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Juve 5 Samp 1...Il campionato è servito

Post n°310 pubblicato il 29 Ottobre 2009 da goblins76
 

Operazione sorpasso effettuata. La Juve rifila un secco 5-1 alla rivelazione Samp e si lancia all’inseguimento dell’Inter. Tutto piuttosto facile per i bianconeri a segno due volte con Amauri e una con Chiellini, Camoranesi e Trezeguet in una serata in cui la squadra di Gigi Del Neri non brilla e Cassano non punge.

Ferrara risolve il dubbio Felipe Melo-Poulsen a favore del brasiliano e recupera Amauri, in forse per la febbre fino a poco prima del match. Del Neri perde capitan Palombo per problemi muscolari e al suo posto a centrocampo gioca l’argentino Tissone. Partita combattuta: all’11’ la prima palla gol è per la Juve con un colpo di testa di Chiellini sul quale si oppone con una gran parata Castellazzi salvandosi in angolo. Al 13’ la replica doriana con cross rasoterra di Cassano e provvidenziale chiusura in angolo di Buffon su Ziegler, che aveva battuto sul tempo Cannavaro. Non ci sono grosse occasioni da rete e la Juve sblocca il risultato su palla inattiva al 26’: angolo di Giovinco, Amauri ci prova di testa, la palla gli resta li e supera Castellazzi con un rasoterra; terzo gol consecutivo per il brasiliano, ormai definitivamente sbloccato.

Al 37’ cross dalla trequarti di Grosso, Amauri colpisce ma la palla è lenta e finisce a lato. Del Neri prova a cambiare, sostituisce Zauri, arretra Ziegler e inserisce Bellucci dietro a Cassano e Pazzini. Al 42’ però la Juve raddoppia; Amauri si fa spazio sulla sinistra scartando Stankevicius, Gastaldello rinvia goffamente e la palla arriva in mezzo per Chiellini che ribadisce in rete. Ad inizio ripresa i bianconeri sfiorano il tris: punizione di Diego e palla nell’area affollata dove Lucchini anticipa per un soffio Amauri. Il gol non tarda ad arrivare al 5’: Diego serve Giovinco che entra in area da sinistra, palla bassa per Camoranesi che di piatto insacca. Al 18’ il 4-0: cross di Camoranesi da destra e colpo di testa vincente di Amauri. Al 20’ la Samp accorcia le distanze grazie al solito Pazzini che di testa anticipa Cannavaro su cross di Cassano. Al 44’ a chiudere i conti per il 5-1 finale ci pensa David Trezeguet con un preciso colpo di testa su cross di Grosso.

 

Ciro Ferrara è raggiante: «Certo, penso che sia stata la miglior prestazione della stagione. Sì, molto meglio delle partite di Roma e di Genova. I ragazzi hanno fatto il massimo sfoderando una grande prova collettiva. I 5 gol sono importanti, compresi i due di Amauri, ma più di tutto contano il gioco e la voglia di non mollare nulla, dall’inizio alla fine».

Dunque una grande prova che arriva dopo un periodo non privo di critiche. «Venivamo da alcuni risultati negativi e forse questo condizionava la squadra - racconta il tecnico bianconero -. Ci stiamo riprendendo e spero si continui su questa squadra perché questo è lo spirito-Juventus. Forse, come dicevano Buffon e Chiellini, mancava lo scoccare di una scintilla che ci facesse reagire dopo i risultati negativi».

Il campionato ne guadagna, finalmente è tornata la Juve. Si era persa, avviluppata in calcio lento e indigeribile: sguardi preoccupati si incrociavano dalle parti di Vinovo, le rivoluzioni arrivano sempre al momento del dubbio. Se quello visto contro la Sampdoria, fino a ieri sera la seconda forza della serie A, non è stato un meraviglioso incendio di paglia, la notte è passata e si torna a ragionare sul duello con l’Inter che è ancora la più forte ma può restare sotto il tiro di una squadra che ha ridotto la Samp a una sogliola, sotto il peso di un 5-1 che poteva essere più largo.

Amauri, in dubbio fino all’ultimo per un attacco di febbre che l’aveva colto in mattinata, ha segnato la svolta, gli altri gli sono arrivati quasi alla pari in una partita perfetta e che sarà difficile ripetere con la stessa efficacia. Lippi ha sicuramente goduto nel vedere un match che premiava le sua scelta di aspettare il passaporto di Amauri e di ignorare Cassano. Siamo davvero sfortunati. Abbiamo osservato Cassano contro l’Inter e contro la Juve e non ha mai visto la palla, quasi che riservasse le fantameraviglie per i parenti poveri e le lasciasse nello spogliatoio contro i più forti. Il sospetto è lecito. Le zampate di Cannavaro, Chiellini e soprattutto di Felipe Melo a centrocampo hanno tolto a Cassano la voglia di sorridere, se non di parlare.

Amauri invece ha realizzato il gol dell’1-0 e consegnato al tumultuoso Chiellini la palla per il raddoppio, poi ha segnato ancora (quarta rete in quattro partite) a conferma che gli attaccanti possono restare dentro al tunnel per mesi ma quando ne escono infilano una giocata dopo l’altra. Sarà più tranquillo il dirigente federale che poche settimane fa, nel pieno della crisi, si chiedeva se fosse il caso di aggiungere l’oriundo juventino a una batteria di punte che in Nazionale non segnavano più.

Insieme a Cassano, e persino prima di lui, la Samp si era sciolta. Per quanto Palombo sia importante nell’equilibrio dei blucerchiati, non si può pensare che la sua assenza abbia stravolto la squadra che qualche bello spirito ha accostato alla squadra felice e vincente di Vialli e Mancini. Vale quanto pensano da sempre Marotta e Del Neri: arrivare in Europa è l’obiettivo massimo, forse ci saranno altre serate come questa in cui i limiti di un organico buono, non straordinario, emergono. Quanti palloni buttati in tribuna abbiamo visto sotto la pressione di una Juve determinata e aggressiva come non la vedevamo dal match di Marassi contro il Genoa.

Forse sente l’aria di quella città: Ferrara se ne faccia inviare una bottiglietta, come l’acqua benedetta del Trap. Sta di fatto che, dopo dieci minuti guardinghi, i bianconeri hanno macinato gioco con un’intensità impensabile a tre giorni dalla "slow motion" di Siena. Stessa disposizione tattica vista contro il Maccabi (una punta sola davanti a tre mezzepunte) ma una resa enormemente superiore perché sono gli uomini, non le formule, che vanno in campo. La pressione iniziava da Melo, rimessosi a tempo di record dall’infortunio alla caviglia, e Sissoko; si diramava con la regia offensiva di Diego, cui la Samp teneva il guinzaglio largo. La Juve si muoveva insieme, manovrava in velocità, dava più soluzioni al portatore di palla. Diego, aveva due compagni capaci di dialogare con lui: Camoranesi e Giovinco, in gran spolvero soprattutto nella ripresa.

L’assoluta pochezza dei contrattacchi doriani, spezzati da Cannavaro e da Chiellini, aumentava la convinzione juventina cui mancava solo il gol per concretizzarsi. Arrivava al 26’ ed era il meno bello. Ancora un calcio piazzato di Diego, dall’angolo, mischia, palla in caduta vicino ad Amauri, il più lesto a colpire. La serata del brasiliano cominciava bene e proseguiva al 42’ con l’assist dal fondo per il gol di Chiellini: azione di pura forza cominciata proprio dall’esuberante anticipo del difensore pisano a centrocampo. Era la fine. La ripresa avrebbe accentuato il dominio juventino, arrivavano tre gol belli ancora su azione (grande quella lanciata da Diego e finalizzata benissimo da Giovinco per Camoranesi). Lo spunto di Pazzini, di testa in anticipo su Cannavaro, era l’unica traccia della Samp che doveva arrivare a Torino e invece si era fermata a qualche casello

( La Stampa)

 
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Eri poco più di un ragazzo quando ti buttarono dentro al tuo primo campo di calcio di serie A.

In quel momento, quando il Trap ti disse:"Dai, scaldati che tocca a te", tu non sapevi che pensare, un groppo in gola, le gambe che tremavano, ma ti facesti coraggio.

Alzarsi dalla panchina e iniziare il riscaldamento, una corsa verso l'ignoto.

Pensasti a tuo padre, a tua madre, al fratello che ti aveva sempre sostenuto, ai tuoi amici più cari ai quali sarebbe venuto un'infarto nel vederti entrare in campo, ma  dopo c'era solo l'ignoto.

Non sapevi a cosa seresti andato in contro dentro quel campo da calcio, eppure il terreno di gioco l'avevi calpestato migliaia di volte, in quel momento ti sembrava fosse la prima volta che ti capitava di giocare...

Pensare a cosa fare, a come doverlo fare, pianificando tutto nei minimi dettagli, e  poi l'arbitro fischiò…toccava a te.

Baggio ti sorrise e  strizzò l'occhio, Moeller ti guardò impassibile, Ravanelli ti battè il 5..:"e adesso?.....cosa ne sarà di me", ti chiedesti?...Dribbling di Julio Cesar, palla a Marocchi che dà subito a Baggio,il quale lancia la palla in profondità, sui tuoi piedi..Goal..si Goal...non sapevi cosa fosse...gioia, emozione...cuore gonfio di sentimenti che passano veloci confusi nella mente e nell'animo che sembra poter volare

 

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