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se "blow" significa "botta" (di "fortuna")
Post n°75 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da Uto88
Ci sono voluti due giorni ma alla fine mi sono accorto che c'ero davvero io nella home page "nazione indiana", dopo essermene convinto ho pensato bene di tornare a casina e imbrattare un po' qui. Oggi la fortuna è dalla mia, devo dire grazie all'inventore delle tende da sole! Devo dire grazie a chi le costruisce e con mio sommo sbigottimento devo dire grazie pure a mio padre che le vende. Qualcuno pensa che le tende da sole il 5 di gennaio non servono a un ciufolo? Lo pensavo anche io fino a stamatina, poi ho cambiato idea. Se oggi non ci fosse stata una tenda da sole non sarei qui a tamburellare con le dita sulla tastiera col sottofondo di "Blowin'in the wind". "Blow" in inglese significa soffio ma anche "botta" e "sassata" ed io oggi solo per una botta di culo non mi sono preso una sassata in testa. Perchè nella città che prende il nome da un fosso può capitare che un "blow" di vento stacchi una pezzata di cemento da un vecchio balcone del centro storico. In questa città ci sono centociquantacinquemila abitanti e questo pezzo di cemento in testa a chi poteva cadere? l'unica possibilità su centocinquantacinquemila è toccata me, of course. Per fortuna che in quel momento passavo sotto la tenda di un negozio che ha attuttito la caduta dell'intonaco altrimenti avrei lasciato la mia preziosissima materia grigia sull'asfalto grigio di una città ancora più grigia che non si merita il mio cervello (stanno già abbastanza inguaiati da soli) [ovviamente scherzo, non sono tanto megalomane e poi alla mia città ci tengo]. Sempre per la serie "succede quando cammini per strada": ho incontrato kià in uno stradina secondaria e sempre vuota l'ho salutata freddamente e non le ho dato nemmeno il tempo di attaccare bottone. Il destino non poteva prevedere un pezzo di intonaco anche per lei? chissà riprendeva un po' il senno della ragione. L'amore è cieco ma pure il fato mica ci vede tanto bene? la foto la rubo dall'archivio di GallociCova |
UTOTTOTTO STORIA SEMISERIE IN QUARANTATRE RIGHE
Utottotto è nato 19 anni fa nell'ospedale di Padre Pio e si è diplomato nella scuola in cui ha studiato Wladimir Luxuria. Come qualcuno può dedurre abita nella città natale di Pulsatilla e Renzo Arbore.
Porta il cognome di un noto cantante napoletano, sua madre quello di un poeta recanatese che ha passato tutta la sua vita prendendo freddo ad una finestra guardando una certa Silvia che non se l'è mai filato. Il poeta in questione dopo essere andato in bianco ha scritto "il passero solitario".
Il nome di Utottotto ricorda vagamente quello di un pittore che disegnava orologi fusi e giraffe in fiamme, convinto di essere portato per la pittura a 15 anni ha partecipato ad un paio di mostre collettive, suscitando solo l'interesse di un paio di avanguardisti (evidentemente miopi) e una ciurma di bambini che tuttavia non hanno comprato manco un quadro... (sottigliezze)
appesi i pennelli al chiodo e i quadri alla gola è finita la parentesi dandy.
Dopo aver scoperto che il suo avo recanatese è stato uno dei primi giornalisti italiani è entrato nella redazione di un giornale culturale
Ora spera solo di non fallire nel campo "letterario" altrimenti gli resta solo da cantare la neomelodica napoletana come il cantante con cui condivide il cognome.