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ma porca miseria, è mai possibile che bisogna urlare in questa casa?!? appunti di un artista vicentino

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« arte bella e arte bruttaidealisti »

com'è inutile l'arte

Post n°178 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da EnricoDC_gallery

L'Arte è completamente inutile. Anzi, no.
Esiste un paradosso in questa affermazione che sistematicamente si ribalta ogni qualvolta la questione viene osservata da un'altra parte. Sotto il profilo della logica economica l'arte non ha nessun valore e nessuna voce in capitolo (..e attenzione a non confondere l'utilità accidentale dell'opera d'arte), ed è per questo che la valutazione del lavoro d'arte è pressochè affidata alla discrezionalità degli operatori del settore, cosa che comunque non trova nessun fondamento pratico se non nei percorsi che questa la distingue. E' questa la difficoltà dell'artista quando tenta di quantificare il valore della propria Arte, ricorrendo infine ai canoni del sistema dell'arte. E' invece chi 
rinnega l'Arte che poi ne fa sfoggio senza sapere che proprio tutto ciò è frutto di Arte. L'Arte non è solo forma, ma è anche sostanza. E' l'espressione della voglia di vivere che si trasmette attraverso il calore del cambiamento.
L'immagine dell'artista è spesso distorta e incompleta, proprio perchè viene misurata con i suoi profitti. Naturalmente l'incompatibilità tra arte e rendita è anche la scommessa di diversi artisti che sfidano i sistemi per percorrere la strada dell'espressione. Che è solo una via per realizzarsi.  

La logica capitalistica non prevede sentimenti, ma solo il benessere del piacere. questa visione del benessere risulta sfalsata da ciò che effettivamente genera il benessere psico-fisico.

Chi vivrebbe in un mondo senza colori e senza calore?
perché i geni artistici più incompresi e più grandi sono anche quelli più sofferenti?
Perché cercano quel calore che non riesce a riempire loro incolmabili vuoti esistenziali?

 
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Commenti al Post:
ciaobettina
ciaobettina il 25/02/09 alle 08:56 via WEB
Il bisogno di esprimere la propria creatività è insito nell'uomo, e l'aspirazione a circondarsi di cose belle è sempre esistita... ma il valore dell'opera d'arte non è quantificabile attraverso parametri razionali, non è misurabile utilizzando i nostri schemi logici. Forse l'arte è qualcosa di troppo grande per essere racchiusa nei nostri ristretti schemi mentali. Buon Compleanno!
(Rispondi)
 
 
EnricoDC_gallery
EnricoDC_gallery il 25/02/09 alle 18:10 via WEB
grazie, sei gentile. è un paradosso curioso: più uno rincorre il guadagno e più si allontana dall'arte. All'opposto più uno insegue l'arte e più si allontanerà dal guadagno! insomma, non c'è pace per i poveri artisti..
(Rispondi)
 
dianavera
dianavera il 09/04/09 alle 23:08 via WEB
É evidente che la convivenza fra gli individui richiede alcuni sbarramenti proprio negli individui stessi. Le carceri oscure della nostra anima in cui richiudiamo quel che minaccia la scorza sottile della nostra natura. Ogni giorno rimuovo un flusso di eventi e di sensazioni che mi avviliscono e mi feriscono. Senza queste rimozioni non sarei capace di alzarmi dal letto la mattina. Inferriate che ci separano dal caos. Un leggero strappo nella nostra pelle delicata fa sgorgare il sangue. Alla vista di un cuore messo a nudo, pulsante, la maggior parte delle persone si sente male. Un muscolo cavo, semplice, che lavora meccanicamente, provoca nell'osservatore affanno, sudorazioni, nausea, svenimenti. É quello stesso piccolo viluppo di carne e di sangue che prima - nascosto con discrezione dietro la superficie attiva dell'uomo, ricoperto dai lisci strati di grasso e da un'epidermide che attutisce ogni cosa - aveva assunto nella nostra coscienza un valore così alto ed era adatto a garantire il ventaglio di tutti i nostri sentimenti più belli. Come ci spaventerebbero le sedimentazioni alla base della nostra esistenza se fossero rese visibili. E a che scopo portare a galla quel che ci infastidisce, ci minaccia, ci rende impotenti. Scorie radioattive dell'individuo che rimarranno attive all'infinito, il cui fragore quasi impercettibile ci terrorizzerà e con le quali potremo vivere solo quando le caleremo, le serreremo e le affonderemo nei nostri recessi più profondi. Un tuffo nell'oblìo irrecuperabile." Christoph Hein, L'amico estraneo
(Rispondi)
 
Egure
Egure il 03/11/09 alle 23:33 via WEB
L'arte è qualcosa di puro, virginale. Innanzitutto perchè prende forma tramite un processo creativo, e perciò intatto e intonso di per sè. Se la dovessi astrarre penserei ad una biglia infuocata come l'idea che la genera, riflessa nel retro dell'occhio di chi la pensa. Un nucleo la cui vibrazione e sostanza trasparisce per via della sua forza di concetto, inesplicabile altrimenti ma da esternare. Tutto questo per dire che vedo questo nesso con il fascino che può provare il sistema di mercato per l'arte. Diventa davvero qualcosa di sfuggente e inconcepibile, perchè esula dalla logica materialistica. Paradossalmente scatta la sete d'acquisto per questi emblemi, il denaro quasi un viatico di comprensione concettuale. In effetti molti esprimono una critica d'arte con il prezzo.. I geni e gli artisti più grandi, non erano forse in fondo amati dai mecenati quanto le opere che generavano. Quasi come se l'opera prendesse poi vita a sè e si staccasse dalla matrigna -artista che l'ha cresciuta. Quella ricerca di calore io l'ho sempre letta come un immenso bisogno di condivisione e comprensione di tutto. E la sofferenza arriva quando il disincanto cade, e si comprende la disillusione di ognuno: le nostre paure.
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Egure
Egure il 04/11/09 alle 20:32 via WEB
Oggi ho riflettuto tanto su quest'ultima domanda che poni. Sul rapporto che c'è fra il prodotto artistico e questa ricerca. Pensavo che forse è un anelare continuo, una ricerca quasi senza meta, che sembra infinita ma che un punto centrico ce l'ha. Ed è noi stessi, ritrovarsi, ritrovarci. Gli artisti sono sempre persone molto sensibili, o questo è quel che credo, ed è la ferita con l'altro che cercano di sanare, scavando la materia, dipingengo altereghi, altri posti, luoghi di memorie non sopite..ma poichè è sempre immateriale ed effimero l'abbraccio a cui si va incontro, con una scultura, un dipinto, un'istallazione. Ecco che si continua il pellegrinaggio in noi stessi e verso il rapporto con il prossimo che evidentemente ci preme. Circostanziale. E se penso questo non mi stupisco del famoso Michelangelo - se chiese al Mosè - perchè non parli.. ieri notte prima di addormentarmi pensavo ad una frase che ho letto recentemente nel libro che sto leggendo e si dice che per guarire il nostro io interiore, abbiamo bisogno di fare esperienze con altri uomini. Possiamo anche abbracciare un albero, ma non è quello ad averci ferito, sono le persone..ed è con loro che dobbiamo confrontarci. Che pioggia, piove a Vicenza? E.
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EnricoDC_gallery
EnricoDC_gallery il 24/11/09 alle 11:56 via WEB
ieri alla radio dicevano che si innamora soltanto chi non ha speranze.. E gli altri sperano e sognano. La filosofia taoista unisce tutto in un unico sistema fatto di equilibri dove ad una cosa ne corrisponde un'altra. E' tutto un rincorrersi di sentimenti che alla fine.. sono solo dentro di noi. come tu dici è un pellegrinaggio in noi stessi (che bel modo di dire!). Com'è buffo credere che non esista simpatia o antipatia se non nella nostra testa. Il prossimo che ci passa davanti è sempre lo stesso..
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Egure
Egure il 28/11/09 alle 00:08 via WEB
Che radio ascolti? Io Capital. Uno spunto interessante comunque..ma non saprei, io di speranze ne ho sempre molte, anzi, forse sono illusioni, attenzione, significa fantasie e non delusioni, spesso le persone fanno coincidere le due cose. Io passo molto tempo a fare "pellegrinaggio in me stessa"..si lo trovavo proprio giusto come modo di dire, è quello che sento. Noi ci improviamo con noi stessi, ma in ogni caso anche col prossimo e riuscendo a vederci con gli occhi altrui potremo per un attimo conoscerci. Avere coscienza di sè è per ognuno uno stadio di vita differente, ed è questo che genera lo stato di confusione dell'esperienza con l'altro. La tua ultima frase è vera, bella e funziona da battuta..! E.
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EnricoDC_gallery
EnricoDC_gallery il 02/12/09 alle 17:50 via WEB
io ascolto la radio in genere. Tutte le stazioni in genere, appena sento pubblicità cambio stazione. Quando sono stanco di cambiare la spengo. Speranze e illusioni trovano in me un terreno fertile. Spesso le fuggo perchè... non sono pratiche.. ;)
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EnricoDC_gallery
EnricoDC_gallery il 03/12/09 alle 09:16 via WEB
e radio italia in auto... che manda canzoni da cantare..
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