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cap.34 - La vergine e lo zingaro -
Post n°37 pubblicato il 23 Agosto 2009 da sareva82
Mentre mi sottopongo al tormento del Thalaterm - una specie di TAC total body a base di alghe che nonostante la doccia col felceazzurra ti lasciano addosso un robusto sentore di impepata -, penso a Gloria. Di fianco a me si sta tormentando Francesca, schiacciata nella pressoterapia – uno scafandro verde collegato ad un apparecchio che gli insuffla aria e lo gonfia in modo tale da comprimere in successione: punta piedi, piede tutto, caviglie, polpacci, cosce, in modo che quando esci di lì hai due tette piene d’acqua che se le spremi fanno fontana di Trevi –, poco più in là Elisabetta si contorce nella elettrostimolazione - placchette adesive collegate ad elettrodi attraverso cui ti mandano delle cazzo di scariche che ogni volta ti si vede lo scheletro modello gatto Silvestro quando ficca la coda nella presa di corrente –. Due volte alla settimana, per un prezzo esagerato, ci giochiamo le ultime fiches nel tentativo di riacquistare l’antica forma. Inutilmente. Come sono inutili le diete. Un po’ perché tutti questi tormenti corporali non vengono supportati da comportamente teutonici – andiamo avanti a minestrone per una settimana e poi in un momento di depressione vanifichiamo tutto con una vaschetta di gelato o una bottiglia di Corona (Francesca solo col gelato perché lei è una donna sposata e le donne sposate non bevono alcolici tranne porto, rosolio e limoncello) -, un po’ perché siamo sedentarie come plantigradi. “Secondo voi, Gloria com’è?”, chiedo cautamente. “Mmhh”, rispondono più o meno insieme. “Mmmh fa schifo o mmmh così così?” “Nessuna delle due”, balbetta Elisabetta tra una scarica e l’altra. “Per me è solo una asessuata di mezza età” Intanto io ho finito di sciogliermi dentro il Talatherm e mi sto infilando nell’ozonizzatore – una gioviale ragazzetta mi avvolge nella pellicola domopak e mi infila dentro una termocoperta scaldata a Farehenehit 451, grado più grado meno -. “Tanto asessuata non dev’essere se ha rimorchiato quel pezzo di masculazzu”, ridacchia Francesca. “Credete davvero che lui stia con lei per amore?”, esalo mentre cerco di tirare fuori almeno un braccio prima di sciogliermi come un dado Star. “Boh. Perché tu sai qualcosa?” “No, no, ma, ecco, mi risulta un po’ difficile da credere…” “Più facile pensare che sia attratto dai soldi, bè, in effetti…” “In effetti…” Silenzio rimbombante di mumble mumble e partenza automatica dello screen saver. “E se invece fosse innamorato?”, chiedo bloccando immediatamente lo scorrimento delle immagini. “Oddio, risulta un po’ difficile da credere…Non per lei” corregge Francesca un po’ troppo precipitosamente, “ma lui, dai…sembra uscito da un film. Uno così non si innamora” “Sì, ha ragione Francesca, uno così è più il genere ‘Stiamo insieme finchè ci va…io ti amo troppo per volerti legare…voglio che tu sia libera…godiamo reciprocamnte di noi nella più assoluta scioltezza’…” “Dobbiamo aprirle gli occhi” concludo mentre suona il campanello che decreta la fine della cottura. Ora mi restano trenta minuti di elettroscultura che è una cosa che già dalla prima applicazione ti fa le cosce col buco in mezzo come quelle di Naomi Campbell ma porca troia se ti fa soffrire!, e poi potrò entrare nella gelateria all’angolo e drogarmi di cono al bacio e tiramisù.
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il 27/09/2009 alle 15:50
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