Post n°6 pubblicato il 27 Aprile 2009 da elbirah2
Editoriale di Giangiacomo Rossi Ci sono pecore buone e cattive. Quelle buone danno tanta lana, fanno tanto latte e tanti agnelli. Quelle cattive non mi interessano, non le saprei riconoscere a meno che essere cattive non significhi fare poca lana, poco latte e pochi agnelli. Indipendentemente dal fatto che siano tutte buone, so per certo che sono di una razza diversa dalla mia e so per certo che molti sanno che le pecore appartengono ad una razza diversa. Anche le donne. Anche le donne appartengono ad una razza diversa, diversa da quella delle pecore ma anche da quella degli uomini anche se molti non ci pensano nemmeno. Stabilito questo è bene cominciare a capire perché è nata questa confusione. Sesso. Fin dalla prima adolescenza un maschio viene assillato da una certa urgenza di togliersi un problema ripetitivo. Tra i suoi modelli culturali non c’è (salvo in passato, in alcune zone rurali) quello di accoppiarsi con un animale anche se farlo rappresenterebbe la soluzione. Non c’è questo modello per una questione di razzismo, perché le differenze sono troppo evidenti e perché il feedback è troppo limitato. La ricerca avviene verso un individuo simile fisicamente, simile ma non troppo perché una eccessiva somiglianza dell’altro sconfinerebbe nell’omosessualità. E allora, tra gli animali domestici del suo cortile, l’uomo sceglie una cosa morbida, senza troppo pelo, meno forte di lui e ne approfitta. Più volte. Per mantenerla in carne e morbida la mantiene, per evitare che il pelo cresca la manda dall’estetista; in compenso continua ad usarla fino a quando anche lui si convince che lei è la sua compagna, fino a quando questa follia degenera e lui si convince che questa cosa è femmina (perché lui è maschio) e che è della sua stessa razza (perché lui non è un degenerato).
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Post n°5 pubblicato il 15 Aprile 2009 da elbirah2
Una volta scrissi che lo staff di Libero funziona come la testa di uno che mentre gli va a fuoco la casa invece di spegnere le fiamme si ferma a schiacciare le cicche di sigaretta nei posacenere. Oggi posso affermare con sicurezza che, come ogni contingenza dell’azione involutiva prevede, c’è di peggio, perfino in questo caso. C’è sempre quel piccolissimo spazio che tu avresti giurato non ci fosse tra uno stadio e l’altro e che permette un impercettibile spostamento all’indietro di cui solo quelli più all'avanguardia si fanno precursori . E Libero si sa, è tanto moderno, Libero è pioniere ! Percui le cicche, adesso, va a spegnerle nelle case degli altri! E non si occupa più delle sue!!! Suggerisco a tal proposito la lettura di questo splendido post pubblicato dal Sig. Alessandro Gennari, nonché Il Direttore della Redazione Libero, nel quale viene analizzato con occhio clinico lo sparuto blog di Dario Franceschini ed in particolar modo viene analizzata la sezione Video così apostrofata:
“il concetto di usabilità è usato in maniera "innovativa".
E proprio riguardo al concetto di usabilità, all’interno della sezione video di Libero, oggi, il mio sguardo si è infranto sulla scritta FILTRO FAMIGLIA ed è stato amore. Ho subito verificato le finalità ed il funzionamento della splendida opportunità che il buon Libero mi ha messo a disposizione e l’ho attivato all’istante. Poi con la stessa aria incapricciata ho riaperto la homepage, ho perfino pensato di chiamare mio nipote piccolo di tre anni per dirgli “guarda pesciolino della zia! Libero ti toglie tutte le porcate dal portatale ” L’avrei fatto se solo avessi avuto un nipote piccolo di tre anni. L’avrei fatto se solo non mi fossi imbattuta in questo perfetto esempio di USABILITA’ INNOVATIVA …
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Post n°2 pubblicato il 14 Aprile 2009 da elbirah2
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Inviato da: paolavolpoca
il 27/04/2009 alle 10:54
Inviato da: paolavolpoca
il 16/04/2009 alle 14:57
Inviato da: paolavolpoca
il 16/04/2009 alle 09:51
Inviato da: elbirah2
il 16/04/2009 alle 09:49
Inviato da: paolavolpoca
il 15/04/2009 alle 19:59