con tattiche manipolatorie per cui non sono i familiari che non sanno educare, che non sanno parlare, che non sanno imporsi alla loro viziata prole, no, sono gli insegnanti che non sanno fare il loro mestiere, manica di fannulloni mangiasoldi dello stato.

Ad ogni buon conto a me le sfide non dispiacciono, perfino quando sono così corpose e poliedriche, alla difesa di un lavoro che ha comunque aspetti positivi.

 La prof. con la penna rossa

 
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