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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari

 

 
« Nuovo a.s. : caosCCNI mobilità »

Nuovo anno scolastico

Post n°428 pubblicato il 22 Agosto 2012 da fabiana.giallosole
 

Da "OrizzonteScuola"

Un nuovo anno scolastico è alle porte, ed ora?

Marco Barone - I primi collegi docenti sono già, in molte città italiane, calendarizzati. Tra Lucifero e Beatrice per molti docenti il rientro formale a scuola è alle porte, mentre per il personale ATA l'anno scolastico 2012/13 è già iniziato da qualche giorno. Vorrei parlare di un futuro per la scuola italiana. Ma in verità, visto il quadro sociale, economico e normativo esistente, parlerò di quale declino per la scuola pubblica italiana.

Un caos totale è alle porte. Nomine in ritardo, scuole che ancora non sono a conoscenza del loro futuro dirigente scolastico, reggenza o incarico di titolarità?

E questo dilemma è presente in molte realtà, anche in scuole a rischio, che meriterebbero un percorso di continuità, di attenzione particolare, piuttosto che veder riconosciute indennità di reggenza anche rilevanti, ma nessun dirigente con la volontà di esercitare in quel dato luogo la titolarità.

Certo la colpa non è dirigenziale ma dello Stato che non dedica la giusta attenzione a tale problematica ed abbandona i suoi dirigenti, che vorrei ritornassero ad essere presidi e non manager, alle scelte individuali.

Eppure le scuole con posti vacanti a rischio in Italia non mancano mica ed governo da un lato dice di voler investire nella dispersione scolastica, oppure nel territorio a rischio, ma dall'altro la maggior parte di queste scuole vedranno ogni anno mutare i dirigenti e spesso anche il personale docente.

La continuità è determinante sia per la conoscenza del territorio, sia per realizzare un riferimento stabile per i genitori e gli studenti che per il territorio ivi considerato. Ma così non è.

Altro caos è certamente dato dalla mancanza di dialogo tra i vari ministeri, il MIUR con il MEF od il dipartimento della Funzione Pubblica, vedi il caso delle assegnazioni provvisorie o utilizzazioni, con i sindacati classici, che non sono più in grado di far sentire la propria voce, una voce destinata a diventare solo espressione di un silenzio di mera impotenza.

Perché il ruolo del sindacato, mi riferisco a quelle realtà che hanno il potere di contrattare, potere che non è stato neanche difeso e rivendicato come nel caso della deprecabile vicenda del personale così detto inidoneo, è solo quello di divulgatore di notizie, tanto anche se il sindacato non è d'accordo i provvedimenti normativi arrivano ugualmente.

Una scuola che è caratterizzata da un caos normativo incredibile, normativa contro normativa, ma specialmente dalla settorializzazione, troverai docenti precari lottare e rivendicare un diritto, i perdenti posto altro diritto che si scontra con quello rivendicato dai precari, e così via dicendo.

Questo è un dramma, perché fino a quando ciascuno guarderà solo alla propria posizione individuale, al famoso orticello di casa, e non guarderà al problema complessivo, la categoria si dividerà in varie sotto-categorie, sempre più divise e deboli, contrastanti e facilmente attaccabili e difficilmente difendibili.

Insomma il punto è chi difendere? La scuola pubblica da difendere non esiste più.

La scuola pubblica deve essere costruita, edificata ex novo e si deve partire subito unendo tutte le problematiche, da quella degli inidonei, a quella del precariato, da quella dei perdenti posto o personale in esubero a quella delle classi di concorso soppresse, dalle scuole a rischio alle pluri-reggenze, solo in questo modo, unendo tutte le componenti sociali che vivono quotidianamente la scuola, senza dimenticare non gli utenti, come vorrebbe il governo, ma coloro che sono soggetti attivi nella costruzione della scuola, genitori e studenti, per l'edificazione di una scuola pubblica degna di tal nome.

Se la scuola rappresenta nell'immaginario collettivo il termometro di un Paese, ebbene la scuola Pubblica italiana ha una febbre alta, talmente alta che rischia di farla perire da un momento all'altro. Ed allora essendo un corpo malato deve essere certamente curato, ma con cure degne di tal nome e non con un telo drappeggiante intorno al corpo, volto a celare il corpo malato.

Non abbiamo bisogno di ministri che per proprio spirito di protagonismo devono macchiare la scuola con marchi e riforme autoreferenziali. No. Così come credo sia una sconfitta per tutti, per lo Stato prima di ogni cosa, che la scuola sia diventata una macchina di ricorsi giudiziari e per molti soggetti anche fonte di lucro. Non è nelle aule di un Tribunale che si devono risolvere i problemi. I problemi devono diventare il problema. E se problema esiste, esisterà anche una soluzione, che dovrà diventare la soluzione.

Altrimenti il rischio concreto è il declino irreversibile della scuola pubblica. Probabilmente ciò è voluto da tempo, per favorire la logica della concorrenza e del mercato, per far entrare i privati ed il business nelle scuole italiane nel nome di quel sistema che giorno dopo giorno fomenta illusioni e disperazioni, suicidi e crisi individuali e collettive che rendono l'individuo più debole ed egoista.

Ripartiamo, senza perder tempo, dalla solidarietà e dalla coerenza volta ad edificare la scuola pubblica, coerenza che escluderà per forze di cose chi è stato complice del presente declino, uniamo i problemi per affrontare il problema, non esiste alternativa.

 
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Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale.

Esserci costituiti in gruppo è stato per tutti noi fondamentale in quanto ci ha dato da subito la forza e la determinazione, entrambe importanti, per intraprendere tutte quelle azioni di lotta civile allo scopo di trovare soluzioni al problema che ci ha visti coinvolti, assieme ad altri quasi 4000, a livello nazionale.

Ritrovarci con cadenza settimanale ci fa sentire, non solo più uniti e aggiornati sull'evolversi della nostra situazione, ma soprattutto più sicuri e positivi nell'affrontarla.

Per questo motivo, e non solo, abbiamo col tempo sentito il bisogno di creare questo BLOG ossia uno spazio per informarci ed informare anche coloro che trovandosi nella nostra situazione pur non facenti parte del coordinamento di Sassari, avranno piacere di visitarci e saranno i benvenuti.

Al tempo stesso vogliamo che questo sia uno spazio oltre che di informazione anche di incoraggiamento al "ce la faremo" e al "non smettere" e quindi non vuole avere e non avrà aspetti e contenuti sterili o "istituzionalizzati".


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