(SENZA TITOLO)

Io ho scoperto da pochi mesi il mondo del lavoro. E mentre un open space mi accoglieva alla vita quotidiana, e il tempo scorreva senza che me ne rendessi conto, ho avuto modo anche di vedere i volti dei colleghi contorcersi davanti ai licenziamenti in tronco. Le mail mandate a tutti per ringraziare le persone care e non le altre risorse, come li (e mi) hanno chiamato i grandi capi. Ho visto persone sull'orlo della disperazione. Che bolgia infernale. Una bolgia che continua a calpestare e appiattire la gente. Il pensiero di dover rientrare in quel mondo mi fa tremare. E allora penso che quella mia formazione da critico forse potrebbe ancora salvarmi. Ma come?

Ve lo avrò detto milioni di volte: io non so poetare, così mi limito a partecipare a questo gioco tematico con una citazione d'autore.

Bravo, sei riuscito a scrivere sul blog! E che belle parole ci hai regalato ... grazie, fiodor, a presto catia

E di questo libro si festeggiano i 60 anni! Auguri Costituzione!

benedetta sei tu Catia che porti la bellezza dell'umanità nello squallore del lavoro. Io forse non sono una brava insegnante ma una cosa la so: ogni mattina incontro i ragazzi e li considero persone, cuore e cervello, corpo e anima. Ci fossero più persone come te il mondo sarebbe migliore.

Triste e grave la realtà lavorativa delle risorse al giorno d'oggi, non trovo commenti migliori di questi (oggi mi sento sarcastico) Notare bene cosa dice l'ultimo articolo. Quanti hanno letto questo libro? Interessante. Art. 1. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Art. 36. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi. Art. 37. La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

Ho letto questo, e non so, sarà che oggi mi sento un po' triste senza capirne il motivo, ma mi sono intristito...e non penso che sia solo una questione di sfumature, penso che sia un po' uno sfruttamento...ma lasciamo perdere il lato politico della cosa..mi sono intristito..

e la vita la vita quante sfumature ha... Buona domenica.

Grazie amici del forum per il calore che sempre accompagna le vostre parole. Scrivete e facciamo nascere questa nostra creatura corale. Baci...

Benvenuta Anna, anche da parte mia...e sono lieto di poter leggere le tue parole anche in questo luogo..