cristianisemplici

Per proseguire la riflessione dell'ultimo post traggo da laparola.it:

"... si opera all'interno dell'umanità una quadruplice divisione: chi si chiude, chi è superficiale, chi non decide per il Signore e chi, infine, accoglie in sé quella parola."

Ecco oltre le etichette religiose che dividono il Signore pone al centro la Sua Parola .

Ho pregato per avere una risposta e mi è giunto questo:

bisogna rifuggire i personalismi che possono portare ad un egocentrica chiesa personale. Allo stesso tempo la ricerca della Verità, che deve essere benevola nei confronti di chi la pensa diversamente, non può obbligarci a rinchiuderci in chiese che hanno substrati storici evidentemente non compatibili conla Buona Novella!!!!

Sempre più spesso si vede il sorgere di nuove chiese o di gruppi sempre più ristretti che al di fuori di ogni chiesa pre-esistente si rifugiano in ambiti vieppiù limitati e personalizzati. Non vogliamo qui dare lezioni a nessuno , soltanto ricordiamo le parole di Gesù " dove due o più sono uniti nel mio nome..." o anche quell'"...andate..." che sa tanto di ministero da cui pareva doversi diffondere un 'unica "chiesa" nel suo nome.
Crediamo che Gesù sia magnanimo e apprezzi ogni slancio di fede ed ogni sforzo per essergli vicino e divulgare la Buona novella ma se insieme a ciò ci chiedesse di santificare le realtà cui siamo appartenuti per nascita? Ciò anziché andare a personalizzare altre  realtà, dove poi spesso sono gli scarsi sviluppi a dirci , prima di ogni altra cosa che forse la benedizione dello Spirito non vi è giunta...

Che ne pensate?

Riporre con fede la propria vita, la propria attività nel Signore non vuole dire assumere un attegiamento passivo e fatalista. A ognuno di noi il Padre ha affidato dei talenti personali e ci chiederà conto, come Gesù ci ha spiegato, di come li abbiamo impiegati. Siamo tenuti a dare sempre il nostro meglio. A rifulgere ad immagine e somiglianza di creatività e saggezza. Senza per questo vantarci ma con umiltà ridare al Padre ciò che ci ha affidato con il nostro massimo apporto e con la certezza che il nutrimento della fede avrà reso davvero ottimali i risultati del nostro sforzo. Se viceversa saremo a vantarci del nostro lavoro riapriremo le porte al nemico di cui abbiamo già parlato che non tarderà a guastare tutti i nostri progetti.
La fede unita alla preghiera saranno invece la nostra corazza contro il nemico ed ogni avversità con cui cercherà di ostacolarci.

Quando le cose ci girano storte è facile pensare di essere stati abbandonati o addirittura che Dio non esista. Come scritto nel post precedente è il momento di verificare se invece, nella libertà che il Signore ci concede, non abbiamo lasciato spazio al nemico che ci tormenta , ci indebolisce, ci allontana dal nostro cammino, cerca di mangiarci fede e coraggio per lasciarci smarriti e indeboliti.

E' questo il momento della lotta. Con l' "armatura" della preghiera incessante in cristiano può vincere. E' dura ma nulla è precluso a chi riesce a resistere e a rivolgersi al Signore anche nei momenti più bui.

Il Signore ha lasciato gli uomini e le donne liberi di scegliere, di prendere le proprie decisioni. Questo e null'altro simboleggia l'albero della conoscenza del bene e del male.

Nel momento in cui si vive in sintonia con lo spirito divino si chiudono le porte al nemico, il diavolo. Viceversa il peccato, l'abbandono della preghiera e della comunicazione costante con Dio, spalancano la porta alle presenze malefiche nelle nostre vite. E' facile sperimentarlo, le cadute, il peccato la supponenza e la presunzione portano distruzione e dolori. La fede è un potente antidoto a tutto ciò ma deve essere sincera e, pur negli umani dubbi, presente in ogni giorno, ogni attimo della nostra vita.