Papa Benedetto XVI
“Senza aver paura di sbagliare possiamo dire che i tesori d’oro e d’argento amministrati dal Vaticano, non solo nelle sue banche e filiali, ma anche nei suoi templi, oggi comprendono circa il 49% delle riserve d’oro del mondo”
Monsenor Rafael Rodriguez Guillen
“Da solo il Vaticano potrebbe ripianare tutti i nostri debiti e concederci un benessere mai sperimentato nella storia. Benedetto XVI, stiamo ancora aspettando la tua elemosina!“
Estratto da THE VATICAN’S FINANCES di Monsenor Rafael Rodriguez Guillen – pag. 37-39
Dalla seconda guerra mondiale le finanze Vaticane, prendendo vantaggio dai resti delle nazioni in bancarotta, iniziarono ad utilizzare la borsa per fare un business molto redditizio. Allo stesso modo, i fondi e le riserve auree del Vaticano, che erano in gran quantità assicurate nei titoli di stato e nel capitale azionario, per gli interessi complessivi e globali degli investitori, furono utilizzate per la ricostruzione dei paesi come l’Italia, la Germania e la Spagna, che versavano in rovina. Esse così trassero gran parte delle finanze bancarie, e il Banco Ambrosiano Vaticano divenne proprietario e signore di capitali e prestiti a lungo termine. Gli investimenti della Santa Sede, in quei momenti, una volta che la guerra in Italia fu persa, si avviarono a questo punto al reindirizzamento su piani internazionali, con le Diocesi, i Cardinali e i funzionari amministrativi degli Stati Uniti che conseguivano un imponderabile colpo da maestro amministrativo. La Chiesa Cattolica sta ora anche offrendo prestiti bancari in Messico. Quando la lira italiana iniziò la svalutazione alla fine del 1994, il Vaticano ritirò i suoi soldi e li reinvestì in dollari, in yen giapponesi, in sterline inglesi e in marchi tedeschi. Il Vaticano entrò a pieno titolo nel sistema monetario economico europeo, che fu ed è ancora molto utile per i guadagni netti dei capitali della Santa Sede. Il Vaticano è una delle maggiori potenze investitrici nelle borse di molti paesi. I suoi profitti e i vescovi di tutto il mondo, che devono fornire al Vaticano le tasse delle diocesi, sono in grado di superare ogni crisi con il management multimilionario di dollari che il Vaticano riceve dal mondo intero.
In questo momento i suoi investimenti e gli acquisti in denaro contabile gli rendono dal 200% al 400% di interesse. Esso non si accontenta del normale tasso di interesse del 100%. Dopo essersi lasciato alle spalle il più basso livello di povertà (tenore di vita), le sue riserve d’oro, dal 1930 al 1990, che sono state usucapite da tutte le diocesi, sono state depositate nella FEDERAL RESERVE BANK DI NEW YORK. Il cardinale Szoka, e gli altri amministratori delle delle finanze Vaticane, inizianrono a vendere oro e a comprare nel mercato della Borsa. I suoi avidi agenti cercarono di accaparrarsi la borsa valori diverse volte. Nel mese di gennaio 1992, 235.765 once d’oro, con un valore di circa 83 milioni di dollari, furono messe in vendita. Così esso vendette il suo oro e acquisì titoli e partecipazioni nelle imprese multinazionali, dove la presenza dei soldi del Vaticano produsse sostanziali dividendi. I delegati del Papa e gli abili vescovi-finanzieri consigliavano quando e come il Vaticano doveva investire o vendere oro con i più grandi rendimenti. Senza aver paura di sbagliare possiamo dire che i tesori d’oro e d’argento amministrati dal Vaticano, non solo nelle sue banche e filiali, ma anche nei suoi templi, oggi comprendono circa il 49% delle riserve d’oro del mondo.
Link:http://wikicompany.org/books/Guillen_The_Vatican_s_Finances_2003_.pdf
http://avlesbeluskesexposed.blogspot.com/2011/10/blog-post.html
Fonte: nwo-truthresearch
Inviato da: ricky92dgl
il 29/06/2008 alle 00:18
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il 17/06/2008 alle 18:16
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il 16/06/2008 alle 08:55
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il 08/06/2008 alle 21:06
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il 05/06/2008 alle 17:47