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« Kafkiano (se ho sbagliat...Messaggio #6 »

Surreale

Post n°4 pubblicato il 17 Ottobre 2005 da lecreaturedelbuio

Andiamo in un ristorante, pubblicità viste in giro, si prova!

Entriamo, non male. Un posto rustico e tranquillo, non troppa gente, dentro, in un altro locale, ci sono diversi tavoli pieni.

Un bel camino, acceso, tavoli che attendono solo di essere apparecchiati. Ci sediamo, un signore viene ad apparecchiare subitissimo (e questo a me già crea qualche preoccupazione), e ci dice, dopo aver portato le bevande, che arriveranno subito per le ordinazioni.

Però passa un bel po' di tempo. Per me e per l'ora, troppo. Mi incazzo come un toro da monta che ha fame, provate a disquisirci con lui e con me, quando abbiamo fame!

Esco, imbufalita e per la terza volta, a fumare. Sembra un porto, un vai e vieni continuo. Fuori!!!

Quando rientro mio marito mi assicura che si è lamentato, infatti arriva subito la proprietaria per le ordinazioni.

Data la certezza che sarà uno strazio, ordino sia antipasti che il primo.

Dopo un tempo innominabile, arrivano solo le tagliatelle. Non erano granchè, ma quando hai fame te le mangi. Poi arriva il mio vitello tonnato, ma dopo una vita, la mia.

Il resto non arriva proprio, mio figlio finito il primo decide per non mangiare più. Scocciante davvero.

Non c'è verso di fargli prendere altro, ma sta poco bene e sorvoliamo tutti di buon grado.

Il tempo passa, la pioggia cade sul pineto, no, non piove. Ma mi veniva da paragonare la poesia interminabile di D'annunzio con il tempo.

Mio marito comincia ad inveire, molto. I nostri vicini di tavolo hanno già inveito, ma loro avevano prenotato, il che è peggio.

Due tavoli avanti erano entrati, allegri, i componenti di una bella famigliola, dei quali ho notato subito la bimba, bellissima e simpatica.

Noi commentiamo: poveri loro, poveri anche noi!

Mio marito non ne può più, qualche ragione ce l'ha. 

Gli chiedo la cortesia di non gridare (anche perchè lo vorrei fare io), si è già lamentato due volte. Allora passa la proprietaria, che è anche molto simpatica e cordiale. Lui la ferma tipo serial killer e le dice: siete in grado di portarmi da mangiare?

Lei risponde (surreale): ma lei ha mangiato!

Cosaa??? Grida lui. Ma mi prende per scemo? Un risotto mi ha portato e basta! Voglio il mio antipasto e poi, IO VOGLIO MANGIARE!

Ma le porto quello che vuole!

Avanti, cos'ha da mangiare? Di secondo.

Abbiamo... Alla fine ordiniamo due secondi e contorno. Mia figlia, invece, dichiara che data la velocità, si ferma lei e non si schioda.

Il tempo passa. Manco la pioggia ci caga. Poi arrivano i due antiparti mancanti e, dopo, non dopo troppo (e siamo lì da quasi tre ore) anche i secondi e mia figlia si serve anche lei.

Sia chiaro: mangiare poco che poi si ingrassa! Infatti una fetta d'arrosto e molte patate, che però sono davvero cattivissime, troppo.

Mentre mangiamo l'arrosto il signore della famigliola si alza gridando al cameriere: ma io sono stufo, sono 45 minuti che sono qui! Ma non dico per me, ma la bambina!!! Ha fame, mi portate da magiare, cioè SIETE IN GRADO DI PORTARMELO? MI SONO ROTTO I COGLIONI!

Il cameriere trema e lo assicura che arriverà subito, poi scappa a lamentarsi con la padrona, giustamente, lui serve mica è colpa sua.

Mio marito ne approfitta per lamentarsi col signore, io la perdo del tutto, la calma, mi alzo con la sigaretta in mano e dico: non gridare per favore che io volevo andarmene prima! E vado a fumare, basta eh!

Esco e anche il signore e la bimba, mio marito invece mi dice che ho ragione, ma ormai bisogna aspettare solo il caffè. Noi fuori ce la fumiamo tranquilli e io parlo alla bimba, bellissima. Si presentano, ci lamentiamo, giuriamo che non torneremo neanche sotto tortura. Loro sono di Milano, ma vengono in Piemonte spesso. Per le figlie, per cambiare aria, per passare una domenica fuori città.

Rientriamo, ormai si è fatta comunella. E per il ristorante son cavoli amari. Dai tavoli ci diciamo cose folli: prendi l'arrosto che quello è pronto o aspetti ancora!

Io il dolce alla figlia lo ordino, ma che sia una cosa portata in tempi logici o ci rinuncio.

Ehi, ma te stai bevendo il caffè: che culo!

Ah, bella roba, sono arrivato un'ora prima di te!

Ok, ci porti il tris di torte, ma lo ha in casa? No, che se lo deve andare a prendere lasci stare...

Il cameriere ormai esplode a ridere peggio di noi, non ci riesce più a starre serio. Poi quasi tutti, gli altri, incazzatissimi, se ne sono andati.

Ola, che cameriere sei? Mi porti il dolce senza forchette? E lui ride, con i caffè in mano, ordinati insieme al dolce perchè si fa tardi.

Tutti ridono, il ragazzo, giovane, arriva e porta qualcosa, ma piano, sempre più piano.

Dal tavolo della famigliola:

Oh, non correre! Piano con l'acqua calda che mia figlia ha 20 giorni e sta gridando come una iena, mica c'è fretta.

Lui ride meno: non capisce la metafora del "prendiamola ridendo o mi tocca chiedere i danni"!

Arriva l'acqua, ma è appena tiepida, la signora ne chiede altra. Lui e mio marito sono al settimo tentativo di pagare il conto.

Pare che anche pagare sia difficile. Sento mio marito gridare, ridendo: voglio pagare!!!

L'altro dice: che facciamo andiamo lo stesso?

Mio figli arriva con un bastone con cui stava giocando fuori e mio marito glielo prende: voglio pagare!!! Minacciando il cameriere che ride a crepapelle.

I bambini corrono e ridono, mia figlia fa comunella con la bimba bionda. Ridono anche loro, ma per altro.

Dice la bimba: ma tuo papà ha gridato con la signora? (Si, dice Marina) Il mio invece col cameriere. Ma, sai (immaginate la voce di una bimba sui 5 anni), lui tremava tutto mentre papà gridava!

Ormai l'ambiente è quello della fantasia, se lo racconti non ci credono. La signora che cerca, disperatamente, di calmare la piccolina e sfamarla. Alex entra ed esce dalle porte, sembra di essere in un mercato. Grida, canti, un disordine da mutua, il casino che fanno i parlamentari in aula. Fuori bambini corrono, due pomiciano con gli occhi, le sedie di legno manco quelle, stan ferme.

Il cameriere passa tenendosi la pancia con la mano, e il signore di Milano gli grida: ah, te, poi si fanno i conti! Che ti credi, che ho finito? L'altro mi guarda e pare chiedere, ma sono alle comiche?

Rido, non ci si prova neanche a stare seri, poi mi alzo e vado a vedre come procede il conto. Pare si possa pagare ora. Arriva anche il signore di Milano, che ha appena pagato (con un bello sconto), e dice, alla signora:  "Guarda che al mio amico lo fai pagare poco, ha aspettato troppo va. No, macchè due secondi, uno! Ma si ne paghiamo due! Eh? Cosa? No, ma gli antipasti erano due non tre, ma noi li paghiamo va. Ah, no, che i caffè erano corretti non lo dovevi dire. Ehi, ma ce lo offre un grappino? Due, uno a me e uno a lui! Dai, va, che se ci trattate bene magari si torna. Oh, buono, ma lo fate voi davvero? Bravi!

Quando lui se ne va, la padrona del locale ci spiega che ha fatto 30 coperti in un mese, di domenica, che non può prendere personale se non c'è gente. E oggi, un disastro di persone, all'improvviso. Non erano preparati, lo ammette, ma non è facile.

Ha ragione, vero. Ma per organizzarli, lì, ci vorrebbe altro che il fuhrer. Non si perdono in un bicchiere d'acqua, bastan due gocce.

Alla fine ci troviamo fuori a fumare, anche il cameriere che ride come un bambino. Ancora. Ci ringrazia e si scusa, però. Lo assicuro che non siam cattivi come sembriamo: è che siamo italiani.

Quando abbiamo fame ci si muove un apparato sanguigno che, se non vuoi alterare chimicamente devi soddisfare col cibo. Agli Italiani di aspettare al ristorante proprio non si può chiederlo. Non ci va, non possiamo sopportare attese lunghe. Poi vedere i figli che han fame ci riduce in cenere, ci hanno insegnato a sfamarli i figli, non a fargli far la fame.

Quando sei a certi stadi evolutivi (lo dico per mia madre che asserisce che noi non abbiamo mai provato la fame, lei però si riferisce a tempi passati e meno belli), all'una è fame! Arrivi da scuola e ti mangeresti anche la mamma, sei al ristorante e ti faresti il cameriere il carpione se non ti porta il dovuto.

Io son rimasta a quello stadio: ho proprio fame e se non mangio sto male, poi, oggi, avevo anche la febbre. Non darmi da mangiare significa rovistare il mio fegato, fare a pezzi le mie coratelle. Obnubilarmi la giornata.

Ma siccome ho riso, tanto, ho digerito tutto, mica che fosse eccezionale, ma ho riso. Per questo dico: se ci volete andare, in caso il morale fosse un po' a terra, chiedete che vi lascio l'indirizzo.

Andate, cercate qualcuno che al pari vostro perda le staffe, il gioco è fatto! E scometto che, quando non hanno troppe persone, si mangia anche bene. Le torte erano proprio buone e le grappe uniche.

Salviamoli questi posti di frontiera, che ai Mac Donalds si piange subito e poi, dal dottore!

Guardate, anche dove hanno sbagliato, era tutto genuino. Appena fatto, nulla di preconfezionato. E la signora proprietaria è davvero cordiale e sa stare allo scherzo, nonostante non capisca bene, perchè non è Italiana. Non ci capisce, ma stasera mi sa che ne ha parlato con il cameriere e penserà, ma poi tornano davvero?

Non so, lo spero, mi pare di tornare a casa. Una pacca sulla spalla al cameriere e: "Vecchio mio, come ti butta? DAi, portaci da mangiare e corri, sai, che se questa volta non batti Mennea, ti ordiniamo lingue di canarino, pustole di bue farcite e le formiche alla griglia. Ehi, dove credi andare? Porta un po' qui quella bottiglia. Di alla padrona che saremmo particolarmente contenti, dopo, di assaggiare le sue grappe fatte in casa. Tutte, e siediti anche tu dopo, qui, al tavolo. Le offriano noi le grappe a te. Un assaggino di tutte, poi si canta Bella ciao, mi racconti come va, cosa hai fatto ieri...e meno male che oggi ci son pochi clienti, che è questo, poi, che vuole il cameriere serio. Pochi clienti e simpatici... Dai, adesso vai a prendermi quel primo e che sia primo, mica l'ultimo come l'altra volta!"

Patrizia P.

 
 
 
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Un blog di: lecreaturedelbuio
Data di creazione: 30/09/2005
 

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I sit and wait
Does an angel contemplate my fate
And do they know
The places where we go
When we're grey and old
'cos I have been told
That salvation lets their wings unfold
So when I'm lying in my bed
Thoughts running through my head
And I feel that love is dead
I'm loving angels instead
And through it all she offers me protection
A lot of love and affection
Whether I'm right or wrong
And down the waterfall
Wherever it may take me
I know that life won't break me
When I come to call she won't forsake me
I'm loving angels instead
When I'm feeling weak
And my pain walks down a one way street
I look above
And I know I'll always be blessed with love
And as the feeling grows
She breathes flesh to my bones
And when love is dead
I'm loving angels instead
Chorus x 2

 
 

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