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I papponi di stato
Post n°303 pubblicato il 23 Marzo 2008 da dammiltuoaiuto
I papponi di stato: i conti in tasca ai politici. Ecco la prima puntata dell’inchiesta, Roberto Poletti, racconta in prima persona la sua esperienza da deputato, le assurdità cui si è trovato davanti, i benefici di cui ha goduto, parla della campagna elettorale e dei tanti tesserini di cui gli onorevoli dispongono per poi accedere ai più incredibili privilegi. Sono Roberto Poletti, parlamentare pentito, ricordo il periodo in cui riflettevo sulla mia possibile discesa in campo. Era l’inizio del 2006: la legislatura del cavaliere alla fine, l’ascesa di prodi sembrava inarrestabile. C’era feeling e stima con i Verdi, pecoraroscanio un amico, facendo due conti, quello dei Verdi era il partito che più degli altri mi dava la possibilità di essere eletto. Sapevo che uno dei candidati in Lombardia avrebbe rinunciato allo scranno romano per rimanere alla Regione,tale MONGUZZI, e la legge elettorale mi avrebbe permesso di subentrare. I colloqui con i vertici del partito scivolavano via senza problemi, sul mio disinteresse per l’ambientalismo militante, nessun problema: quando puoi garantire qualche crocetta in più sulle schede elettorali, un accordo si trova. L’incontro decisivo con pecoraroscanio avvenne a milano nel gennaio 2006: “Visto che sei giornalista ti potresti occupare dell’informazione e poi ti piazziamo in una commissione parlamentare di quelle giuste” dice il segretario nazionale. Inizia il perido “faticoso” della campagna elettorale. Imposto la campagna sulla difesa degli anziani e sulla moralizzazione della vita pubblica, i temi che avevano fatto la mia fortuna in televisione. Mi faccio tutti i mercati rionali, il pubblico mi riconosce e si divide, è l’unico momento in cui ti sembra di avere un contatto reale con gli elettori, li incontri, ci parli. Ti illudi di aver fatto la scelta giusta, immagini di arringare l’aula gremita, sogni un futuro da Martin Luther King. Ma la realtà è molto più prosaica, i primi schiaffoni arrivano da quelli che dovrebbero essere dalla tua parte: i compagni di partito, nel mio caso, tal Fiorello Cortiana. I vertici dei verdi avevano deciso di sacrificare la sua candidatura per offrirla a me. Sul suo blog iniziano a uscire commenti non proprio gentili nei miei confronti, si ironizza e si fa del sarcasmo sul corriere della sera.
Gli uffici sono assegnati dai gruppi parlamentari. Ed è un litigio continuo: riunioni su riunioni, trattative estenuanti che sembra la Finanziaria, «a me ne serve uno un po’ più grande», «non datemi quello vicino ai bagni, per favore» e via dicendo. Problemi e lamentele finiscono tutte sul groppone di Giampiero Spagnoli, funzionario storico del gruppo dei Verdi e anche di quello misto, bresciano cui Roma non ha rubato l’accento né la voglia di lavorare: è lui che tranquillizza, media, propone, risolve che neanche Gianni Letta. In ogni caso, l’ufficio assegnato me lo liberano dopo l’estate, a tre mesi dall’elezione. All’inizio, mio vicino di stanza è Massimo Fundarò, ma capisco che la situazione è ancora in evoluzione. L’onorevole Arnold Cassola, infatti, non la manda giù: dice che il suo, di ufficio, proprio non va bene, pare sia troppo rumoroso, soprattutto a causa di una caldaia sistemata nei paraggi. E insomma, Cassola si mette a far la posta agli altri, controlla le frequenze, cronometra i tempi, conclude che Fundarò il suo lo usa poco e invece per lui sarebbe perfetto. Tra l’altro Cassola è stato eletto in una circoscrizione estera, e questi hanno un po’ la fissa di essere discriminati dai deputati “indigeni”, «ma almeno a noi le preferenze ce le hanno date votando il nostro nome, mica come voi». Alla fine, più che altro per sfinimento generale, la spunta. E trasloca nell’ufficio accanto al mio. E allora, parliamo del mio nuovo stanzone da deputato: non è niente male. E al terzo piano, stanza numero 321. Due scrivanie, due computer, fax e telefono e stampante, una televisione, un frigorifero. E poi tre armadioni, due sedie-poltroncine di quelle comode, una finestra che dà sul cortile interno. Di cancelleria ce n’è a strafottere: penne, matite, colle stick, forbici, fermagli e graffette e graffettine da graffettare il mondo, sbianchettatori, evidenziatori, persino le gomme blu, quelle per cancellare la penna (e mi chiedo: ma chi è che oggi cancella le cose scritte a penna con la gomma blu, che se non stai attento ti buca anche il foglio? Non lo fanno più nemmeno alle elementari). E poi carta, un mare di carta, fogli, buste grandi medie e piccole, bloc notes, cartelline: d’istinto, mi vengono in mente le proteste della Polizia, che più volte si è lamentata perché non ne hanno nemmeno per fotocopiare i verbali, o le mamme costrette a portare le risme di carta alla scuola del figlio. Qui, invece, siamo sommersi, alla faccia Le tesserine dei miracoli.
Auto blu e partite gratis. A Roma e a Milano possiamo usufruire delle corsie preferenziali, e nella Capitale abbiamo anche il permesso per entrare in centro nelle zone a traffico limitato (ZTL), in passato ciascun deputato/senatore poteva estendere il permesso ad altre due vetture, cosa adesso non più possibile. La tessera CONI invece serve per andare gratis allo stadio. San Montecitorio pensa anche alla dichiarazione dei redditi con un servizio gratuito di assistenza e consulenza fiscale. In caso di problemi di salute, invece, c’è la Card Medital che garantisce un servizio medico d’urgenza 24 ore al giorno 365 giorni all’anno, basta chiamare il numero verde 800652585, struttura privata pagata dallo stato, cioè i cittadini. Ma un parlamentare moderno dove va se non’è capace di usare il pc? Ecco il corso di informatica gratuito. E le lingue? Per quelle ci sono le lezioni private e individuali, con insegnante madrelingua, a qualunque orario e in qualunque luogo, anche a casa. Si può scegliere l’inglese, il francese, il tedesco il russo e il giapponese!!. Tutto alla modica cifra di otto euro all’ora quando costano a noi comuni mortali circa il quadruplo, peccato che sino ad un anno fa le lezioni erano completamente gratuite!! Il deputato paga meno. C’è la sartoria che si offre di confezionarti l’abito su misura con lo sconto del 40%, l’ottico invece ha pensato ad una riduzione del 30%, l’associazione parlamentare amici delle nuove tecnologie garantisce uno sconto del 10% su cellulari e palmari, condizioni agevolate di pagamento arrivano anche da case automobilistiche per l’acquisto di auto nuove presso la rete dei concessionari. Per i libri 20% in meno, che arrivano al 30% per i testi universitari, per i figli dei deputati/senatori. E poi ci sono le mille attività organizzate dal Circolo Montecitorio, quello di via Campi Sportivi, un club elegante, di lusso. Campi di calcetto, golf, palestra, piscina, basket, tennis. Ristorante e club-house. L’iscrizione è gratuita, invece gli ex deputati pagano la modica cifra di 24 euro al mese, non mancano i festini con una di quelle ballerine di lap-dance che si esibiscono dimenandosi intorno al palo. Dulcis in fundo il corso di Pilates, un sistema di allenamento che migliora la fluidità di movimenti e il coordinamento fisico e mentale, che quando c’è da votare altroché se èimportante!!. Vi aspetto alla prossima puntata. NB Articolo di R. Poletti e R. Scaglia apparso sul quotidiano Libero del 18/3/'08 |
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