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I  VERBALI   DI ANGELINI  CHE ACCUSA DEL TURCO  1

Post n°471 pubblicato il 20 Settembre 2008 da dammiltuoaiuto
 


I  VERBALI  DI ANGELINI  1


http://ilcentro.repubblica.it/dettaglio/«Paga-se-no-sparisci-dalla-faccia-della-terra»/1512840?edizione=EdRegionale

«Paga se no sparisci dalla faccia della terra»
«Loro mi dissero: senza di noi sei un morto che cammina, ero il vitello grasso da ammazzare»
di Lorenzo Colantonio
PESCARA. Preso per il collo, ricattato e gettato sul lastrico. Ecco le prime 140 pagine dei verbali del faccia a faccia tra la procura di Pescara e il grande accusatore, Vincenzo Angelini. «Loro mi dissero: senza di noi sei un morto che cammina. Potresti morire di fame, mangiare pane e cipolla. Paga e avrai protezione», è una delle decine di frasi del titolare di Villa Pini che accusa l'ex presidente Ottaviano Del Turco, Lamberto Quarta, Camillo Cesarone e tutti gli altri coinvolti nello scandalo di Sanitopoli. Il Centro pubblica i passaggi chiave dei verbali in cui Angelini ricostruisce un fiume di presunte tangenti.

 Pm Di Florio: «Qual è la prima tangente a Del Turco?»
 Angelini: «Il primo prelievo è del 10 marzo 2006: 200mila euro. Viene consegnato a Del Turco il 20 marzo».

 Pm Bellelli: «Perché 200mila?».
 Angelini: «E' un suggerimento di Cesarone. Io avevo parlato di 40mila euro ma lui mi disse "lascia perdere, 200mila e non perdere tempo. Mettiti a livello"».

 Pm Di Florio: «È la tangente più grande? Cosa accade nei primi giorni del mese di giugno 2007: lei riferisce della consegna di 500mila euro. Ricorda a chi?».
 Angelini: «Sì, a Collelongo. Materialmente li ho consegnati a Del Turco».
«DEL TURCO È LA MENTE»  Pm Di Florio: «Come è stato trattato?»
 Angelini: «Avete presente un accalappiacani?
 È un bastone lungo nel quale c'è un manico, nel quale manico scorre una corda, che a seconda di come si manovra il manico si allarga a seconda che il cane sia un volpino o un rottweiler. Sarò più chiaro. Loro avevano il coltello dalla parte del manico».

 Pm Di Florio: «Qual era la gerarchia?»
 Angelini: «Del Turco è chiaramente la mente; Quarta è l'operatore, il depositario del verbo delturchiano, di grande intelligenza, di grande freddezza; Mazzocca è l'esecutore; Boschetti veniva in seconda linea». 

 Pm Bellelli: «E Cesarone?»
 Angelini: «A me capitava, come un perfetto idiota, di andare tutte le mattine da Cesarone a chiedere la spiegazione impossibile - cretino io che la chiedevo - di qualche cosa che alcuni giorni prima si era detto andare in una direzione e che stranamente finiva poi per andare nell'altra.
 E Camillo mi diceva "no! Che scherziamo? Noi questo abbiamo potuto fare. Tu ci devi stare. Se non ci siamo noi tu vieni spazzato via". Quindi Camillo mi diceva "vai da Ottaviano"».

 Pm Bellelli: «Lei era una vittima impotente?».
 Angelini: «A parte le schermaglie dell'inizio, era un rapporto di assoluta sudditanza in cui a me non è dato altro fare che pigliarmi una coltellata, una rasoiata o una spadata. Il loro discorso è rimasto per tutto il periodo quello "senza di noi tu sei morto!". Questa frase voi la potete condire in tutte le salse, il concetto è questo: "O fai quello che ti diciamo noi o sparisci dalla faccia della terra"».

IL CAPITOLO CONGA  Pm: «Torniamo indietro nel tempo: ci parli di Conga»
 Angelini. «Conga mi disse: se vuoi che io ti paghi tutti i mesi devi darmi 100 mila euro al mese. È un discorso che va avanti praticamente tutti i mesi da gennaio del 2004. Ma ci sono due mesi nei quali il dottor Conga mi dice che c'è il partito che gli ha detto che ci sono particolari necessità e quindi il prelievo è di 300 mila euro».

ECCO FORZA ITALIA.  Pm Di Florio: «Scusi, qual era il partito?».
 Angelini: «Parliamo di Forza Italia. Lui telefonava a casa mia e diceva: "sono Russicon - questo era il suo pseudonimo -. Ci vediamo alle 7 di domani a casa mia».

 Pm Bellelli: «I 5 milioni che le ha chiesto erano una quota sul globale che le spettava, a quanto ammontava nella cartolarizzazione?».
 Angelini: «Tutto quanto mi pare che sia stato, vado a memoria, sui 78 milioni, quello che poi la Regione mi ha dato».

 Pm Di Florio: «Qual era invece il ruolo di Giancarlo Masciarelli?
 Angelini: «Masciarelli era il dominus di tutte queste situazioni nel senso che l'assessore Mazzocca non muoveva foglia se non ne parlava prima con lui che si occupava di tutto già durante la gestione Domenici: dalla nomina dei funzionari alla confezione delle delibere. La stessa cosa è avvenuta con l'assessore Mazzocca. Anzi certamente di più».


Pm Bellelli: «Di Domenici cosa può dire?».
 Angelini: «Tu hai avuto questi soldi, io adesso devo cominciare una campagna elettorale importante, devi darmi un milione". Io gli dico: "no, mi dispiace, assolutamente non se ne parla". Da quel momento io poi vengo, come dire, bersagliato da continui contatti con Masciarelli, il quale mi dice "guarda che tu devi pagare Domenici sennò qui le cose si complicano. Sennò i tempi di esecuzione della cartolarizzazione si allungano». Alla fine dico a Masciarelli: "va bene gli darò questo mezzo milione", che viene dato al casello di Pratola la sera del 9 febbraio 2005».


FA IL NOME DI ARACU.  Pm Bellelli: «Siamo alla scadenza della legislatura. In quel periodo ha ricevuto altre richieste di denaro?».
 Angelini: «Sì, un po' più avanti. Masciarelli mi disse che l'onorevole Aracu voleva due milioni, al che io lo invitai ad andare... da una certa parte. Ma Aracu viene a casa mia a Chieti e mi dice: "mi servono i due milioni che devo comprare un appartamento a mio figlio o a mia figlia", non ricordo bene.
 Io prendo tempo ma lui insiste: "stai attento perché se vincono gli altri sei morto". Ci siamo rivisti due o tre volte ma cambia il timone. Non avendo vinto le elezioni gli manca l'elemento di pressione».

 Pm Di Florio: «Ci sono stati altri politici della passata giunta?»
 Angelini: «Sì, sempre Masciarelli viene da me e mi dice "guarda che per la campagna elettorale di Pace ci vogliono 200 mila euro". Io dico "scusate, ma perché a me? A che titolo?" e lì rinasce il discorso "stai attento che se vincono gli altri tu sei morto, sei finito, sei out...»

L'ERA DEL TURCO.  Pm Bellelli: «Come cambiano i rapporti una volta che entra in carica Del Turco?»
 Angelini: «L'atteggiamento di Del Turco, all'inizio, è sempre stato molto distaccato. Ma verso ottobre-novembre 2005 la musica cambia perché mi dice chiaramente "sta attento. Tu sei molto grosso, tu sei il più grosso, tu hai un sacco di problemi quindi sarà difficile difenderti. Tu sei il vitello grasso, questo famoso vitello grasso. Bah! Grasso senz'altro, vitello forse no».

«VENDI LE CLINICHE».  Pm Bellelli: «Cosa le chiedevano?»
 Angelini: «Con la clinica Sanatrix che diavolo ci fai? Che l'hai comprata a fare? La Sanatrix dalla a Vittorini". Io rispondevo: noi siamo qua per comprare non per vendere, ma da quel momento in poi incomincia un bombardamento a tappeto che riguarda Sanatrix e Villa Pini. La Regione crea una commissione ispettiva, di cui fa parte Cordoma (il sindaco di Montesilvano, ndr) che ora dice di non saperne niente degli (parola non chiara). E io, come tutti i cornuti, scopro dopo che avevo la moglie di Cordoma tra i miei dipendenti, essendo stata assunta col nome da signorina. Comunque torniamo a Del Turco».

 Pm Bellelli: «Dove lo incontra?».
 Angelini: «A Collelongo, forse qualche volta a Roma. A un certo punto Cesarone dice "forse non ti è chiaro. Noi abbiamo delle spese da sostenere, poi tu sei in mano alla Procura, sei in mano alla Guardia di Finanza, ti sono addosso tutti quanti, anche per le ispezioni noi possiamo, come dire, edulcorare, coprire... Senti fratello, sei troppo intelligente, sai che io ti voglio bene. Se vuoi che noi ti diamo una mano, se vuoi che noi ti sosteniamo devi pagare».

«IN CASA DEL TURCO»  Pm Bellelli: «Come avvengono le dazioni?».
 Angelini: «Io vado a casa di Del Turco che è composta da un ingresso, poi c'è un salotto grande in cui si scendono dei gradini, entrando sulla destra c'è una libreria fatta di legno rustico e lui diceva "va bene, mettili lì sullo scaffale di questa libreria"».

 Pm Bellelli: «Come veniva confezionato il pacchetto?»
 Angelini: «Ci pensava la mia segretaria. Io poi lo mettevo in tasca. A seconda delle dimensioni adoperavo un certo tipo di indumento. Possiedo un giaccone tipo bomber, di quelli da vela insomma.
 È un giaccone che è tutto una tasca in cui io apro da qui e infilo da qua, quindi li posso mettere anche dietro e ovviamente non si noterà mai per la semplice ragione che essendo un giaccone di 37 chili fa è un XXXL. Gonfio è e gonfio rimane.

 Pm Di Florio: «Che tipo di promesse le ha fatto Del Turco?».
 Angelini: «Diceva che poteva tenere a bada le ispezioni, che aveva conoscenze di tutti i gradi della Finanza, essendo stato Ministro delle Finanze, che aveva conoscenza diretta col Procuratore Trifuoggi col quale era in buoni rapporti».

«STAI ATTENTO A PAOLINI»  Pm Di Florio: «E le altre forze politiche?»
 Angelini: «Del Turco mi ha sempre detto che lui aveva Rifondazione Comunista contro che voleva assassinarmi, che Paolini - ma questo lo sanno anche i gatti - è vicinissimo a Luigi Pierangeli, visto che stanno tentando in quest'ultimo scampo di legislatura forsennatamente di darmi le ultime coltellate sperando di ammazzarmi... Del Turco diceva: "Tu non devi parlare con nessuno. Io so che hai parlato con la Misticoni, guarda che è pericolosissimo. Tu devi parlare solo con noi".

 Pm Bellelli: «Con chi altro non doveva parlare?».
 Angelini: «Mi diceva "stai attento a Paolini e a Betti Mura, stai attento al tuo cane bull-dog, ringrazia che non finisci con la gola tagliata". Dicevano che dovevano contrastare questi che chiedevano che io venissi privato dei posti letto. Tutto quello che loro riuscivano a ottenere doveva essere considerato un fatto miracoloso, perché senza di loro io sarei stato azzerato dalla cartina sanitaria dell'Abruzzo. Lo stupido in questa storia sono io. Dovevo accorgermi molto prima che qui ero di fronte a qualcuno che voleva spremermi e farmi fuori».

 
 
 
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