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Post N° 277

Post n°277 pubblicato il 27 Ottobre 2005 da dade_vagheggio

RIINA, SALVATORE DETTO TOTO’
Dal 1979 al 1993 è il boss mafioso più potente. Guida i viddani, i villici, le cosche di Corleone, in guerra contro i palermitani. È un leader spietato, crudele. È lui a impadronirsi del traffico di droga spodestando le cosche italoamericane e i marsigliesi. È sempre lui a scatenare la guerra contro lo Stato dopo la sentenza della Cassazione del 1992 che conferma le condanne del maxiprocesso. Riina viene arrestato il 15 gennaio 1993 a Palermo, mentre gira in auto in centro, con un solo uomo di scorta. Sono in molti a credere che Riina sia stato venduto da altri boss, forse da quel Bernardo Provenzano tuttora latitante. Dopo l’arresto del boss corleonese accadono cose inquietanti: per ben 19 giorni non si effettua nessuna sorveglianza sulla casa in cui ha vissuto per 26 anni. Quando l’appartamento viene sottoposto a sequestro, non c’è più nulla da controllare. La casa è stata “ripulita” da qualcuno. C’è stato un patto tra Cosa Nostra e lo Stato?

STRAGI
Dopo la sentenza della Cassazione del 1992, Cosa Nostra apre la stagione del terrore contro lo Stato. Arrivano le bombe di via dei Georgofili a Firenze, alla pinacoteca di Milano, a San Giovanni e a San Giorgio in Velabro a Roma. L’obiettivo è uccidere e distruggere opere artistiche di grande valore per spaventare lo Stato. Arrivano poi le stragi di Capaci, 23 maggio 1992, e di via d'Amelio, 19 luglio 1992, in cui vengono uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme alle loro scorte. Ricordiamo anche gli agenti della scorta di Borsellino: Emanuela Loi, 24 anni, la prima donna poliziotto entrata a far parte di una squadra di agenti addetta alle scorte; Agostino Catalano, 42 anni; Vincenzo Li Muli, 22 anni; Walter Eddie Cusina, 31 anni e Claudio Traina, 27 anni. Unico superstite l’agente Antonino Vullo. È il momento di massima emergenza. In tutta Italia migliaia di cittadini scendono in piazza a manifestare contro la mafia. Con l'operazione Vespri Siciliani vengono inviati in Sicilia 20.000 soldati (dal 25 luglio 1992 all'8 luglio 1998) per presidiare gli obiettivi sensibili come tribunali, case di magistrati, aeroporti. Lo stesso giorno dell'arresto di Riina, il 15 gennaio 1993, arriva a Palermo, come procuratore della Repubblica, Giancarlo Caselli.

TOTUCCIO CONTORNO
Arrestato nel 1982, collabora con gli inquirenti e viene per questo trasferito negli Usa, sotto protezione. Ricompare all’improvviso il 26 maggio 1989, quando viene arrestato in Sicilia. Perché è tornato laddove lo vogliono ammazzare? Alcune lettere anonime inviate alle più alte cariche dello Stato, sostengono che Contorno sarebbe tornato in Sicilia su richiesta di Giovanni Falcone e del capo della Polizia Vincenzo Parisi per dare la caccia ai mafiosi latitanti. Scoppia un putiferio. Chi ha scritto quelle lettere? Il “corvo di Palermo” viene individuato in Alberto Di Pisa, magistrato del pool antimafia. Lui si dirà sempre estraneo ai fatti. Il ritorno in Sicilia di Contorno rimane un misteroa mafia ha perso o ha semplicemente scelto un profilo basso? Dal 1993 al 2004 la Procura di Palermo ha sequestrato alla mafia 12mila miliardi di vecchie lire, cioè 6,2 miliardi di euro. Il procuratore di Palermo Pietro Grasso ha detto recentemente: ''Oggi il 50 per cento dei beni sequestrati è composto da aziende, da imprese e questo complica la nostra attività mentre, nel 1982, quando entrò in vigore la Rognoni La Torre, trovavamo principalmente beni e terreni la cui gestione era più facile''. Secondo recenti dati forniti dall'Eurispes sembra che Cosa Nostra guadagni ben 8.005 milioni di euro l'anno dal traffico di droga, 2.841 milioni da crimini legati ad imprese (appalti truccati, aziende pulite per il ricliclaggio del denaro sporco ecc.), 176 milioni dalla prostituzione, 1.549 milioni dal traffico di armi e 351 milioni dall'estorsione e dall'usura. Un giro d'affari di quasi 13 miliardi di euro. La mafia esiste, eccome.ZIO GIULIO
Così, secondo i pentiti di mafia, era chiamato Giulio Andreotti, sette volte presidente del Consiglio. La notizia esce nell’aprile 1993 e provoca un terremoto politico. L’ipotesi è che lo Stato – almeno nei suoi rappresentanti più alti – è stato addirittura alleato della mafia. Il processo Andreotti inizia il 26 settembre del 1995, nell’aula bunker dell'Ucciardone di Palermo. Sono sereno, la fede mi aiuta, dice a denti stretti il senatore a vita. Nell’aprile 1999 il pm Scarpinato chiede al Tribunale la pena a quindici anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Andreotti è accusato di aver stretto, in un cupo delirio di potere, un patto con la mafia. Il 23 ottobre 1999 la sentenza di primo grado: Andreotti è assolto perché il fatto non sussiste. Il 19 aprile 2001 inizia il processo d'appello. Il 31 gennaio 2002 i due sostituti procuratori generali, nella requisitoria, parlano di prova certa del bacio tra Andreotti e il boss di Cosa nostra Totò Riina. Il 14 marzo, sempre del 2002, l'accusa chiede dieci anni di reclusione per l'imputato, applicando uno sconto rispetto al primo grado considerata la sua età avanzata. Il 16 gennaio 2003 il processo viene riaperto per sentire, a Milano, il pentito di mafia Antonino Giuffrè, che accusa il senatore a vita: Era punto di riferimento per Cosa nostra. Dopo neppure due mesi, a metà marzo, viene ascoltato l'aspirante pentito Giuseppe Lipari, che viene ritenuto inattendibile dalla Procura generale. Lipari scagiona il senatore a vita: Era contro Cosa nostra, per questo è stato punito con un complotto. Il 2 maggio 2003 arriva la sentenza d’appello: Andreotti viene assolto per le imputazioni di associazione mafiosa, per rapporti, incontri e contatti con Totò Riina e i corleonesi dopo il 1982. Ma la sentenza d’appello afferma anche che i contatti con Cosa Nostra sono veri “almeno fino alla primavera 1980”, cioè fino alla data dell’ultimo incontro in Sicilia tra “zio Giulio” e il boss Stefano Bontate. La sentenza non può che prendere atto che nel dicembre 2002 (quindi appena quattro mesi prima) erano scaduti i 22 anni e mezzo concessi dalla legge ed era scattata la prescrizione. Un altro pezzo di storia italiana ancora tutta da scrivere.........

 
 
 
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Un blog di: dade_vagheggio
Data di creazione: 06/08/2005
 

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