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residui metabolici.......questo è il problema

Post n°64 pubblicato il 27 Ottobre 2012 da scipgyno

Ogni giorno, le nostre cellule producono dei rifiuti e dei residui metabolici e l'acqua è il supporto indispensabile per convogliare questi rifiuti verso gli apparati emuntori che ci permettono di eliminarli.

Quando non c’è acqua a sufficienza la funzione di eliminare i rifiuti prosegue con difficoltà. Le urine diventano più rare e dense, il sudore più concentrato e le feci asciutte e dure.

In queste condizioni è più difficile eliminare le tossine che cominciano quindi, a depositarsi sulle pareti dei vasi sanguinei e a congestionare gli organi.

Immaginiamo un acquario!

Cosa succede se il filtro si intasa e non riesce più a depurare l'acqua? In poco tempo l'acqua diventa putrida, carica di tossine.

Come pensi si sentano i pesci, sono forse energici e vitali?

Se non interveniamo subito cambiando l'acqua i pesci inizieranno ad ammalarsi e curarli uno per uno, senza rimuovere la causa che è l'ambiente organico malsano, capisci che è uno spreco di energia.

Adesso parliamo degli enzimi.

Il ruolo degli enzimi è quello di realizzare le molteplici trasformazioni biochimiche necessarie al funzionamento organico.

Per svolgere correttamente la loro attività hanno bisogno di un ambiente ricco di acqua al fine di disporre di uno spazio vasto nel quale lavorare.

Mi spiego meglio, più l'ambiente nel quale gli enzimi devono agire è intasato da tossine, più fatica fanno a svolgere la loro funzione.

Quando i liquidi organici sono densi, concentrati, hanno una viscosità elevata, gli enzimi lavorano peggio.

Questo è il nostro ambiente interno quando non rispettiamo l'equilibrio idrico!

Gli enzimi agiscono ad un ritmo sempre più lento e le trasformazioni biochimiche avvengono in maniera incompleta e intermittente.

La produzione di energia, di ormoni, di sostanze riparatrici, ecc…,

necessarie al buon funzionamento dell'organismo, decresce progressivamente.

Ecco spiegato perché la disidratazione cronica procura una sensazione di stanchezza e affaticamento cronici.

Il tutto si ripercuote poi, a livello psichico e vengono a mancare lo zelo, la voglia di fare e la gioia di vivere.

Se una persona in questa situazione beve di nuovo acqua a sufficienza, ritroverà energia.

Le assunzioni generose di acqua infatti rilanciano l'attività enzimatica e il ritorno di un livello energetico più elevato ne è la diretta conseguenza.

Un ritorno immediato di forza, slancio e vitalità infatti è il primo effetto che possono testimoniare coloro che hanno aumentato il proprio consumo d'acqua per riportare il bilancio idrico alla normalità.

COSA E QUANTO BERE

Come il corpo ci segnala la mancanza d’acqua

La sensazione di sete è il mezzo utilizzato dall'organismo per evitare la disidratazione. È un campanello di allarme che suona ogni volta che nel corpo comincia a mancare acqua.

La sete si manifesta a livello della bocca e non dello stomaco o del ventre, come accade per la sensazione di fame.

Non appena abbiamo bevuto la quantità di liquido necessario, la sensazione di sete sparisce e fino a quando non abbiamo colmato il deficit idrico, anche un consumo notevole di acqua in un breve lasso di tempo non provocherà la diuresi come accadrebbe normalmente.

La diuresi sopraggiunge soltanto a partire dal momento in cui l'acqua ingerita supera il bisogno.

Benché all'esterno la sete si manifesti sempre allo stesso modo, esistono due tipi di sete: quella extracellulare detta anche ipovolemica e quella intracellulare detta anche osmotica.

Si distinguono in funzione del livello corporeo nel quale si manifesta il deficit idrico.

La sete extracellulare si manifesta quando il volume del sangue e del siero extracellulare diminuisce troppo (ipovolemica = poco volume) e ha lo scopo di far aumentare rapidamente gli apporti di acqua ed evitare che l'organismo debba attingere acqua dalle cellule.

Questo tipo di sete compare solo se ad un abbondante eliminazione di liquido si accompagna anche un ingente perdita di sale.

Queste condizioni si verificano nei casi di fortissima sudorazione, per esempio durante un soggiorno prolungato in ambienti molto caldi, durante febbri molto alte o intense e prolungate attività fisiche.

Forti eliminazioni di sudore portano via di conseguenza molto sale ed inizia un circolo vizioso. Più il corpo perde sale, meno acqua trattiene. Meno ne trattiene, più ne perde e si disidrata.

Questa condizione è tipica per coloro che sono costretti a lavorare in condizioni molto calde, ad esempio gli operai in una fonderia o stamperia di materiale plastico oppure i cuochi.

Mi viene in mente questa categoria perché ho avuto modo spesso di vedere all’opera i cuochi nelle cucine d’estate. L’attività frenetica sommata al caldo trasforma le cucine in una sauna.

Poiché la sete extracellulare ha origine dalla perdita di liquido e sale, la correzione del deficit idrico non potrà essere ottenuta soltanto con il semplice consumo di acqua.

Servono anche i sali minerali ma in forma colloidale cosi da poter essere prontamente utilizzati dal nostro organismo. L'argomento circa i minerali colloidali lo approfondisco più avanti nella sezione Acqua Viva.

La sete intracellulare invece, è dovuta ad un deficit idrico all'interno della cellule.

Quale è la causa?

Considerato che le cellule non si priverebbero mai deliberatamente della loro acqua, se questa percentuale diminuisce è, perché il corpo attinge a questo livello senza che le cellule possano opporsi.

Questo succede non tanto quando cala il volume del sangue o del siero extracellulare, ma quando in essi aumenta la concentrazione di tossine.

L' alimentazione in questo caso gioca un ruolo fondamentale.

Avrai notato che a mangiare viene sete, e più mangiamo cibi complessi più la sete aumenta.

Questo perché, aumentando la concentrazione del liquido extracellulare aumenta anche la pressione osmotica esercitata sulle membrane cellulari.

Per ristabilire l'equilibrio avviene un risucchio di acqua dalle cellule. L’acqua più pura che si trova all’interno delle cellule viene risucchiata fuori perché deve diluire le tossine che si trovano nel liquido extracellulare.

A questo punto è la cellula a rimanere disidratata.

A seconda della causa che la provoca, il bisogno di bere che sentiamo può rappresentare sia una sete intracellulare, che è quella più comune, sia una sete extracellulare.

Abbiamo anche detto che la sete è un segnale di allarme dato dal corpo e dovrebbe essere sentita da tutti. Mi capitato spesso, tuttavia di incontrare persone che dicono di non sentire la sete e di conseguenza bevono pochissimo.

Ho scoperto che ci sono due cause principali per la perdita della sensazione di sete:

La prima è l'assenza ripetuta di reazione dinnanzi ai segnali d'allarme della sete

Bisogna sapere che quando una persona, regolarmente, non beve laddove la sete lo spinge a farlo, la sensazione di sete si modifica.

Col tempo i sintomi della sete, bocca asciutta, contrazione della faringe, ecc…, non si fanno più sentire con la stessa intensità.

Facciamo un esempio, pensiamo ai camerieri o ai cuochi che portano spesso piatti caldi. Non reagendo alle sensazione di bruciore che aggrediscono le loro mani, esse si abituano al calore.

Nel nostro caso, la persona che beve poco tollera sempre meglio la sete e non percepisce nemmeno più nettamente, i segnali d'allarme dati dal corpo.

Attenzione, però, perché ciò è vero soltanto per la sensazione di sete e non per le sue conseguenze. Queste persone soffrono inevitabilmente di disidratazione cronica malgrado l'assenza di sete.

La seconda ragione per cui la sensazione di sete si può perdere deriva da una confusione tra la sete e la fame.

Anche se sono due sensazioni ben distinte, a volte vengono confuse. Se qualcuno calma regolarmente la sete mangiando, la sensazione di sete si attenuerà o non sarà più percepita come tale.

Se ti è familiare questa situazione o conosci qualcuno che non beve perché dice di non aver mai sete, come puoi aiutarlo?

Trattandosi comunque di una funzione fisiologica, fortunatamente la sensazione di sete addormentata può essere risvegliata. Basta che la persona si sforzi di bere normalmente, anche se non ha sete.

Dopo qualche giorno potrà constatare con sorpresa quante sete abbia malgrado tutto ciò che beve!

Abbiamo sin qui capito che il corpo umano ha bisogno di apporti quotidiani e abbondanti di liquido per funzionare correttamente ed evitare la  disidratazione.

Ora chiediamoci: tutte le bevande hanno lo stesso valore? Quale caratteristica deve possedere una bevanda per essere benefica dal punto di vista fisiologico?

Andiamo a scoprirle insieme. Deve essere facilmente assimilabile dal tubo digerente e attraversare agevolmente le pareti dei capillari e delle membrane cellulari.

Allo stesso tempo non deve presentare inconvenienti o effetti collaterali negativi se bevuta in grandi quantità, come per

esempio: disturbare la digestione, stimolare eccessivamente il transito intestinale, avere effetti troppo calmanti o stimolanti.

Il liquido che risponde meglio a tutte queste esigenze è senza dubbio l'acqua. Essa è infatti la bevanda di base dell'essere umano perché è la natura stessa che gliela offre.

Il filosofo e scrittore americano DAVID HENRY THOREAU dedicò oltre due anni della propria vita a cercare un rapporto intimo con la natura e giunse alla conclusione che: "L'acqua è la miglior bevanda per l'uomo intelligente".

Essendo l'acqua l'unica bevanda che la natura offre all'uomo, non è naturale non amare l'acqua.

Eppure oggi il consumo di bibite e altre bevande è spropositato, ma come l'amore per le bevande diverse dall'acqua si è sviluppato per abitudine e ripetizione, cosi reimparare ad apprezzare l'acqua passa per il berne regolarmente.

Da cosa è composto questo liquido cosi prezioso?

Sicuramente ricordi la formula chimica dell'acqua: H2O ma l'acqua potabile non è mai pura nel senso chimico del termine.

Un'acqua composta esclusivamente da due atomi di idrogeno e da un atomo di ossigeno si ottiene solamente in laboratorio.

Generalmente, l'acqua contiene dei sali minerali e sarebbe quindi più corretto parlare di soluzioni acquose che variano in funzione di quanti e quali minerali sono disciolti in essa.

E qui siamo arrivati a un discorso importante!

Quanta acqua bisogna bere? Fa differenza che acqua bevo?

La quantità di acqua da bere non è uguale per tutti perché dipende anche dalla propria costituzione fisica. Ho riscontrato che i migliori risultati si ottengono bevendo 1 litro di acqua ogni 30 kg di peso.

Quindi è molto semplice, prendi il tuo peso e dividilo per 30. Il risultato è la giusta quantità di acqua da bere per la tua costituzione se pesi entro i 100 kg. In ogni caso non si superano i 4 litri.

Tutti vogliamo bere un’acqua pura ma ovunque giriamo il nostro sguardo vediamo manifestazioni di inquinamento ambientale.

Siccome il ciclo dell'acqua avviene nel contesto di una natura inquinata, l'acqua non può essere veramente pulita, a meno che non sia ricavata da una lastra di ghiaccio preistorico.

Tuttavia scegliere un'acqua che proviene dai ghiacciai è già una scelta più consapevole perché durante il congelamento tutte le sostanze tossiche e gli additivi chimici vengono praticamente decantati e l'acqua che si scioglie è più pura.

Questa è l'acqua bevuta dai montanari longevi, un’acqua con pochi sali o altre sostanze disciolte.

Come posso riconoscere un'acqua proveniente da ghiacciai sciolti?

Leggendo attentamente l'etichetta alla voce residuo fisso, più è basso più è pura l'acqua. Scegli acque con un residuo inferiore ai 50 mg/l.

Ma lascia che ti spieghi come mai è importante fare questa scelta.

Prova a pensare: perché gli anziani hanno sempre freddo e hanno bisogno di coprirsi mentre i giovani si vestono poco e non hanno freddo?

Questi ultimi hanno un "sangue caldo", come si usa dire, ma perché? Per un semplice motivo: i giovani vasi sanguinei sono ancora puliti, per questo il sangue vi circola liberamente e l'energia viene emessa in misura maggiore.

Secondo un calcolo, una persona in media nella sua vita beve circa 75 t di liquidi. Supponiamo che in un litro di acqua sia contenuto un grammo di sali duri inorganici.

Ne risulta che l'organismo deve eliminare circa 75 kg di deposito calcareo.

Se poi pensiamo che di queste 75 t solo una minima parte sono costituiti da acqua semplice ma la maggior parte sono bevande o bibite con aggiunta di zucchero, non c’è da stupirsi che l'organismo si usuri presto!

Purtroppo l'organismo non riesce ad eliminarli tutti ed essendo minerali inorganici, morti in quanto privi di carica elettricab(elettroni) tendono a depositarsi.

Ricorda poi che ogni processo di depurazione consuma energia e quindi ne rimane meno a disposizione per altre funzioni.

Tra le acqua in bottiglia facilmente reperibili in Italia ne ho selezionate tre:

Acqua Lauretana: residuo fisso: 14 mg/litro

Acqua Monterosa: residuo fisso: 14 mg/litro

Acqua Plose: residuo fisso: 21 mg/litro

Sicuramente ne esistono altre ma queste sono quelle che preferisco e che mi danno maggiori garanzie di purezza.

L’ACQUA VIVA  Cosa è e come la riconosco

Sin dal inizio in questo e-book ho fatto riferimento ad un’acqua viva, ma come bisogna intendere questa espressione?

L'acqua ha una proprietà, il potenziale di ossidoriduzione che si misura in millivolt. L'acqua viva ha una carica negativa, che testimonia della presenza in essa di elettroni liberi.

Nell'acqua morta, al contrario, si osserva un'insufficienza di elettroni e per questo la sua carica è positiva.

A livello materiale noi esseri umani siamo una sorta di gocce d'acqua animata.

L'organismo invecchia quando l'acqua abbandona le sue cellule.

E perché le abbandona? Una delle cause dipende dal fatto che l'acqua, cosi come l'energia, viene risucchiata fuori dalle cellule per effetto dei radicali liberi.

L'acqua viva essendo caricata negativamente, è ricca di elettroni liberi e per questo motivo è un forte antiossidante e dà energia, rivivifica.

L'acqua che scorre dai nostri rubinetti è acqua morta perché abbonda di radicali liberi che in buona parte si generano durante il processo di potabilizzazione.

Per rendere sicura l’acqua di rubinetto viene attuato un processo di sterilizzazione solitamente aggiungendo cloro, che uccide i batteri contenuti nell’acqua.

Questo processo, però, genera anche una grande quantità di radicali liberi che ossidando l’acqua e la rendono morta.

L'acqua viva esiste in natura ci sono sorgenti la cui acqua quando sgorga ha un potenziale di ossidoriduzione leggermente negativo ma tale stato dell'acqua è instabile: gli elettroni in poche ore volano via e l'acqua da prima si trasforma in acqua neutra e poi in acqua morta.

Durante il secolo scorso ricercatori russi prima e giapponesi in seguito, hanno compreso che si può realizzare una vera acqua viva

mediante un processo di elettrolisi e hanno realizzato i primi ionizzatori d'acqua.

Durante questo processo avviene la decomposizione delle molecole di acqua. Una parte si satura di ossigeno e acquisisce

proprietà acide (pH inferiore a 7) l'altra parte, invece, acquisisce un potenziale elettrico negativo, si carica di elettroni e diventa un debole elettrolita in grado di interagire velocemente con i liquidi presenti nel nostro organismo, i succhi gastrici, il sangue, la linfa e i liquidi intracellulari.

L'acqua "morta" che si ricava da questo processo con un pH compreso tra 2.5 e 4 è un eccezionale battericida.

Conservata in contenitori di vetro chiusi, mantiene le sue proprietà per una/due settimane.

Essendo un ottimo disinfettante la si può usare per il lavaggio della cavità orale, delle fosse nasali, in caso di herpes, affezioni fungine o lievi lesioni.

Può anche essere utilizzata per la disinfezione di garze, bende e oggetti. A volte negli ospedali da campo improvvisati è utilizzata per sterilizzare gli strumenti chirurgici.

L'acqua "viva" invece, è alcalina ha un pH compreso tra 8.5 e 12 ed è uno stimolante naturale.

Conservata in contenitori di vetro chiusi, mantiene le sue proprietà per una settimana.

Può essere usata sia per uso interno che esterno. È un ottimo stimolante, un potente antiossidante, stimola il sistema immunitario, attiva i processi biologici dell'organismo, aiuta a regolare la pressione sanguinea, migliora l'appetito, favorisce il ricambio cellulare, aiuta a cicatrizzare le ferite.

Ammorbidisce la pelle, previene la formazione di rughe e migliora l'aspetto dei capelli. Viene utilizzata anche per stimolare la crescita delle piante.

 
 
 
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