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E’ un inseguirsi tra le righe
questo continuare a cercarsi
dove l’altro smette.
Una connessione spontanea
Senza alcuna richiesta
Sensibilità tenerezza ardore sono collegate al cuore Talvolta arrecano lacrime e dolore. Ma si è vivi nella sofferenza e morti nell’indifferenza. Sunny_Poems
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Creato da: fabiana.giallosole il 18/02/2012
COPDUS - Coordinamento Provinciale Docenti Utilizzati di Sassari
Buongiorno da FabianaGiallosole ...voglio bene a te che mi cerchi senza condizione ma piena di emozione. Una luce che diventa un sole (Antropoetico)
NON SMETTIAMO DI FARCI SENTIRE!!!Ricordate: Non smettiamo di farci sentire!
Cari amici la nostra "guerra" non è ancora finita. Stiamo ancora lottando per mantenere il nostro posto di lavoro: facciamolo insieme con energia, solarità e fede. La vita è fatta di tante battaglie, delusioni e vittorie, ma è sempre degna di essere vissuta. Coraggio. Mille raggi di sole per voi. FabianaGiallosole Inno Alla Vita -Madre Teresa Di Calcutta - (clicca sul titolo) AI LETTORI DEL BLOGAi lettori del blog
Ricordo alle lettrici/lettori che il presente blog è nato con l'intenzione di informare,in particolare, sulla situazione dei Docenti utilizzati in altri compiti e,in generale, sui problemi relativi alla docenza.
Contiene, comunque, diversi spazi: cultura, musica, arte, preghiera etc. Se siete interessati ai contenuti visitatelo. Per apportare contributi con suggerimenti, articoli ed opinioni professionali attinenti alla docenza scriveteci all'indirizzo copdus@gmail.com ; se gradite, condividete o volete esprimere opinioni su tutti gli altri argomenti presenti nel blog scrivete un commento o un’ email a fabiana.giallosole@libero.it . I commenti sono moderati. Invitiamo tutti coloro che non sono interessati ai contenuti del blog a…girare al largo evitando di proporsi, soprattutto nel weekend, sotto altre vesti (profili plurimi) rendendosi ridicoli in quanto, spesso, intuiamo chi si cela sotto un altro profilo . Le opere degli scrittori/poeti, anche di coloro che usano uno pseudonimo e che pubblichiamo in questo blog, sono protette da copyright. Pertanto ne è vietata la riproduzione.Gli autori consentono al gestore del blog la pubblicazione dei loro scritti. Buona serata.
Mille raggi di sole per voi.
FabianaGiallosole POST PUBBLICATI OGGI
OGGI i nostri post cominciano dal n°4524 con "L'Italia non pensa alla salute dei docenti..." Per leggere i post dal primo in poi clicca in fondo alla pagina su "Precedenti" e potrai risalire al post che cerchi. Buona lettura. FabianaGiallosole SEGUITECI ANCHE SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK: Copdus Sassari
Messaggi del 16/02/2015
Post n°3150 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: ATA
Da ”La Tecnica della Scuola”
Il grido di dolore degli Ata
Ormai è chiaro: il Governo Renzi sembra non avere molto in simpatia i precari Ata. Gli intenti, infatti, sono ben chiari: esternalizzare i servizi di segreteria, far transitare presumibilmente il personale soprannumerario delle Province nelle segreterie scolastiche, ridurre gli organici di ulteriori 2020 unità e risparmiare sulle supplenze temporanee del personale.
Insomma, in barba al luogo comune che vede da sempre i docenti come anello debole della scuola italiana, adesso è la volta del personale di segreteria.
Eppure a questo governo si chiedeva di cancellare le ingiustizie sociali della riforma Gelmini che ha tagliato circa 50.000 posti Ata e circa 150.000 posti di docenti e la riforma Fornero del governo Monti che ha avuto effetti devastanti sul trattamento di quiescenza del personale pubblico.
L’assistente amministrativo Mario Di Nuzzo, da tempo in prima linea nella lotta per le assunzioni Ata, anche alla luce della sentenza della Corte europea, così commenta: “Una vera e propria odissea quella dei precari della scuola e in particolare dei precari Ata, dei Quota 96 e non dimentichiamoci dei docenti inidonei, umiliati per giorni nei sit-in sotto il Miur. E invece solo docenti, sempre e solo docenti nelle grazie del Governo Renzi, dalla Buona Scuola agli ultimi provvedimenti nella legge di stabilità, una corporazione a cui non si può dire certo no, pena perdita di consensi elettorali, d'altra parte numericamente sono molti di più. La speranza era dunque lasciarsi alle spalle le brutte pagine dei governi di centro destra e invece neanche Renzi è riuscito a farci sorridere. Sempre peggio, con politiche inflessibili basate sul risparmio, sul merito, dimenticando l'anzianità di migliaia di precari e, lasciatemelo dire, sull'arroganza di un uomo che dice di ascoltare, ma che di fatto è concentrato su se stesso, negando a noi precari Ata e a chi ci rappresenta un confronto fattivo e costruttivo, che rischia di soffocare la già malata scuola pubblica che non trova pace sul versante dei servizi ausiliari tecnici ed amministrativi. Un disastro annunciato, a cui si sommeranno gli effetti dell'ingresso dei privati nella P.A., e quel che è peggio nella scuola pubblica, pilastro costituzionale su cui si fonda la formazione della futura classe dirigente italiana, i saperi e l'identità di una Nazione che rischiano di sprofondare, ridimensionata da privati senza scrupoli e da una politica che tutto si può dire tranne che sia di centro-sinistra. La nostra identità e la nostra dignità sono in pericolo e lo sono soprattutto i nostri sogni, che tanto ci appartengono, nonostante la non più tenera età”.
La richiesta precipua degli Ata è chiara: “Chiedo a voi tutti di riflettere sulle future iniziative da intraprendere senza perdere di vista un aspetto importante, la dignità, l'equilibrio e la raffinatezza che ci hanno contraddistinto in questi anni devono prevalere sempre su ogni forma di frustrazione, rabbia o abbandono, perchè sarebbe come ridimensionare le dure lotte per il lavoro, la libertà e la democrazia che in questo Paese (tra le quinte) ci hanno visto protagonisti, un esempio su tutti, la sentenza della Corte di Lussemburgo che ha sancito la violazione della normativa europea in materia di contratti a termine stipulati col datore di lavoro pubblico per più di 36 mesi su posto vacante e disponibile riguardanti migliaia di precari Ata”.
Il grido di dolore si leva: ma chi risponderà?
Post n°3149 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
Da “Repubblica”
La scuola inascoltata e l'illusionista di Palazzo Chigi
Di Marina Boscaino
Vorrei riservare un pensiero imbarazzato e contrito alla disarmante ed ignorante impudenza di Simona Malpezzi, parlamentare PD. Dopo la trasmissione Presa Diretta di Riccardo Iacona, che domenica ha fatto conoscere a centinaia di migliaia di spettatori qualche voce dissonante rispetto alla propaganda di regime, rivelando che il governo in sedicente "ascolto" continua ad ignorare un disegno di legge che ripropone la Legge di iniziativa popolare (Lipscuola) "Per la buona scuola della Repubblica", scritta da docenti, genitori e studenti, che raccolse nel 2006 ben 100mila firme certificate, l'onorevole Malpezzi - una delle più ostinate e indignate accusatrici di Iacona e della sua redazione - al penultimo capoverso della lettera aperta scrive: "Ma che la puntata stava prendendo una brutta piega mi è parso chiaro quando è stata presentata una degnissima proposta di legge, alternativa a La buona scuola, che purtuttavia ne recava il nome. La ricordo bene perché era stata depositata con il nome di Per una scuola della repubblica. Il nome è cambiato in corsa lasciando, però, intendere che avremmo anche copiato il nome. Ecco, a quel punto mi è sembrato molto chiaro il tentativo di far passare un messaggio a senso unico molto distante dalla realtà, non della scuola ma dalle intenzioni e dai propositi del governo". Un fiume di smentite, link e tirate d'orecchie hanno sommerso l’incauta Malpezzi, protagonista inadeguata e ignorante di un episodio che la dice lunga sulla statura e sulla preparazione dei rampanti rottamatori.
A ciascuno la propria strategia, secondo le proprie vocazioni. Dalle imbarazzanti cadute di Malpezzi, al modernismo di quarta mano di Puglisi, alla rimozione di Faraone: Davide ci scrive ancora.
Il sottosegretario all’Istruzione continua ad intasarci le caselle di posta con il suo ottimismo in chiave siciliana (non manca l'orgoglio per l'elezione del conterraneo Mattarella). Vuole provare a far finta che Presa Diretta non ci sia stata e che tutto continui come quando tutti i mezzi di comunicazione erano asserviti alle parole del “nuovo che avanza”: ascolto, cambiamento, modernità.
#2, Il nuovo corso sta iniziando, annuncia uno dei più entusiasti cantori della sgangherata perestrojka nostrana: "incontri, conquiste, stravolgimenti". Tutto epico e teatrale, naturalmente. Sommamente eroico, nei toni e nei contenuti.
La missiva reca alcuni punti in cui si sostanzierebbe il "nuovo corso": trasparenza (dove Davide - come si firma il giovane scanzonato - le dà e le promette ai docenti italiani, famosi fannulloni e profittatori assenteisti, in perfetta continuità con la linea Ichino-Brunetta, che ha contribuito responsabilmente ad infangare la percezione che la società ha da una quindicina di anni a questa parte degli insegnanti); protagonismo (per studenti e docenti una serie di promesse: la valutazione e la scelta di un percorso attitudinale alle superiori per i primi; carriera e conseguente riconoscimento economico per gli altri); investimento (con una serie di cifre che non trovano alcun riscontro concreto, dalla legge di stabilità in poi); ribaltamento (con un elogio all'"alterità" dei ragazzi migranti, da parte di un esponente di quel partito che non ha saputo dire una parola significativa sugli insulti rivolti al ministro Kyenge); direzione (ovviamente la loro, quella indiscutibilmente giusta: e giù un profluvio di “Scuole belle”, “Scuole sicure”, “Scuole nuove”, progetti ed interventi del Governo su cui la trasmissione di Iacona ha fatto abbondantemente luce e chiarezza.
Davide nel capitolo Investimenti sostiene: "La buona scuola è diventata un brand in grado di attrarre su di sé l’attenzione dei privati. Sono state tantissime le imprese – da Samsung a Microsoft – che spontaneamente hanno contattato il Miur per 'sponsorizzare' la scuola e le sue buone pratiche. E di questo sono molto contento: vuol dire che è chiaro a tutti che è sul futuro del nostro Paese che dobbiamo investire e che siamo chiamati tutti quanti a farlo perché la scuola è società e ne siamo tutti responsabili"'. Requiem per scuola statale, laicità, libertà di insegnamento, cultura emancipante, sapere disinteressato, cittadinanza. In un colpo solo questo oscuro personaggio a cui qualcuno, per misteriosi motivi, ha deciso di attribuire un ruolo di responsabilità distrugge il senso di ciò che ha indirizzato il lavoro dei costituenti per individuare la scuola della Repubblica.
Non siete stanchi di farvi gabbare da fiumi di parole, mentre qualcuno sta decidendo per voi, sulla e della nostra scuola? Non avreste gradito, dopo la pentola scoperchiata dalla trasmissione di Iacona, una presa d'atto, uno scarto di coscienza, uno almeno che dicesse: effettivamente ci sono dei problemi; fermiamoci e - noi che abbiamo propagandato di averlo fatto, ma che si siamo accorti che siamo stati distratti, perché non abbiamo avvertito o abbiamo finto di non avvertire queste critiche - proviamo ad ascoltare davvero. Perché questa gente si da tanto da fare? Perché si ostinano a confermare le proprie convinzioni? Eppure non ci dicono solo no: hanno un disegno di legge depositato alla Camera e al Senato; proviamo a leggerlo.
Invece no, al contrario. Ascoltano tutti, ma decidono loro, come ha ribadito Davide nella trasmissione radiofonica Fahreneit venerdì pomeriggio. E decidono sotto le sollecitazioni del neoliberismo, della Troika e di una velocità demagogica che ci sta precipitando in una deriva antidemocratica di cui pagheremo le conseguenze per moltissimo tempo. Ai prossimi giorni l’annunciato decreto – che, ricordo, vigendo ancora la Costituzione repubblicana, dovrebbe avere i requisiti di necessità e urgenza – onnicomprensivo, secondo le indiscrezioni. Quale coniglio – oltre precariato ed organici, unica materia realmente urgente, considerata la sentenza della Corte Europea di Giustizia – troveremo nel cilindro dell’illusionista di Palazzo Chigi e dei suoi replicanti?
Post n°3148 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Fondazione Agnelli
...Ancora una volta la "Fondazione agnelli "sputa sentenze" in merito alla scuola pubblica... Da”OrizzonteScuola”
di Anselmo Penna
Questa la proposta alternativa per le 150mila assunzioni previste dalla riforma della scuola avanzata dallaFondazione Agnelli con un dossier che analizza la situazione delle GaE.
Secondo la Fondazione, infatti, saranno assunti più insegnanti rispetto al necessario soprattutto in alcune classi diconcorso, come la Musica o le Materie giuridiche, mentre altre classi di concorso come la Matematica resteranno con cattedre vacanti.
Inoltre, nelle GaE ci sono iscritti che non hanno mai insegnato, che hanno abilitazioni che non garantiscono la qualità della formazione dei docenti (da questo gruppo la Fondazione esclude sia gli abilitati SSIS che Scienze formazione primaria) e che, di conseguenza non forniscono garanzie di qualità.
Cosa fare, allora?
Oggi, ricorda lo studio della Fondazione Agnelli, circa la metà dei contratti annuali (negli ultimi anni fra110-140mila), che includono quelli su “posti disponibili e vacanti” in organico di diritto (10-12mila l’anno), sono coperti da docenti precari che non appartengono alle GAE: in maggioranza, si tratta di iscritti alla II fascia delle graduatorie d’istituto, in possesso di abilitazione e spesso con almeno 36 mesi di servizio. Questi docenti coprono regolarmente effettivi bisogni, perché il loroprofilo disciplinare e la loro residenza territoriale sono adeguati alla domanda delle scuole: si tratta di figure mediamente piùgiovani, con una preparazione non inferiore a quella di chi è inserito nelle GAE e di cui la scuola ha manifestamente bisogno,"eppure al momento destinate a non essere assunte", scrivono.
Inoltre, ricordano che pare che il MIUR preveda che, nonostante l’assunzione di tutti gli iscritti alle GAE, almeno10mila degli iscritti alle graduatorie di istituto continueranno nell’a.s. 2015-16 a ricevere un contratto annuale. Il rischio,nonostante le intenzioni del governo,è di creare un nuovo copioso precariato a lungo termine di abilitati (TFA, PAS, laureati in SFPdopo 2010-11 ecc.), per la Fondazione Agnelli, è incomprensibile "perché questi docenti fuori dalle GAE, in particolare, quelliabilitati e che insegnano con una certa regolarità, debbano essere penalizzati rispetto a quei docenti GAE che da tempo non insegnano oinsegnano poco."
L'alternativa al piano di assunzioni così com'è strutturato dalla riforma, secondo la FondazioneAgnelli, è "assumere quelli che davvero servono alla scuola (oggi e nei prossimi anni) e dei quali sia possibile accertare inmodo più accurato la qualità del profilo professionale".
Di conseguenza,"o non bisogna assumere tutti gli iscritti alle GAE,- scrivono nel documento - ma effettuarne una selezione, per fare entrare in ruolo soltanto chi ha realizzato almeno 36 mesi diservizio negli ultimi anni e supera una prova di verifica delle competenze didattiche."
Verifica che, secondo la Fondazione, "si rende necessaria perché molti iscritti nelle GAE non insegnano regolarmente da anni e potrebbero non avere (o avere perso)alcune competenze indispensabili a lavorare nella scuola.In questo modo, è prevedibile l’ingresso di circa 70mila iscritti alle GAE, che in questi anni hanno insegnato regolarmente o poichéle risorse (3 miliardi) per le assunzioni ci sono, indire un concorso ordinario per altri 70mila posti per dare la possibilità diassunzione ai precari abilitati fuori dalle GAE, che già regolarmente coprono quelle supplenze annuali che le GAE non riesconoa coprire, soddisfacendo i bisogni reali della scuola italiana."
Post n°3147 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Il docente dimezzato
Carissime/i colleghi Vi invito a leggere questa interessante lettera scritta da un collega Docente sconcertato, come noi , dalle eventuali conseguenze derivanti dall'applicazione della"presunta" buona scuola renziana. Tempo fa Calvino scriveva Il Visconte dimezzato, noi, oggi, rischiamo davvero di diventare "Docenti dimezzati" !!!
Enrico Rebuffat (Insegnante)
In un ospedale, un giorno futuro, di fronte alle sale operatorie:
Avvisiamo la gentile clientela che i medici in servizio in questo reparto hanno tutti conseguito la Nlm-Bs, Nuova laurea in medicina di Buona sanità. Rispetto al vecchio ordinamento, la Nlm-Bs ha comportato una riduzione del 40 per cento dei corsi disciplinari di medicina del corpo umano, sostituiti da materie gestionali e relazionali indispensabili nella formazione del Bravo Dottore. La Direzione augura a pazienti e familiari una Buona Operazione e una Felice Degenza nel nostro ospedale.
Su un volo di linea, un giorno futuro, a diecimila metri di altitudine sull’oceano:
Gentili passeggeri, siamo lieti di informarVi che, in ottemperanza al Pnba, Piano nazionale di buona aviazione, nella formazione di tutti i nostri piloti le ore di volo sono state ridotte del 40 per cento rispetto al vecchio ordinamento, sostituite da materie gestionali e relazionali indispensabili nella formazione del Bravo pilota. Le nostre linee aeree Vi augurano un Viaggio sereno auspicando di riaverVi presto a bordo dei nostri aviogetti.
Uno scherzo, si capisce. Chi sa come lo prenderebbero i pazienti che stessero per entrare in quelle sale operatorie, o i passeggeri di quell’aereo! E chissà con quale serenità i genitori metterebbero la salute dei loro figli nelle mani di quei mezzi dottori, e la loro incolumità in quelle di quei mezzi piloti. Ma a nessuno verrà mai in mente di proporre, per la laurea in medicina o per i corsi di volo, una simile riforma, che in sostanza dimezzi di colpo lo spazio dedicato alle discipline fino a un attimo prima unanimemente considerate indispensabili nella formazione di medici e piloti, con la bizzarra motivazione che, oggigiorno, ce ne sono altre ugualmente importanti. E se mai ciò accadesse, certo non ci sarebbe nessuno disposto a prendere sul serio una sciocchezza del genere; figuriamoci, poi, farne oggetto di un pubblico dibattito. E invece è precisamente questo ciò che il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il governo hanno annunciato - e non per celia, ma con le fanfare della Buona scuola - di voler mettere in atto per la scuola pubblica italiana: ridurre del 40 per cento la formazione universitaria disciplinare di tutti i futuri docenti, sostituendo l’attuale biennio specialistico con un biennio di formazione pedagogica e didattica trasversale, comune cioè a un intero arco di discipline:
Un biennio specialistico improntato alla didattica, a numero chiuso… Nel corso del biennio di specializzazione, seguirà corsi di didattica e pedagogia, e in generale materie mirate sul lavoro di formazione e crescita dei ragazzi. Chiaramente specifici bienni specialistici potranno funzionare anche per materie affini, evitando di doverne istituire uno diverso corrispondente con rapporto 1:1 a ogni diverso tipo di laurea oggi esistente (La Buona scuola. Facciamo crescere il paese, pagina 41).
In altre parole: finora i docenti di matematica hanno seguito un corso di laurea in matematica di cinque anni (laurea triennale+laurea biennale) – da domani seguiranno un corso di laurea in matematica di tre anni, seguito da due anni di pedagogia e didattica delle discipline scientifiche; finora i docenti di latino hanno seguito un corso di laurea in latino di cinque anni – da domani seguiranno un corso di laurea in latino di tre anni, seguito da due anni di pedagogia e didattica delle lingue… e continuate voi per tutte le materie di insegnamento che conoscete. Un po’ come se, quando nelle automobili a un certo punto si è sentito il bisogno dell’aria condizionata, fosse stato ridotto il numero delle ruote da quattro a tre; oppure come se, quando i televisori sono diventati a colori, gli fosse stato tolto l’audio. Così, giusto per fare pari.
Singolare situazione, quella in cui sembra trovarsi da un po’ di tempo la scuola pubblica italiana: rendere pensabili, proponibili alla pubblica opinione e perfino attuabili le idee di riforma più strampalate e aberranti. Ciò che in qualsiasi altro ambito professionale susciterebbe l’ilarità generale e lo scherno degli addetti ai lavori, quando si parla di scuola viene preso per buono, ammesso al dibattito, discusso e magari anche accettato senza tante riserve, come cosa che, in fondo, si può fare. E perché no? La scuola nessuno sa bene che cosa sia, un’idea ne vale un’altra, e l’unica cosa che realmente interessa alla società è (siamo sinceri) che gli istituti scolastici aprano e chiudano il portone a una cert’ora e a fine anno rilascino un diploma: tutto il resto a chi preme davvero? chi ci riflette sul serio? E così il Bravo Riformatore di turno non ha neppure l’esigenza di fornire - che so? - uno studio preparatorio, un’analisi che dimostri o almeno faccia sospettare i benefici di ciò che egli propone di introdurre, e l’inutilità di ciò che egli intende sopprimere. No: la parola del Riformatore è sufficiente; Lui sa, Lui vede qual è il bene della scuola; e tanto basti.
Del resto, quando la qualità dell’intelligenza collettiva e del dibattito pubblico è scesa così in basso, com’è avvenuto in Italia negli ultimi vent’anni, a chi detiene le leve del comando risulta sufficiente, per giustificare e imporre la sua posizione, la più flebile larva argomentativa e il ragionamento più superficiale.
– Non sono forse importanti, per un docente che debba insegnare a dei ragazzi, la didattica e la pedagogia?
– Sì, esse lo sono.
– Volete forse dei docenti espertissimi della loro disciplina, ma che non sappiano assolutamente trasmetterla ai ragazzi?
– No, Caro Riformatore, non lo vogliamo.
– E volete voi affidare i vostri figli a degli individui totalmente incapaci di rapportarsi coi giovani moderni?
– No, noi non lo vogliamo!
–E soprattutto, volete una Buona scuola Moderna con Bravi Docenti, oppure una scuola cattiva, vecchia, con docenti pessimi?
– Da’ a noi la Buona scuola e così sia.
C’è poco da fare gli spiritosi sul cattivo stato di salute del senso comune, però; perché perfino a dei docenti universitari sembra sfuggire la cosmica singolarità dell’assunto su cui poggia l’impianto di questa riforma della formazione docente. Gli insegnanti della scuola pubblica italiana – questo è l’assunto – sono stati finora troppo esperti delle discipline che insegnano. Ma quanto troppo? Be’, non poco; tanto, tanto troppo: almeno almeno il 40 per cento di troppo. E come facciamo a sapere che lo sono stati? Semplice, basta guardare i loro allievi: non vedete che manca loro l’entusiasmo, che il loro studio non è efficace e, soprattutto, che alla fine degli studi non trovano un impiego? Evidentemente i loro insegnanti sapevano un sacco di cose completamente inutili ai fini di un buon insegnamento, e queste cose sono precisamente tutte le nozioni che essi hanno appreso nel biennio dell’attuale laurea magistrale; mentre ne ignoravano altre che sarebbero invece assai utili, e queste sono le conoscenze di pedagogia e di didattica che il nuovo biennio gli fornirà.
Ma senso comune e sensi individuali devono davvero dormire sonni profondi, di questi tempi, se gli sfugge l’altro caratteristico – e addirittura rivoluzionario – postulato del progetto di riforma: coloro che si preparano a insegnare al prossimo una disciplina dovrebbero studiarla molto meno di quanto fanno coloro che non si preparano a insegnarla, ma la studiano per qualunque altro scopo. Così, per fare un esempio, lo studente Tizio, che dopo la laurea triennale in storia intenda proseguire gli studi storici per dedicarsi magari al giornalismo o alla scrittura, oppure semplicemente per arricchire la propria cultura o perché non sa che diamine potrebbe fare di diverso, continuerà a frequentare un biennio magistrale incentrato sugli studi storici; lo studente Caio, invece, che ha già maturato una precoce – come negli auspici governativi – e incrollabile “vocazione all’insegnamento”, dovrà interrompere gli studi storici propriamente detti per frequentare un biennio improntato alla pedagogia e alla didattica di un arco di discipline… tra le quali quella stessa il cui studio egli è stato costretto a lasciare a metà.
La replica a tanta stolidità, bisogna riconoscerlo, stenta a prendere voce, a formularsi: come sempre avviene nell’impari lotta della cultura contro l’ignoranza, la prima si arrovella, si agita, sbuffa, ma si trova sostanzialmente impreparata ad affrontare un avversario che oppone a tutte le sue accorate argomentazioni l’imperturbabile, serafica certezza del macigno: non sono forse importanti, per un docente che debba insegnare a dei ragazzi, la didattica e la pedagogia?
E allora dobbiamo gridare che no, non è affatto così, è piuttosto il contrario. Gridare che per insegnare bene una materia è necessario conoscerla a fondo, e per appassionare i giovani a una disciplina che si insegna loro è necessario averla frequentata a lungo per primi, esserle divenuti familiari e amici: averla amata; e che per ottenere questo negli anni dell’università ci vuole tempo, e ancora tempo, e maturità e riflessioni di studi e di fatica. Gridare che per far scaturire da un verso di Virgilio la poesia e l’umanità che esso racchiude, e che incanteranno gli allievi di sempre lasciando loro un possesso interiore, non servono didattica e pedagogia, ma cultura, gusto, sensibilità; e che per far brillare di vita una formula matematica non serve una tecnica speciale, ma ancora cultura, e visione d’insieme e consapevolezza storica, e così per tutto ciò che si insegna; e la cultura, il gusto, la sensibilità, la visione d’insieme, la consapevolezza storica non te li insegna un modulo di didattica da tot crediti con approfondimenti online, ma il tempo che la tua passione ha dedicato allo studio negli anni giusti, gli anni dell’università. E gridare ancora che il pericolo di avere un docente molto erudito, ma che non sappia rapportarsi con i giovani, non può essere affrontato rendendo ignoranti per legge tutti i docenti. E che una scuola italiana colma di Ciceroni troppo sapienti il Riformatore l’ha forse scorta dalla sua altezza culturale, perché chi la frequenta sa che, per un insegnante che magari ha studiato anche troppo, ce ne sono cento a cui avrebbe fatto molto bene passare sui libri qualche anno in più. E, con la voce che resta, gridare che non ci vuole un acume speciale per intuire che, sul lungo periodo, questi futuri docenti dimezzati e professori-placebo consegneranno all’università matricole ancora più fragili, ancora più deboli di quanto già avvenga, e che quindi la successiva generazione di docenti sarà ancora più incolta, ancora più scadente… e così via in un ciclo vizioso che accomunerà scuola e università nello stesso declino.
Ma, per gridare sul serio, bisogna compatire per davvero e per davvero patire. La scuola italiana, al di là di qualche prefica stanca, si aspetti illacrimata sepoltura.
Post n°3146 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Scuola
Da “Il Messaggero”
Scuola, caccia ai furbetti della legge 104
Il rapporto del Ministero: Un professore su 7 gode dei permessi
ROMA - Sono numeri e percentuali ancora tutte da analizzare ma il ministero vuole vederci chiaro. Perché la cifra non è affatto trascurabile: sono infatti 86.361 professori di ruolo (dei totali 640 mila) e 30.250 collaboratori del personale Ata (su 180.243 complessivi) che usufruiscono dei permessi e delle agevolazioni concesse dalla legge 104 del 1992 sui portatori di handicap. Percentuali con picchi massimi registrati in tre regioni del Centro che, dopo il caso siciliano di Menfi, dove nell’istituto comprensivo Santi Bivona, l’8 gennaio scorso, 70 docenti sui complessivi 170 non erano in servizio perché in malattia o coperti dalla 104, il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, ha deciso di vederci chiaro. E se non si può omettere la peculiarità tutta italiana, denunciata dall’Ocse, per cui il corpo docente ha un’età in media superiore ai 50 anni e appartiene, dunque, a una fascia di popolazione che potrebbe aver maggior bisogno delle tutele, i beneficiari secondo il Miur sono troppi.
Post n°3145 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
Tag: Nuovi prof.
Da "Corriere della sera" I nuovi prof assunti quasi tutti al Sud e non insegnano le materie che servono
Fondazione Agnelli: l’ingresso dei 140 mila precari peggiorerà la scuola
ROMA L’idea del governo di adottare una «terapia d’urto» per chiudere definitivamente le graduatorie ad esaurimento è «comprensibile», ma «assumere tutti e subito i circa 140 mila precari avrà effetti molto negativi sulla scuola italiana abbassandone la qualità e ostacolandone il rinnovamento per molti anni a venire». Il grido dall’allarme sul decreto che Matteo Renzi dovrebbe presentare domenica prossima a Roma e il consiglio dei ministri approvare il 27 febbraio, è contenuto in un documento della Fondazione Agnelli, che da anni monitora e studia il sistema scolastico italiano: gli insegnanti che si stanno per assumere non sono quelli di cui la scuola avrebbe bisogno.
Post n°3144 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da fabiana.giallosole
Da ”La Tecnica della Scuola”
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CHI SIAMO Il Coordinamento provinciale dei Docenti Utilizzati di Sassari (COPDUS), si è costituito ufficialmente nel mese di settembre 2011, in seguito alla necessità di fronteggiare il nefasto articolo 19 della Legge 111 del 15 luglio 2011 col quale si dispone la messa in mobilità intercompartimentale dei docenti inidonei o il declassamento a personale ATA con conseguente riduzione stipendiale. e-mail: copdus@gmail.com oppure fabianagiallosole@libero.it Felice settimanaSerena, solare settimana a tutti voi, piena di energia e di voglia di lottare ancora insieme... FabianaGiallosole
Biblio-Blogs e Forum utili:I lettori possono riprodurre liberamente le immagini presenti in questo blog. In questo blog sono presenti immagini tratte da Internet. Se qualcuna di esse, a nostra insaputa, è protetta da copyright Vi preghiamo di informarci e provvederemo subito a rimuoverla. Interrogazioni parlamentari
Bruno Murgia-PDL-26 luglio 2011 Interrogazione parlamentare proposta dal COPDUS tramite
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(Grafico pubblicitario, disegnatore fumetti, illustratore tradizionale e digitale etc)
Carlo Nieddu videomaker, fotografo, noto sul web come Carloportone |
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