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Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 28 Gennaio 2006 da bella_segretaria
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STORIA DI TRIESTE

La storia di Trieste è un intrecciarsi di miti e leggende, fughe e passioni, razze, culture e popoli, vicende dolorose e storie di raffinata mondanità, successi, fallimenti e sorprendenti contraddizioni, vite di artisti, traffici commerciali e riti pagani.
Del suo passato più lontano - in verità - si perdono le tracce, ma qualche indizio è ugualmente arrivato fino a noi: secondo gli studiosi, infatti, i più antichi abitatori di queste terre si sarebbero stabiliti nelle grandi grotte carsiche dell'altopiano già verso la fine dell'era glaciale.
È tuttavia nel secondo millennio avanti Cristo che cominciarono a prendere forma, sulle cime dei colli, i primi veri villaggi, detti castellieri, circondati da più file di mura quale mezzo di difesa non tanto nei confronti degli invasori quanto degli orsi che popolavano numerosi la zona. Abitati da genti illiriche di stirpe indoeuropea e da minoranze di veneti e gallo-celti, questi villaggi si trasformarono ben presto in un eccezionale nodo commerciale, porta naturale tra occidente e oriente, mare e terra.
E fu proprio uno di questi castellieri, con ogni probabilità - forse quello che dominava il territorio dall'attuale colle di San Giusto, oggi sede della cattedrale - a dare origine al borgo. Il suo stesso nome, derivato dal latino Tergeste, confermerebbe quella che per secoli è stata la sua grande vocazione: "terg" è infatti una radice paleoveneta che significa mercato, mentre "este" altro non è che la città. Non mancano poi le leggende: da queste parti - raccontano i testi antichi - approdarono Giasone e gli Argonauti in cerca del mitico Vello d'oro e qui, da Troia in guerra, sbarcarono Antenore e Diomede.
Poi vennero i romani: l'area fu conquistata e, nel 52 avanti Cristo, Tergeste divenne una colonia della città eterna. I traffici commerciali crebbero vertiginosamente e con loro, in particolare intorno al primo secolo dopo Cristo, si avviò un forte sviluppo architettonico. Sono numerosi i resti di quegli anni ancora esistenti: l'
Arco di Riccardo, il Teatro Romano, le ville patrizie, la Basilica Forense.
Il crollo dell'Impero segnò un periodo di grande incertezza. La chiesa triestina si raccolse attorno a figure eroiche come Giusto, poi divenuto patrono della città, ma non fu sufficiente a evitare le ripetute incursioni barbariche e il passaggio del territorio nelle mani dei Goti, dei Longobardi, dei Bizantini, dei Franchi. E le cose non andarono meglio durante il Medioevo, finche i violentissimi combattimenti per il controllo dell'Adriatico non condussero Trieste a un atto di spontanea dedizione all'Impero Austro-Ungarico, ovvero al duca Leopoldo d'Austria.
È il 1382, una data che segna l'inizio di un legame indissolubile fra Trieste e gli Asburgo. Un legame fatto di odio e amore, rispetto e sottomissione. E proprio gli austriaci, cui molti triestini sono ancora uniti da sentimenti contraddittori, fecero costruire - fra il 1470 e il 1630 - il castello sul colle di San Giusto, divenuto oggi uno dei simboli della città.
Per volontà della casa d'Austria, grande potenza multinazionale, Trieste si trasformò in fretta da piccolo borgo marinaro a grande porto europeo e, salvo alcune brevi parentesi di dominio veneziano, spagnolo e infine napoleonico, rimase assoggettata agli Asburgo fino al 1918.
Arrivarono commercianti, imprenditori e avventurieri da tutto il mondo, vasti tratti di mare furono interrati e la città, radicalmente ristrutturata nel Settecento dall'energica imperatrice Maria Teresa, si espanse fino a contare, alla metà del XIX secolo, oltre 150 mila abitanti. Vi si stabilirono grandi compagnie di assicurazione e navigazione. Cantieri e fabbriche aprirono i battenti.
Trieste, divenuta il porto della grande Vienna, faceva le bollicine, traboccava di iniziative economiche e culturali. Migliaia di persone, provenienti dalla Grecia, dalla Turchia e da altri paesi più o meno distanti, diedero vita a una comunità multietnica come poche altre in Europa, offrendo ospitalità a tutti i principali culti religiosi e alle rispettive chiese, ancora oggi esistenti. E poi l'arte: qui vissero letterati come
Italo Svevo, Scipio Slataper, Rainer Maria Rilke, James Joyce. Un'atmosfera carica di fascino, carisma e mistero, che ancora oggi si respira passeggiano per le vie di Trieste o frequentando locali storici come gli antichi caffè o la libreria che fu del poeta e intellettuale Umberto Saba.
Ma sensibili ai movimenti irredentisti che percorrevano l'Europa, molti triestini aderirono alle imprese garibaldine e alle guerre risorgimentali e, alla fine della prima guerra mondiale, la città tornò italiana.
Le sorprese, tuttavia, non erano finite. Il secondo conflitto portò infatti con se nuove tragedie. L'Italia perse la guerra e Trieste fu invasa dalle truppe jugoslave del maresciallo Tito e migliaia di italiani contrari al regime comunista furono sotterrati vivi in profonde cavità carsiche chiamate
foibe. Solo l'intervento delle truppe alleate spezzò l'incubo e la città, in un misto di euforia e disorientamento, rimase sotto il controllo del governo militare statunitense fino al 1954. In quell'anno Trieste tornò finalmente e definitivamente alla madre patria, divenendo il capoluogo della più piccola provincia italiana e della regione Friuli-Venezia Giulia.
La partenza degli americani, però, segnò un altro periodo difficile. Molti posti di lavoro andarono perduti e si avviò una progressiva deindustrializzazione del territorio. La crisi del porto e lo spirito indubbiamente poco imprenditoriale dei triestini fecero il resto, trasformando l'economia cittadina in un fenomeno del tutto anomalo. Riprendersi e ritrovare lo smalto di un tempo richiederà non poca fatica. E ancora oggi la percentuale di disoccupati, nella Venezia Giulia, è una delle più alte del nord Italia.
Solo negli ultimi vent'anni Trieste è stata capace di ritagliarsi nuovi spazi, divenendo la capitale della scienza e della ricerca in Italia, settore che attualmente dà lavoro a migliaia di giovani. Tra le varie istituzioni scientifiche che la città ospita, ci sono l'Area di Ricerca, uno dei più grandi parchi tecnologici d'Europa, il
Sincrotrone Elettra, il Centro internazionale di fisica teorica, il Laboratorio di biologia marina, il Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologia e molti altri, oltre a un'università all'avanguardia costruita negli anni Venti sotto il fascismo.

 
 
 
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Un blog di: bella_segretaria
Data di creazione: 19/12/2005
 

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