Immaginatevi una lingua dove per riferire cose del passato invece di cambiare i verbi cambiano gli aggettivi. In italiano suonerebbe così:
invece che: "il the era caldo" diremmo "il the è cald-barbuzzo" dove barbuzzo vuol dire che la qualità (l’essere caldo) era posseduta dal nome (il the) nel passato. Il verbo rimane al presente. E’ l’aggettivo che è coniugato al passato.
quindi per esempio "ieri ero stanco" diventa "ieri sono stanc-barbuzzo".
la cosa si complica ancora se devo dire che "ieri non ero stanco"
infatti così diventa “ieri sono stanc-non-barbuzzo” perché anche la negazione si piazza all’interno dell’aggettivo.
...insomma, tutto questo per dire che in giapponese per dire che il the (o-cha) era caldo (atatakai) dico:
“o-cha wa atatakakatta desu”
che in italiano, e in sardo, suona un po’ caco-fonico…
Inviato da: herbie0968
il 19/12/2008 alle 17:34
Inviato da: herbie0968
il 19/12/2008 alle 17:21
Inviato da: franco_delogu
il 26/11/2008 alle 02:06
Inviato da: franco_delogu
il 25/11/2008 alle 13:56
Inviato da: zelig2004
il 23/11/2008 alle 10:47