Sono tornata ad oscillare tra stati euforici e stati tendenti alla despressione cosmica.
Forse patisco la mia mancanza di reali rapporti umani... in queste due settimane in cui mio marito e' stato dall'altra parte del mondo, solo i gatti non sono riusciti a farmi restare in equilibrio.
Cosa c'e' che non va nel mio modo di instaurare relazioni con altre persone? Da una parte mi trascina e mi entusiasmo la confidenza, lo scambio di battute, l'ironia, il sarcasmo, la passione per interessi comuni. Dall'altro c'e' sempre qualcosa che mi frena, prima di mollare gli ormeggi e godersi la gioia di un'amicizia. Forse, sapendo che quando mi lascio coinvolgere lo faccio al 100%, e il mio 100% ora e' solo per la persona che ho sposato. So bene che un rapporto di amicizia e' diverso... ma anche questo merita dedizione, costanza, partecipazione. O meglio, questo e' cio' che esigo e do io in un rapporto di amicizia. Probabilmente una concezione infantile, a tratti adolescenziale. Ma e' cosi'. E se il mio tempo libero, legittimamente e volontariamente, voglio trascorrerlo insieme alla persona che amo, viene meno del tempo da dedicare profondamente ad altre persone. Non mi accontento della mediocrita'. E cosi', per non accontentarmi della mediocrita', lascio cadere. Meglio nulla che poco.
Ma e' davvero cosi'?
Resto sempre piacevolmente colpita, a tratti commossa, quando mi rendo conto che il tempo e la non-curanza (e non la noncuranza) non opacizzano i rapporti. Quando ci si sente, o ci si incontra per caso, e le risate e la complicita' sgorga spontanea come acqua da una fonte di montagna. Fresca. Cristallina. Ma. Ci vuole molta intelligenza. E molta sincerita', perche' questo avvenga.
E quando di tempo libero ne ho, una volta ogni tanto, non riesco a vincere questo mio senso di colpa che per paura della mediocrita', ha preferito far tacere ogni comunicazione. Cosi' rendo peggiore ogni situazione, e a malintesi si aggiungono colpe reali.
Cosi' mi distruggo, senza fare nulla, in realta'.
E la gastrite aumenta.