Creato da Uto88 il 29/05/2006

CLEAN moleskine

il moleskine è pulito perchè quando scrivo lo faccio qui.

 

 

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la mia cerniera e la mamma di britney

Post n°81 pubblicato il 23 Febbraio 2007 da Uto88

Qualcuno di voi m'ha detto che sono un po' giù, Laura (che dice che non la nomino mai) ha detto che l'ultimo post era proprio bRutto. L'ho minacciata che se non la finiva di criticare la buttavo giù dalla finestra, così la polizia m'avrebbe dato del recidivo, dopo la minaccia Laura se ne è stata buona.

Due post riflessivi possono bastare. Basta con questi ricordi, via il prezzemolo dalle finestre e chiudiamo gli ultimi due post che mi fa paura rileggerli, forse sono proprio bRutti, come dice Laura.

Oggi pure una persona del blog mi fa "come stai? ti sei ripreso?"

penso che non ho detto a nessuno della mia febbre ma alla fine penso che con qualche bloggers sarò diventato telepatico. Allora faccio "sai, la febbre non scende, stanotte non ho dormito ma ora ho preso un'aspirina"

e lei: "Ah, ma perchè c'hai pure la febbre? Non lo sapevo! Io mi riferivo agli ultimi post, stai meglio?".

Forse sto giù davvero, m'avete fatto venire il dubbio!

Come dicevo sono inchiovato a casa con trentotto gradi centigradi di febbre in corpo a scrivere articoli da casa, mi sento tanto un inviato di guerra che deve stare barricato in camera a scrivere i pezzi e contemporaneamente capire quello che succede intorno.

Esco di camera solo per fare la pipì.

A proposito di pipì, argomento interessantissimo. Prima della mia febbre ero in reda per una riunione. Come sempre mezzora dopo l'appuntamento in radazione ancora non c'era nessuno. Solo il direttore, l'aspirante Pizzul e una signora coi capelli rasati, per un attimo ho pensato potesse essere la madre di Britney Spears, ho pensato che magari potessero essersi fatte lo stesso taglio.

Mentre Pizzul mi racconta che l'hanno preso in un altro giornale "hanno visto che scrivo troppo beene" io faccio finta di parlare al cellulare e me ne scappo in bagno per espletare i miei fisiologici bisogni.

Cerco alla cieca l'interrutore e rischio di ruciularmi nel secchio col mocho wileda. La lampadina è fulminta, o forse non ho ingarrato l'interrutore. La faccio alla cieca col flash del telefonino. Finisco. Tiro la catena.  Abbasso la tavoletta.

Mi lavo le mani (pensavate davvero che andassi via così?).  Il director mi chiama dal suo uffico e io ci vado di corsa pur di sottrarmi a i monologhi di Pizzul.

Il director vuole presentarmi la signora. Tra l'altro mi sono anche dimenticato come si chiama.

Lei è seduta alla poltroncina e io sto col culo poggiato sul termosifone di fronte. Non ho potuto far a meno di notare che la vechhia mi stava guardando in un posto strano, proprio là sulla via della patta, penso che forse sono un po' perverso. Poi penso la perversa sia lei che continua a fissare.

Traccio la traiettoria dello sgurdo che finisce inesorabile sulla cerniera dei miei pantaloni nuovi di fustagno. La cerniera spiega tante cose, l'ho lasciata aperta mentre mi lavavo le mani ed ecco perchè l'occhio della vecchia era lì.

Arriva Pizzul, con la camminata alle diecieunquarto con tanto di gambe rimbalzanti. Credo abbia il copyright. è il momento giusto per girarmi dall'altra parte del termosifone e riparare il danno.

"ZIIiIP"

Alla signora squilla un telefono che sembra una cabina della telecom, lo caccia dalla borsa, saluta tutti, sorride e va via dicendo che torna.

Alla fine il direttore mi fa

 "Sà, ma perchè non ti metti la camicia nei pantaloni che sembri un maniaco?".

Io mi gratto in testa e penso a quello che avrebbe potuto dirmi se m'avesse visto due minuti prima con la cerniera aperta che guardavo la mamma di britney.

 
 
 
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UTOTTOTTO STORIA SEMISERIE IN QUARANTATRE RIGHE

Utottotto è nato 19 anni fa nell'ospedale di Padre Pio e si è diplomato nella scuola in cui ha studiato Wladimir Luxuria. Come qualcuno può dedurre abita nella città natale  di  Pulsatilla e Renzo Arbore.

Porta il cognome di un noto cantante napoletano, sua madre quello di un poeta recanatese che ha passato tutta la sua vita prendendo freddo ad una finestra guardando una certa Silvia che non se l'è mai filato. Il poeta in questione dopo essere andato in bianco ha scritto "il passero solitario".

Il nome di Utottotto ricorda vagamente quello di un pittore che disegnava orologi fusi e giraffe in fiamme, convinto di essere portato per la pittura a 15 anni ha partecipato ad un paio di mostre collettive, suscitando solo l'interesse di un paio di avanguardisti (evidentemente miopi) e una ciurma di bambini che tuttavia non hanno comprato manco un quadro... (sottigliezze)

appesi i pennelli al chiodo e i quadri alla gola è finita la parentesi dandy.

Dopo aver scoperto che il suo avo recanatese è stato uno dei primi giornalisti italiani è entrato nella redazione di un giornale culturale

Ora spera solo di non fallire nel campo "letterario" altrimenti gli resta solo da cantare la neomelodica napoletana come il cantante con cui condivide il cognome.

 

se vuoi insultarmi, conoscermi, chiedermi qualcosa la mia mail è whoisuto88[chiocciola]libero[punto]it
 
 

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