Poet's Heart oggi presenta uno dei poemi più noti del secolo scorso, agghiacciante per la sua freddezza quasi da manuale, ma che permette di dare uno sguardo alla situazione odierna dell'uomo e fare qualche riflessione su ciò che ci può riservare il futuro. Autore del testo (che qui riportiamo tradotto per facilitarne la comprensione) è un ufficiale della Royal Navy, divenuto in seguito copywriter pubblicitario e quindi non un professionista del verso in senso stretto: Edwin Brock.
5 Modi per uccidere un uomo
Ci sono molti ingombranti modi per uccidere un uomo. lo puoi far portare un'asta di legno sulla cima di una collina e inchiodarcelo. per farlo correttamente hai bisogno di una folla di persone che indossano sandali, un gallo che canta, un lenzuolo per asciugare, una spugna, dell'aceto e un uomo con un martello per inchiodarlo.
oppure puoi prendere una barra d'acciaio, preparata in un modo tradizionale, e tentare di perforare la gabbia di metallo che indossa. ma per fare questo hai bisogno di cavalli bianchi, alberi inglesi, uomini con archi e frecce, almeno due bandiere, un principe e un castello dove poi avrai il tuo banchetto.
se vuoi fare a meno della nobiltà, puoi, se il vento lo permette, fargli respirare del gas, ma dopo hai bisogno di un miglio di fango con delle fosse, per non parlare di stivali neri, crateri fatti da bombe, ancora del fango, ratti con la peste, una dozzina di canzoni e dei strani cappelli rotondi fatti d'acciaio.
In un' era di aeroplani, puoi volare per miglia sopra le tue vittime e disporre di loro semplicemente toccando un piccolo bottone. tutto quello di cui dopo hai bisogno é un oceano che ti separa dalle tue vittime, due diversi sistemi di governo, scienziati, delle fabbriche, uno psicopatico e della terra di cui nessuno ha bisogno per qualche anno.
queste sono, come ho detto all'inizio, ingombranti modi per uccidere un uomo. Più semplice diretto e molto più accurato é vedere che sta vivendo da qualche parte nel mezzo del ventesimo secolo, e lasciarlo li.
Le strofe ci forniscono diversi quadri che illustrano come l'uccisione di un uomo nel passare del tempo è diventata un atto sempre più semplice. Nella prima si parla della Crocifissione di Gesù che richiede alcuni attrezzi e non presenta, come in tutto il resto dello scritto, alcuna emozione. La seconda ci porta nel medioevo, al tempo dei cavalieri, poi arriviamo alla prima guerra mondiale con la pratica crudele dei gas asfissianti e gli orrori delle trincee. Anche qui nessuna traccia di umanità, solo una lista di drammatici "ingredienti".
La disumanizzazione procede nella quarta strofa con il riferimento ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki nella seconda guerra mondiale. Ma tutti questi metodi sono ancora ingombranti, molto più facile è vedere la nostra vittima che vive da qualche parte ai giorni nostri e lasciarla lì.
Ecco la disperazione della vita come la conosciamo oggi, ecco il vero tema che è la perdità di umanità. Per sopravvivere tra tante brutture, con notizie quotidiane di bambini che muoiono di malattie e denutrizione, persone vittime di intolleranza di ogni tipo, omicidi, suicidi per mancanza di lavoro, idiozia umana che lavora a distrugger la sua stessa specie, abbiamo dovuto desensibilizzare noi stessi.
Noi, uomini comuni spesso siamo impotenti di fronte a tanti mali che affliggono l'umanità, ma non per questo dobbiamo tacere, anzi, proprio per cercare di contare qualcosa dobbiamo contrastare la nostra morte spirituale e resuscitare la nostra umanità morente.
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Inviato da: dora.forino_1944
il 02/09/2014 alle 10:58
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il 28/03/2014 alle 09:25
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