STRISCE BIANCONERE

TORINO
Costrette a scrutarsi da lontanissimo quando rotola il pallone, con i bianconeri occupati a scalare la B e i nerazzurri imperanti su una A «modesta e noiosa» (copyright, Giovanni Cobolli Gigli), Juve e Inter si trovano invece allo stesso tavolo quando s’affacciano le polemiche. Pesando le parole scagliate fin qui, l’analisi è presto stampata: semplicemente, non si sopportano. Dallo scudetto staccato dalle maglie juventine, e appiccicato su quelle dei colleghi, al governo della Federcalcio: si stava profilando la candidatura di Moratti per la carica di vicepresidente vicario? Spiacenti, la Juve preferirebbe Matarrese.

L’elenco dei bisticci, ieri, s’è allungato con le parole dell’amministratore bianconero Jean-Claude Blanc, solitamente pacatissimo, nei modi e nei toni. «L’Inter? - ha detto il dirigente in un’intervista che sarà pubblicata su «L’Espresso» - Inelegante. Nessuna partita del campionato 2005-06 è stata messa sotto indagine. Arrivare terzi e prendersi lo scudetto è stato un passo, diciamo, molto grande. Noi non l’avremmo fatto di sicuro». Tradotto: potevate evitare di prendervi il tricolore. Passato un pomeriggio di consulti, dopo aver letto la dichiarazione, da casa Inter hanno scelto la replica soffice: «È evidente - hanno fatto sapere i vertici del club - che ancora una volta non siamo noi, ma altri, a creare polemiche».

Il fastidio e l’arrabbiatura sono evidenti. Da Moratti in giù. L’unico volto a incrociare le telecamere è stato quello di Sinisa Mihajlovic, che, innescato sulla noia del campionato, ha indirettamente risposto al presidente bianconero: «È colpa nostra se il campionato è noioso - ha detto il vice di Roberto Mancini - semplicemente siamo troppo più forti degli altri. E anche con la Juve in serie A non cambierebbe tanto. Mi auguro per loro che possano essere promossi, così il prossimo anno ci affronteremo di nuovo in serie A. Penso comunque che l’Inter sarà la squadra da battere anche la prossima stagione. Abbiamo fatto un grandissimo campionato, difficile da ripetere».

Il duello, che ora pare eterno, forse s’accese in quella sera di fine luglio, quando i tre saggi di Guido Rossi consegnarono l’ultimo scudetto all’Inter. E Moratti festeggiò, lasciando pendere una bandiera dal balcone e stappando una bottiglia di champagne: «Sono altri che dovrebbero vergognarsi», disse. Da lì in poi, però, ogni domanda s’è trasformata in una fionda: «Cosa rispondo a chi dice che questo campionato dell’Inter vale meno per la mancanza dei bianconeri e per le penalizzazioni? - raccontò Moratti due settimana fa - ma è una fortuna della Juve mancare in questo torneo». Non fosse stato chiaro, sottolineò: «Non ho nessuna nostalgia dei bianconeri. Con tutto il rispetto per gli attuali dirigenti, spero che per l’Inter il prossimo campionato abbia lo stesso andamento». Erano bastate poche ore, per la risposta di Cobolli Gigli: «Di sicuro - aveva detto il presidente della Juve - non mi cambierei con Moratti. Però su una cosa ha ragione: Buffon ce lo terremo stretto».

Non bastassero i campi di battaglia, infatti, negli ultimi mesi s’è aggiunto il futuro di Gigi Buffon, per il quale pure l’Inter, insieme a un’altra decina di squadre, ha fatto un pensiero. Dopo Vieira e Ibrahimovic, però, i bianconeri vorrebbero chiudere il casello autostradale verso Milano: «Non abbiamo alcuna intenzione di cedere Buffon - aveva subito chiuso la porta Cobolli Gigli - men che meno all’Inter».