corvo rosso

Ultimi giorni di Pompei in Campania.

Ultimi giorni di Pompei in Campania. Il centro sinistra fa il pieno prima di mollare (speriamo) l’osso del potere regionale. Due nuovi enti pubblici, (un’agenzia per i “pagamenti in agricoltura” e l’”Istituto regionale della vite e del vino”), che si aggiungono alla pletora di quelli esistenti, tutti in perdita,  persone fidatissime piazzati nei gangli vitali della macchina burocratica, nomine per premiare amici e amici degli amici, assunzioni  senza concorso, danaro pubblico distribuito un po’ qua un po’ là (si fanno notare  i 500 mila euro al Centro ippico di Santa Maria Capua Vetere).  Insomma una finanziaria “creativa” per blindare il “sistema bassolino” fatto di alleanze politiche  fondate sulla distribuzione delle poltrone, sulla propaganda, sulla demagogia, sull’assistenzialismo, sul clientelismo scientifico, non quello bonario, casuale, artigianale, di stampo sociale, della dc, del psi ecc. , ma cinicamente programmato e praticato secondo il criterio del massimo profitto elettorale e politico. Il fatto è che sarà difficile per il Pd evitare la sconfitta elettorale. E se ci sarà un ricambio, chi metterà il naso nei dieci anni di gestione rossa ne troverà di cose da raccontare e denunciare. Per evitare la caporetto campana con conseguenze nefaste anche per Bersani, ci vorrebbe un campione. De Luca, berlusconiano di sinistra, antibassoliniano della prima ora, unico nome pd  spendibile con possibilità di vincere, aveva offerto coraggiosamente il petto ma, centrato dalle granate dipietriste, dal non possumus di De Mita, dal niet  Cascetta, autoproclamatosi erede discontinuo del bassolinismo buono è troppo bassoliniano per rappresentare la discontinuità da tutti opportunisticamente invocata. Ci proverà ma sarà come offrire il petto al fuoco amico. Amendola, il giovin segretario regionale, è troppo furbo per rischiare inutilmente tutto. Allora forse un candidato demitiano avrebbe potuto mettere tutti d’accordo. Fosse per D’alema e Bersani non ci sarebbe alcun problema. Ma  i locali hanno già fissato le primarie per il 24. E dunque non se ne parla. Casini, che in questi anni è stato all’opposizione di Bassolino e che ha vinto alle provinciali di Napoli, Salerno ed Avellino da alleato del Pdl, potrebbe fare il salto della quaglia solo se a sinistra la vittoria fosse matematicamente certa. Il che non è. E se Pier Ferdi si schiera e perde, svanisce l’ incantesimo col quale l’Udc cerca di mantenere la sua riserva d’aria. Perché va bene negoziare alleanze di qua e di là ma si deve vincere per provare di essere determinanti. Se si perde è la fine. Ed infatti in Puglia e nel Lazio, dopo le rinunce di Emiliano e Zingaretti, Casini è stato costretto a ripiegare di nuovo a destra, sulla Polverini nel Lazio e, forse, sulla Poli Bortone in Puglia. Certo, se scegliesse il centro destra anche in Campania la centralità dell’Udc andrebbe a farsi friggere. Ma a sinistra si può andare solo se si vince e questo non è il caso della Campania. In tutto ciò dinanzi ad una sconfitta che si annuncia epocale anche per le defezioni rutelliane e le dispersioni e confusioni verdi, ex socialiste e dell’estrema sinistra, potrebbe essere proprio Bassolino a tentare l’impossibile. In effetti come lui stesso ha ricordato, non ha mai perso un elezione e se gli avessero chiesto aiuto, si evitava di perdere contro Cesaro. Credete a me, il Governatore, in preda ad un indomabile delirio di onnipotenza, è pronto a scendere in campo, a candidarsi per evitare che la Campania cada in mano al centro destra. Se solo qualcuno glielo chiedesse  . . . . . . bassoliniano, si è ritirato.