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Musica: Steve Vai, nella mia musica non c'e' democrazia

Roma, 24 ott. (Adnkronos) - E' in Italia per tre concerti (10 novembre a Padova, 11 a Roma e 12 a Milano) con un inedito set acustico, sulla scia dell'ultimo cd 'The story of Light' (secondo capitolo della trilogia 'The real illusion'), e Steve Vai non dimentica le sue origini italiane. Il grande chitarrista racconta oggi a 'Il Messaggero' com'e' diventato dopo una stellare carriera che vanta collaborazioni con Frank Zappa, David Lee Roth e WhiteSnake. "I miei nonni vivevano ad un passo uno dall'altro ma si incontrarono solo da emigrati a New York -racconta Vai-. Nella cantina avevamo le botti di vino, da bambino nonno mi metteva sulle ginocchia e mi cantava canzoni italiane". L'artista ha collaborato anche con Eros Ramazzotti e Nelly Furtado, ma non ha altri duetti in vista: "Nella mia musica non c'e' democrazia -dice- Ogni cosa dev'essere come dico io". Il suo artista preferito, d'altronde, e' Tom Waits, "un tutt'uno con l'espressione creativa e non fa compromessi". Dalla meditazione alla disciplina rigorosa, Vai sembra essere lontano dallo stereotipo del chitarrista droga, sesso e rock'n roll. "Sin da ragazzino la cosa che mi veniva naturale era la musica", ricorda. Ma il ragazzo ammette che a suonare "non ero fluido, ci sono diventato col sacrificio e lo zen. La mia idea di divertimento da 34 anni a questa parte e' solo suonare tanto e da lucido. Nessuno farebbe un reality su di me: la mia giornata e' noiosissima".