STRISCE BIANCONERE

Se ancora ci fosse stato qualche dubbio, ieri è caduto. Alessandro Del Piero sente di avere davanti un radioso futuro. In campo, prima di tutto, ma anche nel reparto extracalcistico della sua vita. Per questo ha messo in piedi insieme al fratello Stefano, che da dieci anni lo affianca, una struttura possente all’altezza delle sue ambizioni e del suo voler essere sempre al vertice. Da oggi sarà la società Edge, di cui Stefano, 42 anni, è amministratore unico, ad occuparsi di tutto: contratti con gli sponsor, investimenti mobiliari e immobiliari, varie ed eventuali. «Una società focalizzata su mio fratello» come ha spiegato Del Piero senior. Il tutto di volta in volta attraverso la consulenza dei massimi specialisti dei singoli settori, perché Alex pretende il meglio e spiega: «Stefano mi cucirà un vestito su misura. Sarà il mio ambasciatore del cuore come diceva Cuba Gooding jr nel film Jerry Maguire».

Intanto l’opera sartoriale più complessa è quella di modellare il nuovo contratto che Pinturicchio sta trattando con la sua squadra del cuore. Una volta la parte economica era affare di Claudio Pasqualin che nel 1999 gli fece incassare 5,7 miliardi di lire a stagione, tanto che Umberto Agnelli disse: «In pratica l’abbiamo ricomprato». Poi subentrò la Compact dei fratelli Mijakawa. Grande lavoro per farlo diventare un personaggio di livello mondiale e per firmare il nuovo contratto nel 2003, quello da 5 milioni di euro. Fu annunciato comprando una pagina di giornale con lo slogan «un cavaliere non lascia mai la sua Signora».

L’ultima puntata è di questi giorni. Del Piero pretendeva ancora maggior attenzione attorno a sè e per questo ha optato per una soluzione più casereccia, ma di assoluta fiducia. Fa tutto Stefano, che l’altro ieri si è incontrato con Secco. Nulla di definito ancora, ma non si andrà troppo per le lunghe perché, parola di Alex, «non sarà una telenovela, anche se deve essere un contratto con contenuti importanti». Problema di soldi? Ecco la frecciata di Del Piero: «Non è una questione economica, altrimenti avrei guardato altrove già l’anno passato. Di sicuro non è in ballo il mio futuro post calcistico».

Cosa chiede Del Piero? La riduzione dell’ingaggio attorno ai quattro milioni contro i cinque attuali abbiamo visto che non è un problema. Siccome non è «un contratto di fine carriera», e questo è stato ripetuto più riprese, Alex chiede soprattutto considerazione e stima non soltanto a parole. Quella che, secondo lui, merita un campione ancora integro e pronto a tutto. «Cerchiamo di capire se c’è coerenza fra parole e fatti», ha spiegato Stefano. E Alex ha completato il concetto: «La società da oltre un anno dice cose bellissime nei miei confronti. Se si tramutano in realtà, tutti i problemi saranno superati. La mia volontà è di rimanere e siccome non sono uno che si limita a timbrare il cartellino, questo va premiato. Devo sentirmi parte di qualcosa di grande. Non mi serve un contratto per un anno o due, da dieci partite a stagione».

Grande è sicuramente la sua autostima visto che pensa di giocare il Mondiale dei 2010. Qualcuno dubita di lui, ma Del Piero rifiuta etichette frettolose: «Ho sempre lavorato per migliorare e lo farò ancora per diversi anni. Sono in forma l’ho dimostrato nella prima parte della stagione. Sono pronto per giocare a Cagliari e anche per la Nazionale». Ranieri ha parlato di un Del Piero da «gestire con attenzione». Per ora Alex non ci bada: «Siamo alla seconda giornata, vedremo la situazione più avanti, quando si faranno delle riflessioni. Se Ranieri ha parlato è perché riteneva opportuno farlo. L’importante è che giochi, se sto bene».