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Open Space

Post n°8 pubblicato il 18 Giugno 2010 da rtsindacato
 

Fonte: miojob.repubblica

Anche il più sereno degli uffici, ciascuno può testimoniarlo, finisce per trasformarsi in un piccolo inferno quotidiano. Soprattutto se gli spazi vitali, pure quelli beffardamente nominati "open space", sono circoscritti e ridotti di fatto all'essenziale. Soprattutto se le persone, con cui si condividono minute superfici immobiliari, mostrano quotidianamente di non avere misura, né nei gesti né nelle parole.

A svelare, una volta ancora, quello che irrita di più e rende meno tranquilla la giornata di chi passa tutto il tempo in ufficio, sono i risultati di un sondaggio realizzato da Monster, il sito di recruiting online. Secondo quanto confessato dagli impiegati, a toccare i nervi sono sopratutto l'eccessiva vicinanza con i colleghi e le tante parole, raramente ancorate al concreto mondo dei fatti, pronunciate dai manager. Lo spazio vitale è talmente percepito come sotto assedio che quattro dipendenti su dieci hanno confessato di provare profonda irritazione proprio quando si ritrovano a dovere sopportare le reiterate invasioni da parte di quei colleghi che non sanno trattenersi, con carte e documenti, chiacchiere e opinioni, nei "limiti" della propria scrivania.

I nuovi "vicini". Gli uffici sono una specie di micromondo che mette a confronto, forse di più di quanto non avvenisse prima, quasi spietatamente, gli uni con gli altri. Sia perché sono divenuti più ampi e capienti di prima. Sia per le piccole trasformazioni sociali che hanno portato i colleghi di lavoro a divenire, per un crescente numero di persone, i nuovi "vicini". L'ufficio quasi come l'unica opportunità di contatto sociale, l'unica occasione per incontrare persone e provare a farsi dei nuovi amici. Quelli a cui chiedere consigli o favori. Così anche, inesorabilmente, quelli a cui fare dispetti e per cui provare l'invidia tipica di chi si osserva vicendevolmente con un'insistenza che rischia, alle volte, di divenire ossessiva.

Chiacchiere di fondo. Questa contiguità onnipresente sembra tanto concreta che tra le altre cose che più danno fastidio, c'è il rumore di fondo formato dal chiacchiericcio e dal confabulare, al telefono per lo più, dei tanti colleghi sparsi, ma vicinissimi e non "insonirizzati", nell'apparentemente ampio open space. E quando qualcuno si spinge a chiedere di fare più piano o di smetterla con quel caos, sembra di rivedere le scene di condominio tra vicini di casa. I risultati di Monster confermano, d'altronde, quanto svelato in una ricerca realizzata qualche tempo fa dal Politecnico di Bari secondo cui le persone, che lavorano negli uffici a pianta aperta, sono infastidite soprattutto da telefonate e dai dialoghi dei vicini di posto.

Le parole che non dicono. Dopo i colleghi, come se da soli non bastassero, ci sono i superiori a suscitare una buona dose di irritrazione. Soprattutto i loro discorsi "effimeri" e le promesse "inconsistenti". Le tante parole dette. Sono proprio i pronunciamenti della dirigenza a infastidire il 32 per cento degli impiegati. Che siano sussurrate a fine anno, in occasione dell'usuale rito di auguri, che siano dette in un corridoio durante un incontro causale o quando ci si riunisce per discutere di un progetto in corso di realizzazione, quasi non conta. Danno, a un terzo di chi vive in ufficio, quasi sempre fastidio. Anche per i termini utilizzati, di frequente, non comprensibili e, forse, volutamente, poco chiari ed elusivi.

Troppe riunioni. Ed ecco l'altro degli ostacoli che gli impiegati si ritrovano a dovere superare nel loro tentativo, spesso vano pure loro malgrado, di rendere produttivo il tempo tracorso in ufficio: le riunioni. Incontri e meeting che si susseguono nell'arco della giornata e della settimana. Occasioni di confronto, di comunicazioni, di soluzioni di problemi che spesso in realtà, forse per la disorganizzazione con cui si svolgono il più delle volte, o per l'eccesso di frequenza con cui vengono indette, che finiscono per rendere più difficile quello che dovrebbero rendere più facile. Così a un impiegato su sei non resta che provare stress e frustrazione per queste occasioni mancate.

Le vie di fuga. Tra i suggerimenti proposti dagli autori del sondaggio, quando non c'è altro modo di evitare i "rumori da ufficio", c'è quello di utilizzare delle cuffie. Si ascolta della musica e non si infastidice nessuno. Quanto alle riunioni, si dovrebbe cercare di parteciparvi solo quando la propria presenza è davvero necessaria. Bello sarebbe se fossero davvero sufficienti questi consigli a rendere più serena la vita in ufficio.

 
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