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« ritiro aprile 2016 a SezanoIL 25 MARZO VISSUTO DA MARIA C. »

25 MARZO 2017

Post n°49 pubblicato il 29 Marzo 2017 da corosursumcorda

25 marzo 2017

Papa Francesco a Milano

 

 

Sapete cosa significa avere la sensazione di essere la sola o una dei pochi che vivono in un certo modo, con certi ideali?

A me è successo spesso. Quando ho saputo che il Papa veniva a Milano non sono partita in quarta per organizzarmi e proporlo ad altri. Sapevo che una giornata del genere è faticosa (l’avevo già vissuta con Papa Giovanni Paolo II al quartiere Gallaratese) e questo mi frenava.

Poi in parrocchia organizzavano solo l’appuntamento a San Siro per i cresimandi, ma raccoglie-
vano i nomi di chi fosse interessato a partecipare alla Santa Messa a Monza che poi avrebbero aggre-
gato ad altre comunità parrocchiali.

Ero indecisa. Non avevo osato chiedere a nessuno se avesse intenzione di andare, neanche alle persone che condividono con me il servizio comune con il nostro coro. E questo mi dispiace...

Quando ho visto che almeno altre due persone, che conoscevo, si erano iscritte in parrocchia ho preso la mia decisione. Alla fine ci siamo ritrovati in cinque.

Così sono stata aggregata alla parrocchia dei Frati (Sacro Cuore).

La prima cosa che mi ha fatto gioire, futilmente, è stato vedere il sole dopo una settimana di pioggia. Poi arrivata a Monza, vedendo tanti pullman e tante persone che andavano tutte nella stessa direzione gioiosamente, ho cominciato a ricredermi sull’essere isolata.

Ero in uno dei settori più avanzati, sulla sinistra del palco. Poco a poco ci si rendeva conto che la gente continuava ad affluire e il campo, che quando siamo arrivati era un’immensa spianata verde, ora cominciava ad animarsi e a colorarsi.

Sapendo che alcune amiche del coro erano anche loro lì presenti ho cercato di mandare un messaggio per sapere dove fossero e se potevamo vederci, ma purtroppo i telefonini erano isolati e i messaggi non partivano. Un primo miracolo è stato il rivedere dopo tanto tempo e in mezzo a migliaia di persone, Fabrizio. Non c’è stato tempo per parlare perché stavo seguendo il gruppo a cui ero aggregata per vedere dove ci posizionavamo.

Le tre ore di attesa per l’incontro con il Papa sono passate in fretta, tra il pranzo, quattro chiac-chere e le prove dei canti. Puntuale è giunta la voce: “È arrivato!!!” e le immagini sui grandi schermi lo confermavano.

Sembrava sempre così vicino ma non lo si vedeva mai. Tutti a cercare di scoprire dove si trovava. In quel momento mi sono accorta che intorno a me c’era una moltitudine di persone. Tutti a cercare di catturare un’immagine, un gesto. Purtroppo io ero in una zona troppo centrale del settore e ho solo intravisto il Papa benedicente (mi sono sentita uno Zaccheo un po’ più sfortunata perché non c’era nessun sicomoro da quelle parti!!!).

Chissà se anche ai tempi di Gesù era così. Quando i Vangeli parlano della gente che seguiva Gesù anche solo per vederlo, si riferiscono anche a noi che seguiamo i successori di Pietro.

Quando è stato chiesto il silenzio e il raccoglimento, è stato impressionante come dal frastuono del saluto a Papa Francesco si è passati al silenzio.

Dopo un primo momento di tensione e di paura per lui, sentendolo affaticato nella prima preghiera della Messa, mi sono rilassata quando ha cominciato l’omelia.

Qui ha ribadito l’attenzione di Dio ai poveri e alle periferie con l’annuncio a Maria, nella sua casa in un paese non molto considerato, in quei tempi. Ci ha spinti ad andare verso gli altri, gli emarginati facendo memoria della nostra storia e della nostra vita cristiana, per combattere l’indifferenza e l’egoismo del nostro mondo.

Alla fine della Liturgia nel saluto del Cardinale Scola al Papa è successo un altro fatto che non mi sarei mai aspettata: nel chiedere alla Madonnina la benedizione per il Papa e per tutto il popolo ambrosiano il nostro Cardinale si è commosso e si è quasi interrotto. Per me è stata una cosa straor-
dinaria avendolo sempre visto come una persona molto distaccata e fredda...

Nel ritornare ai pullman mi sono veramente resa conto di quanti eravamo lì sui campi. Da dove ero io vedevo che c’era molta gente ma non riuscivo a valutare quanti fossimo. All’andata vedevi piccoli o grandi gruppi che si spostavano. Al ritorno era una massa uniforme, colorata nella quale non si distinguevano i vari gruppi, anche se vari cartelli cercavano di indicare la via...

Adesso sì che si vedeva un “popolo in cammino”. Oh se tutti riuscissimo a mettere in pratica quello che abbiamo ascoltato e vivessimo meno egoisticamente, forse riusciremmo davvero a cambia-
re il mondo. La cosa più importante è continuare a vivere attaccati a Colui che ci ha spinti anche a fare questa giornata, faticosa sì, ma ricaricante perché intorno a me c’è molta gente che vive o cerca di vivere questa esperienza.

Un peccato non aver potuto condividere questa esperienza con le persone con le quali vivo realmente un servizio. Questo sentimento si è un po’ attenuato quando, sulla via del ritorno, sono arrivate sul telefonino le foto che gli altri coristi sono riusciti a fare e soprattutto in momenti diversi della giornata. In questo modo ho anch’io un ricordo del passaggio del Papa, che nel caso la memoria si affievolisca possono aiutarmi a rinfrescarla.

Grazie a tutti! Anche se non ci siamo visti la voglia di condividere c’è stata. La prossima volta sarebbe bello viverla insieme...

Un grazie particolare a chi non ha potuto essere lì con noi, per vari problemi, e ci ha seguito con la preghiera e in televisione. Sicuramente voi eravate vicino a me.

 

 

Lilly

 
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