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L'ALBATRO di Charles Baudelaire

Post n°23 pubblicato il 28 Maggio 2013 da Cuore_del_poeta
 

 

 

L'ALBATRO di Charles Baudelaire


Spesso, per divertirsi, i marinai
Prendono degli albatri, grandi uccelli di mare
che seguono, compagni indolenti di viaggio,
le navi in volo sugli abissi amari.

L’hanno appena posato sulla tolda
e già il re dell’azzurro, goffo e vergognoso,
pietosamente accanto a sé strascina
come fossero remi le ali grandi e bianche.

Com'è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!
E comico e brutto, lui prima così bello!
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi zoppicando, fa il verso allo storpio che volava!

Il poeta è come lui, principe dei nembi
Che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
fra le grida di scherno esule in terra,
con le sue ali da gigante non riesce a camminare.

(C. Baudelaire, I fiori del male e altre poesie,
traduzione di G. Raboni, Einaudi, Torino 1987).


Una delle poesie che più amiamo
è questa lirica di Baudelaire
-poeta francese del diciannovesimo secolo-  
facente parte della raccolta
     "I fiori del male".

In essa, seguendo i dettami
del simbolismo decadente,
egli paragona il poeta all'albatro. 

Afferma che l'uccello
regna nel cielo azzurro con le sue grandi ali,
ma nel momento in cui scende in terra
sono proprio queste ad impedirgli
      di camminare e a renderlo goffo. 

Così come capita al poeta
che viene schernito  per la sua grandezza
quando si cala nella realtà, tra la gente comune.
La sua sensibilità e la sua profondità d'animo
sono le ali che gli permettono di volare,
ma la società, dominata dalla legge
dell'interesse, della produttività,
del senso pratico e anche spesso
corrotta e falsamente moralista
vede l'artista come il diverso,
improduttivo e come tale
da ridicolizzare
e tenere a distanza.


Ciò che ci piace, però,
è che il poeta è consapevole
della sua diversità e rivendica
con orgoglio il suo prestigio.
Pensiamo che si possa estendere il discorso
a tante situazioni della realtà quotidiana
in cui capita di sentirsi incompresi:
è questo caso il caso in cui  Baudelaire
ci sprona a pensare all'albatro
 e a non aver paura. 

Crescere è la più grande avventura
 dell'uomo e non finisce mai.
Con il tempo ci si stabilizza nella statura
e nella figura, ma interiormente,
per tutta la vita avremo prove da superare.

Dopo ciascuna, però,
saremo un po' più grandi e più forti...


 

 
 
 
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