Creato da franco_delogu il 23/09/2008

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Lezioni di giapponese: la rosetta e la baguette

Post n°4 pubblicato il 07 Ottobre 2008 da franco_delogu

La lezione di giapponese di oggi era sui classificatori. Cioè sulla parolina che devi mettere prima di un nome in particolari situazioni. non è che abbia capito tanto bene, però ora faccio l'esempio di oggi.
Se un giorno ti dovesse venire la malaugurata idea di chiedere in giapponese quante cose ci sono su un tavolo, facciamo l'esempio..."quante matite ci sono sul tavolo?" non è che chiedi tranquillamente "quante matite ci sono sul tavolo??" Sarebbe troppo facile...e allora.... se ci sono mele,  pezzi di torta, un goniometro di plastica devi chiedere:

ikutsu mele(..., o bicchieri, o goniometri) ci sono sul tavolo?


invece se ci sono ombrelli o matite o vibratori o manici di scopa o bottiglie di vino  chiedi:
nanbon ombrelli (...matite, bottiglie...) ci sono sul tavolo?

 invece se ci sono camicie, fogli di carta, o coperte chiedi:
nanmai camicie (...fogli...) ci sono sul tavolo?

Anche la risposta segue la stessa regola:
se ci sono tre matite devi dire "nel tavolo ci sono 3-bon matite", se ci sono tre fogli di carta "...3-mai fogli di carta", se ci sono tre monete o gomme da cancellare "...3-ko monete...."

Insomma, prima di diventare troppo noioso e iniziare con la pippa di "woman, fire and dangerous things" la regola è che la parolina è diversa a seconda se sul tavolo ci sono:

- Cose lunghe (bon)
- Cose piatte e fini (mai)
- Libri o riviste (satsu)
- Cose (ikutsu)
- Cose piccole (ko)
- Cose grandi o elettroniche (dai)

e chissà se ce ne sono altri...per esempio dove lo metto l'elefante? Tra le cose grandi e elettroniche? Magari ce n'è uno per gli animali...

La parolina può essere pensata come un modo per dividere (e organizzare) il mondo in categorie. Ma perchè il mondo del giapponese (e quello del cinese anche) si divide in cose, cose lunghe, cose piatte, cose piccole? A prima vista l'unica cosa che conta in questa classificazione degli oggetti sono la forma e la grandezza. Ma allora dove la metto la cravatta? E' piatta, ma lunga.
E quando si può dire che un oggetto è una cosa (non meglio specificata)? Forse quando non è troppo lunga, nè troppo piatta, nè troppo grande...boh! Per esempio oggi a lezione ci hanno detto che la mela è una cosa, ma il bicchiere è una cosa piccola. Perchè? E i giapponesi quando lo imparano come classificare il mondo? E si sbagliano qualche volta? E ci sono oggetti che posso mettere in due categorie?

C'è qualcuno che conosce il giapponese che mi dice se la rosetta  e la baguette sono due cose diverse?




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Commenti al Post:
riru75
riru75 il 07/10/08 alle 14:11 via WEB
ciao, molto carino il tuo blog e simpatici i post. Io sono un' appassionata del giappone e leggere i tuoi post è molto piacevole. Spero di leggerti presto, così per ritrovarti ti aggiungo nei blog amici.
 
chiaramanami
chiaramanami il 08/10/08 alle 08:37 via WEB
frà, sta cosa non la sapevo!! O_O giuro! psicologicamente è una cosa molto interessante...se le categorie con cui i giapponesi classificano il mondo sono così tante (o, almeno, le etichette verbali sembrano indicare questo), effettivamente, che ripercussione ha sul modo in cui vedono il mondo? e soprattutto, sulla base di cosa decidono sotto quale categoria classificare gli oggetti che ricadono in più categorie?? avranno anche loro una parola generica tipo "cosa" o "thing" a cui uno può ricorrere in caso di dubbi o incomprensioni, immagino...quindi tu non puoi chiedere quante "cose" o "oggetti" ci sono su un tavolo? ma un bambino che non ancora imparato a classificare, come fa a dare un nome alle "cose" che ci sono su un tavolo se non sa ancora come si dicono quelle cose? deve PER FORZA usare un nome generico, forse con i bambini e gli stranieri sono più tolleranti e accettano anche che tu chieda "quanta roba c'è sul tavolo?"
 
 
franco_delogu
franco_delogu il 08/10/08 alle 10:21 via WEB
Sicuramente è cosi come dici tu. C'è più tolleranza per bambini e stranieri. Ma la domanda (stavolta seria) è: qual'è l'utilità di un sistema del genere? E perchè proprio questa strana divisione per forma e grandezza?
 
   
eecto
eecto il 09/10/08 alle 09:17 via WEB
Konnichiwa. Sono ric. Rispondo a Franco... Scusa, ma chiedi perche'?... E perche' nella nostra lingua le cose hanno un genere sessuale?? Se penso al fatto che le cose in italiano hanno un genere non penso sia inutile (come di fatto e'), ma penso sia... simpatico e necessario. Chissa' se pure i giappi pensano cosi' delle loro regole. Fun fact: pensate che una regola simile a quella che Franco descrive e' presente anche in alcune lingue degli indiani d'america... solo che in quel caso si cambiano proprio i verbi sulla base delle forme degli oggetti (cioe' "dammi il bastone" e "dammi il maglione" usano diversi verbi "dare"). Zaluti.
 
Giulia.Lampis
Giulia.Lampis il 15/10/08 alle 09:22 via WEB
Sta cosa degli indiani d'America e' stranissima, pero' che erano strani gia' si era capito con "balla coi lupi"... Cazzate a parte, i classificatori sono stati introdotti in Giappone dai cinesi insieme ai kanji, ossia la scrittura ideografica. A loro volta, questo sistema e' stato introdotto nella lingua cinese addirittura prima del sistema tonale da non ricordo piu' quali altre lingue, mi pare dal sud est asiatico. In ogni caso, bisognerebbe risalire alla lingua che ha originato tutto sto macello e chiedergli: PERCHE'??? A pensarci bene pero' anche in italiano e in inglese abbiamo dei "classificatori". Pensiamo ad esempio al bicchiere di birra o al pezzo/fetta di torta... Ma e' anche vero che in cinese si dice il-CLASSIFICATORE-cane, in cui l'aggiunta del classificatore non e' funzionale alla comprensione della frase, cioe' non significa niente. Comunque, so che in cinese c'e' una forte tendenza di generalizzare e utilizzare sempre piu' spesso un classificatore in particolare (ge4) che e' quello piu' utilizzato in assoluto, semplicemente perche' pure i cinesi si incasinano con tutti sti "cosi". Non so come stiano le cose in giapponese, ma una cosa e' certa: se nel prendere i classificatori dal cinese li avessero mantenuti uguali, ora non mi ritroverei a doverli imparare tutti diversi e invertiti, mortacci loro!
 
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