corvo rosso

SUD SENZA FUTURO SENZA UNA NUOVA CLASSE DI GOVERNO

Oggi a Capri sarà interessante capire se Tremonti si è convinto ad avviare il taglio dell’Irap. Marcecaglia lo incalzerà su questo. Ed anche Fini, che ha chiuso la Camera perché col veto del Bilancio alla copertura finanziaria dei ddl è impossibile legiferare, non rinuncerà alle sue critiche al titolare di via XX Settembre.  Giorni fa il super ministro dell’Economia prima ha detto no poi, pressato, ha aggiunto che dipenderà dagli introiti dello scudo fiscale. Ma la questione è politica. I dati parziali dell’operazione rientro dei capitali all’estero sono già disponibili e se effettivamente i nodi dentro la maggioranza sono stati sciolti, il divo Giulio non perderà l’occasione dei riflettori capresi dei giovani di Confindustria per fare il suo annuncio. Se si parte con la riduzione dell’Irap, allora vuol dire che il Governo ha deciso di passare dalle parole ai fatti e che anche per il Mezzogiorno si può sperare in una fase nuova. Viceversa se il ministro parlerà d’altro, enfatizzando la Banca del Sud, cosa ottima ma insufficiente, vorrà dire che siamo ancora al palo. Perché, discutere sulle prospettive di crescita “connesse alle opportunità offerte dall’area del Mediterraneo”, senza condizioni generali favorevoli allo sviluppo, significa fare semplice accademia. Se l’economia del Paese langue a maggior ragione ristagna quella meridionale con buona pace delle “opportunità mediterranee”. Non esiste una prospettiva di crescita del mezzogiorno fuori dal contesto generale. Che poi si debba offrire al sud un supporto in più per aiutarlo a recuperare terreno è giusto, ma è un altro discorso. L’altro ieri, alla giornata del risparmio, Berlusconi ha detto che il peggio della crisi è alle ns spalle e il dato trimestrale del pil Usa, in crescita del 3,5 % ne è una conferma. Ma la ripresa per noi sarà più lenta a causa del debito e della bassa competitività di sistema, sotto l’albero di Natale troveremo più disoccupati e se a Pasqua vogliamo essere in linea con la ripresa dobbiamo premere ora sull’acceleratore dello sviluppo. Anche allentando il freno del rigore. Tremonti è stato tra i migliori in Europa durante la piena della crisi ed il Paese se ne è molto avvantaggiato. Ora si tratta di fare un passo avanti per non perdere posizioni in un contesto mondiale nel quale, sia pure con le nostre zavorre, non siamo gli ultimi. Dunque a Capri sapremo se lo start up è prossimo

E veniamo al Mezzogiorno. E’ da quindici anni in mano alla sinistra ed in questo tempo i problemi si sono acuiti. È stato mal governato. Inefficienza, sprechi, clientelismo, assistenzialismo, mancanza di strategia, contiguità con le mafie. Il sud è l’ultimo presidio tardo sovietico. La sua classe di governo, figlia della sinistra comunista e di quella democristiana, ha perso la grande sfida, forse neppure tentata, della modernizzazione ed oggi consegna al Paese un sud in condizioni disastrose. Accanto alle tre emergenze, criminale, sociale e civile, c’è quella di una classe dirigente che ha prodotto danni stratosferici, uno per tutti la tragedia dei rifiuti, e che è ancora al suo posto, segno di  una realtà imbalsamata senza rimuovere la quale parlare di mezzogiorno e è come fare bolle di sapone.