STRISCE BIANCONERE
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Non vado a lavorare come un uomo solo, perché non sono un uomo solo. Questo nuovo cda, però non è un nuovo ciclo: il ciclo riaperto nel 2006 si chude solo con un ritorno alla vittoria. E noi vinceremo. Abbiamo tutto per farlo, e farlo con un calcio sostenibile. Nomi per il futuro? Sono stati fatti nomi validi,ma questa squadra. Se ci sarà bisogno di migliorare, lo faremo,anche se oggi siamo organizzati bene». Così Jean Claude Blanc che sarà nominato nuovo presidente della Juventus dal consiglio di amministrazione attualmente in corso, parla del suo prossimo impegno. «Sono un uomo dello sport, sono un manager e questi 3 anni che ho trascorso nel mondo del calcio e come se fossero molti di più. Capisco che l'apprezzamento non può essere di tutti e rispetto queste opinioni. Voglio però dire che non andrò a lavorare come un uomo solo, oggi abbiamo l'opportunità di votare un consiglio di sette persone che lavoreranno insieme, andranno a fondo sugli argomenti strategici della società con una discussione viva e costruttiva. Non sono un uomo solo - ha ribadito ancora - perché ho una struttura che lavora con me fondata su tre pilastri: lo sport, gli accordi commerciali, la parte finanziaria e sono convinto che una società moderna di calcio non si può governare da soli». (Tuttosport) |
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PRIMO GOAL
Eri poco più di un ragazzo quando ti buttarono dentro al tuo primo campo di calcio di serie A.
In quel momento, quando il Trap ti disse:"Dai, scaldati che tocca a te", tu non sapevi che pensare, un groppo in gola, le gambe che tremavano, ma ti facesti coraggio.
Alzarsi dalla panchina e iniziare il riscaldamento, una corsa verso l'ignoto.
Pensasti a tuo padre, a tua madre, al fratello che ti aveva sempre sostenuto, ai tuoi amici più cari ai quali sarebbe venuto un'infarto nel vederti entrare in campo, ma dopo c'era solo l'ignoto.
Non sapevi a cosa seresti andato in contro dentro quel campo da calcio, eppure il terreno di gioco l'avevi calpestato migliaia di volte, in quel momento ti sembrava fosse la prima volta che ti capitava di giocare...
Pensare a cosa fare, a come doverlo fare, pianificando tutto nei minimi dettagli, e poi l'arbitro fischiò…toccava a te.
Baggio ti sorrise e strizzò l'occhio, Moeller ti guardò impassibile, Ravanelli ti battè il 5..:"e adesso?.....cosa ne sarà di me", ti chiedesti?...Dribbling di Julio Cesar, palla a Marocchi che dà subito a Baggio,il quale lancia la palla in profondità, sui tuoi piedi..Goal..si Goal...non sapevi cosa fosse...gioia, emozione...cuore gonfio di sentimenti che passano veloci confusi nella mente e nell'animo che sembra poter volare
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